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L’EUR si riprende velocemente dopo l’IPC, lo XAU tende al ribasso

Pubblicato 31.03.2014, 13:59
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I mercati valutari hanno aperto la settimana all’insegna della debolezza. I tanti appuntamenti della settimana entrante probabilmente definiranno la direzione nelle contrattazioni delle valute del G10. La RBA annuncerà la sua decisione in materia di politica monetaria, HSBC/Markit renderà noto il PMI finale manifatturiero in Cina e il Giappone martedì pubblicherà l’indice Tankan. La BCE annuncerà la decisione sui tassi e il presidente Draghi interverrà giovedì. Infine, venerdì l’attenzione si sposterà sulle buste paga non agricole e sul tasso di disoccupazione negli USA. Nell’Eurozona, l’IPC di marzo, pubblicato stamattina, è sceso al minimo da più di quattro anni. L’EUR/USD è scivolato brevemente a 1,3725, ma dopo la pubblicazione dell’IPC ha recuperato interamente le perdite.

Per l’EUR non si mette in conto un nuovo intervento di politica dalla riunione della BCE di giovedì

L’EUR/USD apre la settimana sottotono. Dopo aver toccato il minimo da tre settimane a 1,3705 venerdì, l’eurodollaro rimane sotto pressione sotto 1,3800. La stima sull’IPC, pubblicata stamattina, è scesa allo 0,5% a marzo, minimo da più di quattro anni. L’EUR/USD è inciampato brevemente a 1,3725, ma poi ha rapidamente recuperato, risalendo ai livelli precedenti alla pubblicazione dell’IPC.

La BCE giovedì annuncerà la sua decisione di politica monetaria e dovrebbe mantenere invariato il corridoio dei tassi; il tasso di riferimento probabilmente rimarrà al minimo storico dello 0,25%, quello sui depositi allo 0,00% e il tasso marginale sui prestiti allo 0,75%. Sebbene il presidente della BCE Draghi abbia rinnovato il suo impegno a intraprendere misure aggiuntive qualora la situazione lo richiedesse, i livelli dell’EUR non riflettono scommesse accomodanti dopo la pubblicazione dell’IPC.

Nel suo discorso di sabato, Weidmann (BCE) ha detto che i prezzi bassi sono dovuti a fattori ciclici (come i prezzi bassi di energia e cibi non lavorati) nell’Eurozona, che Eurolandia non si trova in una spirale deflattiva e che la BCE non dovrebbe reagire in maniera eccessiva alle attuali dinamiche dei prezzi. A margine, rileviamo che, secondo noi, l’intervento di Weidmann è stato troppo ottimista. Considerando la disoccupazione a livelli record dell’Eurozona (pari circa al 12%), secondo noi le pressioni disinflattive sono dovute anche alla debolezza di base dell’economia dell’Eurozona. Siamo tuttavia curiosi di sentire cosa dirà Draghi sulle cifre sull’inflazione pubblicate oggi dopo la riunione della BCE alla conferenza stampa (di giovedì).

La RBA annuncia la sua decisione

Si apre una settimana cruciale per il corso dell’AUD. Domani la RBA annuncerà la sua decisione di politica monetaria e si prevede che manterrà invariato l’obiettivo per il tasso di cassa al 2,50%. Per quanto il governatore Stevens sembri improvvisamente meno preoccupato per i livelli dell’AUD, rimaniamo prudenti in vista di eventuali commenti accomodanti. Inoltre HSBC/Markit pubblicherà il PMI manifatturiero di marzo in Cina. Il dato definitivo dovrebbe confermare quello preliminare, pari a 41,81 punti, che corrisponde al minimo da 18 mesi per l’attività manifatturiera cinese. Se i timori del mercato trovassero conferma, prevediamo che torneranno a imporsi gli orsi dell’AUD. Venerdì saranno pubblicati i dati sulle buste paga non agricole negli USA. Stando al sondaggio di mercato di Bloomberg, a marzo l’economia USA dovrebbe aver creato 200.000 nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, a fronte dei 175.000 di febbraio. Questa settimana le notizie favorevoli dagli USA rappresentano un altro rischio al ribasso per le contrattazioni sull’AUD.

