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Lvmh conquista gli investitori ambientalisti

Pubblicato 16.12.2022, 14:28
Aggiornato 05.03.2021, 16:55
La società di Bernard Arnault ha ottenuto la tripla A dall’agenzia CDP che per conto degli investitori istituzionali monitora l’attività delle aziende in tema di lotta ai cambiamenti climatici. Importanti ricadute sul mercato finanziario.

Solo 12 triple A su 15.000 aziende valutate.

Oltre a quello di uomo più ricco del mondo, questa settimana Bernard Arnault, presidente e azionista di maggioranza di Lvmh, ha ottenuto un altro riconoscimento che lo rende particolarmente orgoglioso. Lvmh, il primo gruppo al mondo del settore del lusso, ha ricevuto il giudizio “tripla A” da parte di CDP (Carbon Disclosure Project), l’organizzazione internazionale che  monitora l’attività delle aziende in tema di lotta ai cambiamenti climatici, difesa delle foreste e impatto sul sistema idrico. Nel 2022 sono solo 12 le aziende che hanno ottenuto la tripla A di CDP, su oltre 15.000 che hanno fatto domanda per essere valutate. 
La tripla A non è una targhetta da mostrare per soddisfare i bisogni etici,  ma è un riconoscimento che ha importanti ricadute nel mondo finanziario. Il processo annuale di divulgazione ambientale e di assegnazione dei punteggi del CDP è ampiamente riconosciuto come lo standard di riferimento per la trasparenza ambientale delle aziende. Nel 2022, più di 680 investitori con oltre 130.000 miliardi di dollari di asset hanno chiesto alle aziende di divulgare i dati sugli impatti, i rischi e le opportunità ambientali attraverso la piattaforma di CDP. Hanno risposto ben 18.700 aziende. 

In Borsa performance da record per la società del lusso.


Si potrebbe pensare che l’impegno a favore del pianeta distragga risorse aziendali rispetto agli obiettivi di crescita e profitto. Lvmh, invece, ha ottenuto risultati straordinari negli ultimi due anni. Il titolo ha guadagnato il 42% nel 2021 e dall’inizio di quest’anno è sceso solo del 5%, rispetto ai cali del 13% e del 18% degli indici Stoxx Europe 600 e S&P 500. Inoltre Lvmh ha fatto decisamente meglio dei suoi diretti competitor: dall’inizio dell’anno Kering (EPA:PRTP) è scesa del 31% e Prada perde l’8%. In America il Consumer Discretionary Select Sector SPDR Fund, che comprende le società del lusso, ha perso quasi il 35%.
A guidare l'impennata è il boom della domanda di beni di lusso, iniziato durante la pandemia e rimasto sorprendentemente resistente. In qualità di società madre di 75 marchi di lusso - da Christian Dior, Louis Vuitton e Tiffany a Moët & Chandon, Hennessy e Dom Pérignon - Lvmh ne ha tratto vantaggio. Per sette trimestri consecutivi l'azienda ha registrato ricavi superiori alle stime degli analisti, con un aumento delle vendite in tutti i suoi segmenti di attività.

Gli analisti: il lusso non teme inflazione e tassi di interesse. 


Gli analisti non sono preoccupati che lo slancio dell'azienda possa rallentare a causa dell'aumento dei tassi d'interesse e dell'inflazione in tutto il mondo. Oliver Chen, analista di Cowen, in un suo recente report sostiene che i clienti del lusso “sono meno colpiti dalla pressione inflazionistica” e si dice convinto che la domanda di lusso rimarrà solida.
Bank of America (NYSE:BAC) Securities prevede che l’azione Lvmh possa salire del 30% nei prossimi 12 mesi, sostenuta da forti vendite in Nord America, da una domanda in miglioramento in Europa e dagli effetti positivi della riapertura dell’economia in Cina. Il primo mercato di Lvmh sono gli Stati Uniti (25,8% dei ricavi), seguiti da Europa (21,8%) e Giappone (6,8%). Il resto dell’Asia – escluso il Giappone – conta per il 34,8% dei ricavi.
Lvmh ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con ricavi a 56,5 miliardi di euro, in crescita del 20%. Per l’intero esercizio 2022 il consensus degli analisti prevede ricavi a 78,9 miliardi (+22%) e un balzo dell’utile a 21,1 miliardi di euro dai 12 miliardi del 2021. 

Il braccio destro di Arnault è l’italiano Antonio Belloni.


Lvmh è saldamente guidata da Bernard Arnault, 72 anni,  che ha come principale collaboratore il manager italiano Antonio Belloni, direttore generale dal 2013. La capacità del management di avere una visione strategica di lungo termine è probabilmente la vera forza del gruppo e del titolo, che negli ultimi cinque anni è salito del 176%. Nello stesso periodo Kering ha guadagnato il 23% e Prada il 58%. 
Il parere degli analisti è assolutamente concorde: su 31 esperti che coprono il titolo, 27 consigliano di comprare (raccomandazione Buy o Outperform). La media dei target price è 781 euro, un obiettivo di prezzo più alto dell’11% rispetto all’attuale quotazione di 688 euro.

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