Le notizie vanno più veloci della penna, ma la domanda resta la stessa: ora che l’Iran ha risposto all’uccisione, da parte degli USA, del suo generale, quanto in alto potrà arrivare il prezzo dell’oro?
I future dell’oro a New York si sono attestati a 1.574,3 dollari l’oncia ieri. Poi sono schizzati di quasi 40 dollari negli scambi elettronici after-hour, raggiungendo i 1.612,95 dollari, il massimo dal marzo 2013, dopo che l’Iran ha lanciato una serie di razzi contro due basi USA-Iraq nella mattinata di Baghdad di questo mercoledì.
L’Iran ha contrattaccato; cosa succederà ora?
Si è trattato della prima risposta militare di Teheran all’uccisione del comandante iraniano Qassem Soleimani per mano degli USA della scorsa settimana. Ciononostante, prima della mezzanotte di martedì a New York, i future dell’oro sono tornati a meno di 1.590 dollari sulla notizia che l’attacco non ha provocato vittime.
Gli investitori comprano l’oro come un rifugio dai problemi economici e politici e come protezione dalla svalutazione monetaria. In questo momento, il conflitto USA-Iran è la peggiore crisi del suo genere e richiede agli investitori di trovare una protezione adeguata negli asset rifugio, forse anche in modo sproporzionato, considerato che non c’è modo di sapere quanto sarà profonda l’avversione al rischio nei confronti dei titoli azionari e di altri strumenti di rischio.
L’oro riuscirà a battere il suo record di 1.920 dollari?
Non è strano, a questo punto, chiedersi se l’oro spot, che replica gli scambi dei lingotti, riuscirà, prima della fine dell’anno, ad eclissare il suo massimo storico del 2011 di 1.920,80 dollari, soprattutto se la resa dei conti USA-Iran dovesse continuare ad inasprirsi.
A circa 330 dollari al di sotto del picco del 2011, il mercato potrebbe impiegarci un po’ a raggiungere quel record, figuriamoci a riscriverlo.
Tuttavia, l’estate scorsa, abbiamo visto sia l’oro spot che i future dell’oro schizzare tra i 40 ed i 50 dollari in alcuni giorni per i timori legati allo scontro commerciale, alla Brexit caotica ed ai tagli dei tassi USA.
L’oro ha vissuto un 2019 scintillante
Malgrado la decisione della Federal Reserve di mettere un freno all’allentamento prima della fine dell’anno, l’oro è riuscito a tornare al supporto rialzista chiave di 1.500 dollari entro dicembre, in quanto il suo scambio contrario, il dollaro, si è indebolito. Alcuni investitori hanno inoltre cercato una protezione maggiore nell’asset, preoccupati per la serie di massimi storici registrati a Wall Street.
Alla fine, l’oro è salito di circa 200 dollari l’oncia troy l’anno scorso, con i future che hanno chiuso con un rimbalzo del 16% ed i lingotti del 18%. Affinché salga di altri 300 dollari nel 2020 probabilmente dovrà esserci una seria escalation dello scontro USA-Iran.
Eric Scoles, esperto di strategie dei metalli preziosi di RJO Futures a Chicago, afferma che l’oro “ha una chiara inclinazione rialzista ma il potenziale di volatilità è forte.
A parte l’impasse USA-Iran, gli investitori seguiranno anche la possibile firma della fase uno dell’accordo commerciale USA-Cina della settimana prossima, “che potrebbe mettere sotto pressione il prezzo dell’oro”, aggiunge.
Ma TD Securities in una nota spiega che la situazione resta fluida:
“E, come la maggior parte delle fiammate geopolitiche, l’impatto serve a sconvolgere i mercati in termini di posizionamento e valutazione”.
Per il momento, una breve quiete prima della tempesta
Subito dopo il lancio dei razzi contro le basi aeree USA-Iraq, l’Iran ha reso noto che non ci saranno altri attacchi mirati alle truppe USA, a meno che gli Stati Uniti non contrattacchino.
Il Pentagono, in una prima valutazione del raid, non ha riportato vittime.
Trump ha reso noto che per il momento aspetterà. Ha twittato:
“Va tutto bene! Sono stati lanciati dei missili dall’Iran verso due basi militari in Iraq. La verifica delle vittime e dei danni è in corso. Finora tutto bene! Abbiamo l’esercito più potente e meglio equipaggiato al mondo, di gran lunga! Rilascerò una dichiarazione domani (mercoledì) mattina”.
Il Ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif, intanto, ha twittato che la Repubblica Islamica ha preso di mira la “base da cui è stato codardamente lanciato l’attacco contro i nostri cittadini ed ufficiali senior”.
“Non vogliamo un’escalation né una guerra, ma ci difenderemo da ogni aggressione”, ha aggiunto Zarif, in linea con il tweet di ieri del Segretario per la Difesa USA Mark Esper in cui ha ribadito che Washington non ha alcun desiderio di cominciare una guerra ma è “pronta a finirne una”.
Perciò, l’oro riuscirà ad arrivare a 1.900 dollari ed oltre?
Alcuni analisti dell’oro e banche scommettono su un massimo storico
John Roque, analista tecnico di Wolfe Research a New York City, suggerisce che il 2020 sarà l’anno in cui il metallo giallo segnerà un altro massimo storico.
“Riteniamo che l’oro possa: (a) vedere un breakout sopra la resistenza a 1.557 dollari, (b) arrivare a 1.650 dollari e poi (c) registrare un nuovo massimo storico”, si legge in un report sui metalli preziosi di Wolfe Research firmato da Roque e dai suoi colleghi e pubblicato da Barrons il 2 gennaio.
La prima di queste previsioni è già avvenuta (il superamento della resistenza di 1.557 dollari) e siamo vicini alla seconda (il test dei 1.650 dollari).
Anche altre agenzie di investimento prospettano prezzi più alti, si legge nel report di Barrons. La banca elvetica UBS presenta uno scenario di 1.600 dollari. La compagnia di consulenza sulle materie prime, con sede a New York, CPM Group e la compagnia di gestione di asset State Street Global Advisors prevedono massimi potenziali fino a 1.650 dollari.
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