Market Brief
Mercati azionari asiatici stabili
Fatta eccezione per la Cina, gli indici azionari regionali asiatici hanno chiuso in positivo.
I future sui listini azionari europei puntano a un’apertura in rialzo. Dopo una fase prolungata di contrazione, i dati commerciali cinesi di dicembre hanno superato le attese, esportazioni e importazioni sono calate meno del previsto e mostrano segnali di miglioramento. Pur non brillanti, le cifre sono state sufficientemente incoraggianti da sostenere il sentiment. I dati commerciali di altri partner regionali, come quelli pubblicati in Corea del Sud, non sono stati altrettanto positivi.
In Giappone, a novembre gli ordinativi di macchinari industriali sono cresciuti del 2,8% a/a, per un valore pari a 309,635 miliardi di yen. Il Nikkei ha guadagnato il 2,88%, l’Hang Seng l’1,73%, invece l’indice composito di Dow Jones Shanghai ha ceduto un altro 2,45%.
Su USD e JPY sono piovute le vendite perché è ritornata la propensione al rischio. I tanto bistrattati dollari australiano e neozelandese hanno fatto trainato i guadagni fra le valute del G10.
Per quanto riguarda le valute dei mercati emergenti, KRW, MYR e IDR hanno fatto registrare i guadagni maggiori contro le valute rifugio sicuro. La quotazione dell’USD/CNY è rimasta virtualmente invariata, a quota 6,563. L’AUD/USD ha compiuto un rally da 0,6980 a 0,7049, perché gli investitori hanno liquidato i corti in eccesso sulla coppia.
La solida offerta a 0,7070 rallenterà il momentum rialzista dell’AUD. Anche il leggero rialzo dei prezzi del greggio, salito dai minimi da 12 anni per la prima volta da 8 giorni, ha aiutato le divise legate alle materie prime. Il greggio Brent front-month si aggira in modo incerto intorno a 31,00 USD (WTI 30,70 dopo essere sceso ieri sotto i 30 dollari), tuttavia, visto che sta per scadere il divieto sull’esportazione di greggio USA in vigore da quarant’anni, crescono i rischi al ribasso.
La bilancia commerciale cinese si è allargata più del previsto, con le esportazioni al -1,4% (previsione: -8,0%) e le importazioni al -7,6% (previsione: -11,0%). Il surplus commerciale ovviamente non è eccezionale, piuttosto un bagliore nel buio tutt’intorno. È interessante notare che il volume delle importazioni delle principali materie prime a dicembre è aumentato grazie ai prezzi più bassi.
Passando ad altri dati, a dicembre in Cina le vendite di veicoli sono aumentate del 15,4%, quelle di veicoli destinati al trasporto di passeggeri del 18,3%. Continuiamo a ritenere che la debolezza dei mercati azionari cinesi sia dovuta alla cattiva gestione dell’attuale politica e agli errori dei regolatori, piuttosto che a nuovi segnali di problemi più gravi per l’economia cinese. L’andamento delle borse e le prospettive sull’economia cinese inizieranno a scindersi, e si attenueranno le attese di un contagio globale.
Con l’aumentare della volatilità, sono calate costantemente le curve dei rendimenti dei titoli USA a breve scadenza. I rendimenti dei titoli USA a 2 anni ora sono inferiori al livello precedente al rialzo dei tassi della Fed a dicembre. Poiché ora sappiamo che due membri del FOMC (fra cui il rappresentante della Fed di New York) non hanno votato a favore del rialzo del tasso, e alla luce dei subbugli sui mercati globali (terzo mandato della Fed), riteniamo che la probabilità di un rialzo del tasso a marzo sia scesa notevolmente. Q
uesta settimana ci sono pochi appuntamenti nel calendario economico USA, pertanto l’assenza di dati supplementari a supporto del corso graduale dei tassi della Fed farà rimanere debole l’USD. Infine, questa settimana è iniziata ufficiosamente la stagione delle trimestrali (quarto trimestre 2015): le attese sono molto basse, gli utili per azione (EPS) sono previsti in calo del 5% e la crescita degli utili dovrebbe essere di nuovo negativa.
Gli operatori monitoreranno la produzione industriale nell’UE e il Libro Beige negli USA.