I mercati asiatici hanno mostrato un andamento sommesso, in generale lievemente positivo, sulla scia dei discreti rialzi di venerdì a Wall Street. Il Nikkei ha ceduto lo 0,15% per effetto del rialzo dello JPY contro l’USD (1,24%).
L’USD/JPY ha corretto al ribasso, ma il supporto a 111,36 dovrebbe idealmente tenere. L’Hang Seng ha guadagnato lo 0,90% e l’indice composito di Shanghai lo 0,46%. Nel complesso, però, il sentiment rimane cauto e gli investitori hanno adottato un approccio attendista.
L’USD si è indebolito in modo generalizzato perché gli investitori riesaminano le operazioni basate sulla “Trumpflazione”. Il greggio continua a essere oggetto di pressioni a vendere, mentre cresce lo scetticismo su un accordo fra i principali membri produttori dell’OPEC.
L’agenzia Reuters ha riferito che lunedì l’Arabia Saudita non parteciperà al vertice fra produttori OPEC e non OPEC. Il mancato accordo su un taglio significativo della produzione continuerà a pesare sui titoli USA.
Il contratto front month sul WTI è scivolato a 45,14 USD, fermando il rialzo, pari quasi al 5%, segnato la settimana scorsa.
Sui mercati valutari emergenti, con il calo dei rendimenti USA sono diminuite anche le pressioni sulle divise ad alto rendimento.
Finalmente l’oro registra una pausa nelle pressioni a vendere e ha compiuto un rally fino a 1.194 USD, ma il rimbalzo sembra dovuto alle prese di profitto e non a un cambiamento del sentiment.
In Cina, dai dati emerge che a ottobre i profitti nel settore industriale sono aumentati del 9,8% a/a rispetto al 7,7%, grazie a un miglioramento delle vendite e a prezzi più elevati, ulteriore conferma della stabilizzazione costante dell’economia. In Francia, domenica François Fillon ha vinto nettamente le primarie repubblicane (superando Juppe, con il 66% dei voti contro il 34%), diventando il candidato favorito a vincere le elezioni presidenziali contro la sinistra divisa e la destra, che gode di una popolarità marginale.
L’Organizzazione Mondiale per il Commercio dovrebbe annunciare che Boeing (NYSE:BA) ha ottenuto aiuti illegali per il suo aereo a lunga tratta. Sarà interessante vedere quali saranno le reazioni del presidente designato Trump, considerati i suoi commenti negativi sull’OMC e la sua impostazione protezionista.
Oggi ci sono pochi appuntamenti economici in calendario; Draghi (BCE) risponderà alle domande del Parlamento Europeo sull’economia dopo la Brexit. In vista di eventi a rischio come il rapporto sulle buste paga USA e il referendum italiano nel fine-settimana, dovremmo assistere a scambi limitati nei prossimi giorni.
L’EUR/USD ha completato una piccola base, segnale di una ripresa verso 1,0742/60, area in cui le vendite dovrebbero rallentare. In primo piano ci sono anche le operazioni legate al petrolio e all’energia, perché a Vienna l’OPEC avrà altri colloqui con paesi non membri, fra cui la Russia, su come frenare l’eccedenza di offerta globale.
Negli USA, l’indice sul manifatturiero della Fed di Dallas dovrebbe salire a 1,5 rispetto ai -1,5 punti del rilevamento precedente.