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Malgrado il vortice polare, i tori del gas naturale hanno poco da festeggiare

Pubblicato 07.02.2019, 16:00
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

È finito l’inverno per i tori del gas naturale?

È una domanda che sconcerta chi ha posizioni long sull’Henry Hub mentre il mercato del gas attende i dati che potrebbero mostrare una riduzione straordinaria per via del vortice polare della scorsa settimana, anche se le attuali temperature miti in alcune parti degli Stati Uniti nordorientali indicano che il dato della prossima settimana potrebbe essere ribassista.

Natural Gas 5-Hour Chart

Il cambiamento dei fondamentali climatici ha portato i future del gas naturale sulle montagne russe nelle ultime due settimane, facendoli passare da sopra i 3 dollari per milione di BTU del 25 gennaio al minimo di nove mesi di 2,639 dollari per mmBtu del 5 febbraio.

Dominick Chirichella, a capo dell’Energy Management Institute di New York, afferma che una nuova ondata di freddo artico che interesserà gli Stati Uniti centrosettentrionali nei prossimi 11-15 giorni potrebbe comportare qualche altro giorno di temperature inferiori alla norma.

Ma dovrebbe essere controbilanciato da un’altra ondata di clima mite fuori stagione negli Stati Uniti centrali ed orientali che potrebbe portare le temperature ben al di sopra della norma, puntualizza.

In pochi vogliono essere long sul gas perché il clima freddo sembra destinato a durare poco

Aggiunge Chirichella: “I partecipanti al mercato sono riluttanti a salire a bordo dal lato long, in quanto il clima freddo sembra destinato a durare poco”.

Scott Shelton, broker dei future energetici per ICAP (LON:NXGN) a Durham, Nord Carolina, afferma che lo spread marzo-aprile dell’Henry Hub, che segnala la fine della stagione invernale di riduzione per il gas e l’inizio del periodo di iniezione per l’estate, è stato privo di volatilità, segnale che si prevedono poche sorprese nel periodo di transizione dall’inverno all’estate.

Sebbene la primavera non comincerà ufficialmente prima del 21 marzo, per Shelton sembra insignificante per i tori del gas aggiungere nuove posizioni invernali.

L’analista aggiunge nel suo report sul gas di ieri mattina:

“Il problema rimane che il clima più freddo del normale delle ultime due settimane di febbraio non genererà abbastanza HDD da creare un massiccio cambiamento a fine marzo, ecco perché agli HJ non importa e restano ancora vicino ai minimi”.

Gli HDD misurano di quanti gradi la temperatura media giornaliera è inferiore ai 65 gradi Farenheit (18 gradi Celsius) e vengono usati per stimare la domanda per il riscaldamento di abitazioni e uffici. HJ è il simbolo del contratto di marzo-aprile per il gas naturale.

Secondo quanto riportato ieri da Reuters, la scorsa settimana durante il vortice polare si sono registrati 241 gradi giorno di riscaldamento (HDD), rispetto ai 167 della stessa settimana dell’anno scorso ed alla media trentennale di 196 sul periodo.

Il passaggio a temperature sotto lo zero dal Midwest al Nordest degli Stati Uniti rispetto al freddo moderato della settimana precedente dovrebbe influire molto sui dati sulla riduzione delle scorte di gas della Energy Information Administration attesi alle 10:30 ET (15:30 GMT).

Gli analisti intervistati da Reuters stimano che gli impianti USA hanno probabilmente registrato un calo molto più alto del normale, pari a 245 miliardi di piedi cubici di gas naturale nelle scorte la scorsa settimana, in quanto le temperature gelide hanno fatto aumentare la domanda per il riscaldamento nel paese. La riduzione per la settimana terminata il 1° febbraio va confrontata con quella di 116 miliardi di piedi cubici dell’anno scorso e con la media quinquennale di 150 miliardi di piedi cubici sul periodo.

Nella settimana precedente, conclusasi il 25 gennaio, le scorte di gas sono diminuite di 173 miliardi di piedi cubici.

Dimenticate le strategie invernali, ci sono pochi incentivi anche per la posizione di rifugio estiva

Con la riduzione delle strategie invernali, i trader stanno attivamente cercando i giusti rifugi estivi dove ripararsi se le scorte di gas dovessero restare basse e la potenziale ondata di calore di luglio-agosto dovesse comportare poco combustibile per i condizionatori d’aria. Ma la produzione da record di gas ha garantito che i periodi di domanda acuta come quello della scorsa settimana vengono compensati rapidamente.

Shelton nota che lo spread JV che copre il periodo di metà primavera di aprile fino a quello di metà autunno di ottobre ha avuto poca volatilità sfruttabile dai trader al momento. Riferendosi alla posizione hedge fund del mese prossimo, afferma:

“Anche se la riduzione dovesse essere grande per la settimana scorsa, penso che l’offerta naturale per lo spread del gas naturale quest’estate sia ora diminuita, al contrario dell’estate scorsa, e che l’indebolimento continuerà fino a quando non ci sarà uno short significativo da parte dei CTA”.

Dan Myers, analista del gas naturale di Gelber & Associates a Houston, è d’accordo con Shelton e aggiunge:

“La prima settimana intera di febbraio probabilmente vedrà un calo delle scorte di meno di 100 miliardi di piedi cubici, spazzando via la maggior parte dell’effetto di cambiamento precedente sul deficit delle scorte”.

“Le riduzioni nel corso di febbraio hanno ancora la possibilità di superare la media quinquennale man mano che il freddo negli Stati Uniti occidentali e centrali tenterà di spostarsi verso est. Ma il clima normale/mite generale che persiste in aree del sudest e del Medio Atlantico nelle previsioni a lungo termine ha finora impedito che questo influisca significativamente sui prezzi”.

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