Dal punto di vista tecnico, l’AUD/USD ha aperto la settimana all’insegna della debolezza. La coppia rimane all’interno della zona di consolidamento rialzista (sopra il massimo del canale di trend rialzista di febbraio e marzo), gli indicatori di trend e momentum sono agevolmente rialzisti. Vediamo ordini d’acquisto per opzioni in scadenza oggi a 0,9230, un ulteriore supporto dovrebbe entrare in gioco a 0,9200/09 (esercizio delle opzioni / 50% di Fibonacci sulle vendite da ottobre 2013 a febbraio 2014). Da qui, eventuali notizie negative per l’AUD (RBA o PMI cinese) metteranno a rischio la media mobile a 200 giorni (0,9138). Sul lato ascendente, le prossime resistenze s’intravedono a 0,9339 (61,8% di Fibonacci) e 0,9499/0,9500 (76,4% di Fibonacci e livello psicologico).

La coppia AUD/NZD continua a essere richiesta sopra la media mobile a 21 giorni (attualmente a 1,0643). Gli indicatori di trend e momentum sono nettamente rialzisti, le offerte a 1,0700/13 (media mobile a 50 giorni) devono ancora essere liquidate. La resistenza chiave rimane a 1,0834, media mobile a 100 giorni e massimo dell’ampio canale di trend ribassista in atto da febbraio 2013.

Lo XAU tende al ribasso

S’intensificano le pressioni al ribasso sull’oro (XAU) perché le previsioni di una Fed falco sostengono la propensione per l’USD. Lo XAU/USD ha chiuso la settimana sotto 1.300 USD, vediamo che a questo livello si sta formando una discreta resistenza. Il quadro tecnico ribassista suggerisce un’estensione della debolezza nelle prossime settimane. La prima serie di supporti si trova a 1.278,5 USD (38,2% di Fibonacci sulla flessione da agosto a dicembre); il supporto chiave si trova a 1.242 USD, 23,6% di Fibonacci e punto di pivot del MACD del 3 febbraio, che ha segnato l’inversione a rialzista del trend dopo il calo in atto da agosto a dicembre.

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EURUSD L'EUR/USD tenta il rimbalzo in prossimità del supporto a 1,3708. Tuttavia, la struttura tecnica sottostante resta negativa. Resistenze orarie per un rimbalzo a breve termine possono essere trovate a 1,3779 (massimo infragiornaliero) e a 1,3847 (massimo 25/03/2014). Nel medio termine, la violazione del supporto a 1,3834 (minimo 11/03/2014, si veda anche il canale ascendente) insieme con le condizioni generali d’ipercomprato favoriscono un movimento al ribasso, verso il supporto a 1,3643. Il massimo recente a 1,3967 costituirà, probabilmente, una robusta resistenza.

GBPUSD La GBP/USD prosegue la salita dopo il test di successo del suo canale ascendente. La resistenza oraria a 1,6666 è attualmente sotto sfida. Un'altra resistenza può essere intercettata a 1,6718. I supporti ora si attestano a 1,6598 (minimo 28/03/2014) e a 1,6555 (minimo 27/03/2014). In un’ottica di più lungo periodo, una fuoriuscita al ribasso dal canale ascendente annullerebbe l’attuale inclinazione rialzista implicata dalla rottura della resistenza a 1,6668 (massimo 24/01/2014). Un forte supporto orizzontale si attesta a 1,6220 (minimo 17/12/2013).

USDJPY L'USD/JPY ha migliorato la struttura tecnica rompendo la resistenza a 102,68. Un’ulteriore resistenza a breve termine viene favorita. Le resistenze orarie si attestano a 103,43 e a 103,76. I supporti orari sono disponibili a 102,68 (resistenza precedente) e a 102,43 (massimo 27/03/2014). Prevarrà un’impostazione rialzista di lungo periodo finché terrà il supporto chiave definito dalla media mobile a 200 giorni (intorno a 100,63) e a 99,57 (si veda anche la linea di trend ascendente dal minimo segnato il 13/06/2013 a 93,79). Un importante resistenza si attesta a 110,66 (massimo 15/08/2008).

USDCHF L'USD/CHF continua a macinare più alto. Tuttavia, monitorate la mancanza di coerenza dopo il passaggio oltre 0,8874 (38,2% del ritracciamento), soprattutto considerando le resistenze a 0,8896 e a 0,8930. Supporti orari sono dati da 0,8834 (minimo infragiornaliero) e dalla linea di tendenza in ascesa (attorno a 0,8807). In una prospettiva di più lungo respiro, la struttura in atto da 0,9972 (24/07/2012) viene vista come una grande fase correttiva. I recenti miglioramenti tecnici suggeriscono un indebolimento delle pressioni di vendita.

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