Si esaurisce la spinta rialzista venerdì, dopo il mancato rialzo da parte della Federal Reserve.
Concludono infatti la settimana in territorio negativo i principali indici europei e statunitensi.
Wall Street conclude la settimana con i principali listini, Dow Jones, Nasdaq ed S&P 500 in calo di circa mezzo punto percentuale.
In Europa peggior performance per le piazze periferiche. Milano archivia la seduta in calo di 1,11 punti percentuali in area 16.452 punti, preceduta soltanto da Madrid.
L’IBEX alla chiusura registra infatti una perdita di 1,25 punti percentuali.
A pesare sul listino milanese invece soprattutto il comparto bancario con perdite di oltre tre punti percentuali per UBI Banca (MI:UBI) ed Intesa (MI:ISP) San Paolo.
Male anche MPS (MI:BMPS) ( -1,88%) e BPER (MI:EMII) ( -2,93%).
In controtendenza invece Unicredit (MI:CRDI) in rialzo di 1,32 punti percentuali dopo la conferma del rating Buy da parte di Goldman Sachs con target sul titolo a 3,8 euro per azione.
Contengono le perdite le altre borse europee, Francoforte -0,44%, Parigi -0,47%. Invariata invece la borsa di Londra la quale archivia gli scambi con una variazione negativa di appena 0,03 punti percentuali.
A pesare sui listini continentali sicuramente le prese di beneficio degli operatori che hanno preferito monetizzare i rialzi realizzati dopo la Fed, ma anche la lettura deludente dei dati PMI dell’eurozona.
L’indice composito di agosto risulta infatti pari a 52,6 punti a fronte del livello del mese precedente di 52,9, mentre l’indice relativo il settore dei servizi mostra un dato di 52,1 a fronte di un livello precedente di 52,8. In rialzo invece il dato PMI inerente il settore dei servizi da 51,7 di agosto a 52,6.
Conclude la settimana scorsa in forte calo anche il petrolio. Nella giornata di venerdì sia WTI che Brent registrano cali di oltre tre punti percentuali mentre si avvicina la tensione per il meeting di Algeri in calendario questo mercoledì. Secondo le indiscrezioni sembra allontanarsi un eventuale accordo per il congelamento della produzione dopo l’apparente indisponibilità di Theran ad un accordo.
Apparente marcia indietro anche per la Russia, la quale prima di partecipare ad un accordo sarebbe intenzionata a verificare prima l’univoca linea di condotta all’interno dell’OPEC.
Sul fronte valutario c’è da segnalare la forte svalutazione della Sterlina nella giornata di venerdì nei confronti del biglietto verde (-0,92%) e della moneta unica (+1,08%) dopo le dichiarazioni del ministro degli esteri britannico Boris Johnson, il quale ha riferito che il Regno Unito sarebbe pronto a ricorrere all’articolo 50 all’inizio del prossimo anno.
Osservando il calendario macroeconomico di questa settimana, questo lunedì suggeriamo di monitorare la diffusione del’ indice IFO sulla fiducia delle aziende tedesche di settembre in mattinata.
Nel pomeriggio verranno rilasciati invece i dati statunitensi sulle vendite di abitazioni di agosto previsti in riduzione rispetto ad i livelli precedenti. Sempre nel pomeriggio parleranno due esponenti del FOMC, Kaplan e Tarullo, dalle dichiarazioni dei quali si potrebbero avere delle indicazioni circa le eventuali prossime mosse della FED per quanto riguarda la questione rialzo dei tassi.
Marco Miranda
UCapital Financial Advisor