All’avvio della settimana di contrattazioni c’è stato un calo modesto degli asset rischiosi. Le turbolenze politiche negli USA, in Cina, nel Regno Unito e in Medio Oriente coincidono con una fase in cui le prospettive per la crescita globale sembrano fragili. I mercati azionari asiatici sono contrastati, anche se inclinati leggermente al ribasso. Sorprende l’apertura positiva dell’Hang Seng alla luce dell’escalation delle tensioni a Hong Kong. I prezzi del greggio sono in calo, l’Arabia Saudita sta infatti ripristinando la produzione a un ritmo più veloce del previsto. I dati economici contrastati sono passati in secondo piano, surclassati dalla notizia che il premier britannico Johnson è stato costretto a tornare in Parlamento dopo il verdetto della Corte Suprema, secondo cui la sospensione dei lavori parlamentari è stata illegale. Sono rientrate le preoccupazioni sull’operato di società che si occupano di segnalazione di atti illeciti contro il presidente USA Trump, che avevano spinto la Speaker della Camera Nancy Pelosi ad avviare una procedura d’impeachment, confinate ora all’ambito politico. Infine, sul fronte delle notizie positive, diplomatici cinesi di alto livello hanno segnalato la volontà del paese di acquistare più prodotti USA, aggiungendo che i negoziati commerciali condurranno a risultati solidi. Ma il tweet di Trump, in cui suggerisce che gli USA potrebbero limitare l’accesso di “società” cinesi al mercato azionario USA, ha creato un po’ di confusione. L’USD/CNY ha vagato nell’area intorno a 7,13.