Mercato azionario cinese: diamante grezzo o eterno incompiuto?

Pubblicato 01.09.2023, 08:52
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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È ormai da circa 10 anni che il consenso degli operatori di borsa vede la Cina come il principale competitor degli USA per potenza politica ed economica nonché come mercato azionario a maggiore rendimento atteso, ma i fatti sembrano rappresentare una realtà economico-finanziaria che non riesce ancora a consacrarsi.


Partiamo dalle evidenze empiriche.


Il mercato azionario cinese negli ultimi 10 anni è stato protagonista di un importante trend ribassista, nel periodo in cui quello statunitense ha registrato nuovi massimi pur avendo l`economia USA mostrato tassi di crescita annuali inferiori rispetto a quella cinese.
Lo SSE Composite Index e il CSI 300 Index hanno registrato negli ultimi 8 anni una performance negativa cumulata di circa -38% e -30%, a fronte delle solide e positive performance dei 3 indici americani pari rispettivamente a circa +122% per l`S&P 500, +194,5% per il Nasdaq Composite e +96,16% per il Dow Jones Index.


Per ciò che concerne i rendimenti del 2023, il mercato cinese è in negativo di circa il -0,62% con lo SSE Composite Index e il -2,5% con il CSI 300 Index, in netta antitesi con le performance americane dell` S&P 500, Nasdaq Composite e Dow Jones, pari rispettivamente a circa +18%, +35% e +5,18%.


Con un P/E ratio pari a circa 12, nettamente inferiore ai P/E degli indici americani compresi tra 22 e 25, è indubbiamente lecito chiedersi perché il mercato azionario cinese non sia riuscito a decollare e quali siano le sue prospettive, considerando l`andamento dell`economia cinese e l`evoluzione delle dinamiche geopolitiche.


In effetti a questi livelli il mercato azionario cinese potrebbe essere considerato sottovalutato rispetto a quello americano, soprattutto se si considerano le ultime trimestrali dei giganti tech cinesi come Alibaba, che ha registrato il record storico di utili ma quota a sconto di circa il 20% rispetto ai competitor d`oltreoceano.


Ma il punto è questo: si tratta di quotazioni a sconto oppure effettivamente la massima secondo cui “il mercato ha sempre ragione” è ora più che mai vera? Scopriamolo insieme.


Nel 2012, con l`ascesa di Xi Jinping, il quale ha eliminato la scadenza del suo mandato (il suo mandato ora è a vita) e ha accentrato tutti i poteri nella sua figura, la Cina ha perseguito una serie di obiettivi in termini di riforme economiche ed apertura ai mercati esteri senza eguali nella storia. Il problema è che la tanto decantata apertura ai mercati e quindi agli investitori stranieri sembra in realtà un controsenso, se si tiene conto del fatto che la realtà cinese risulta essere estremamente condizionata dall´intervento ingombrante del governo e dalla scarsa trasparenza delle informazioni.


Indubbiamente, con la ripresa post-Covid, ci si aspettava un ritorno vigoroso della Cina in termini di PIL che in parte c`è stato subito dopo la fine del lockdown prolungato, ma i dati iniziano a mostrare un rallentamento dell`economia e una deflazione persistente che, associati ad un indebitamento importante, influenzano negativamente le aspettative di crescita.
Certamente gli USA hanno un indebitamento “monstre” ma, possedendo la valuta di riserva mondiale, possono contare sul fatto che la Federal Reserve stampi nuova moneta e permetta loro di contrarre nuovi prestiti, con la consapevolezza che il loro debito (e quindi la loro moneta) continui ad essere acquistata dagli investitori. Ciò è possibile in quanto il dollaro ha effettivamente un valore globalmente riconosciuto, basti pensare già solo al suo ruolo da protagonista nella maggior parte delle transazioni internazionali.
A tal proposito, dal 22 al 24 agosto scorsi, si è tenuta la riunione dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e sul piatto c`è stata proprio la proposta di una nuova moneta unica, tra gli stessi BRICS,  alternativa al dollaro proprio  per “fronteggiare” l`Occidente ed avviare un`ambita “de-dollarizzazione”  almeno di parte dell’economia mondiale ( i BRICS attuali e quelli aspiranti controlleranno più di 1/3 del PIL mondiale).


Ma siamo sicuri che basti l`intenzione e la redazione di una serie di norme per conferire ad una nuova moneta lo status di “valuta di riserva” o quantomeno valuta competitiva?
Se si pensa alle caratteristiche di una valuta di riserva, bisogna necessariamente considerare 3 aspetti: % di utilizzo della valuta nelle transazioni internazionali, trasparenza e stabilità del governo che ne fa da garante, aspetti che, come detto in precedenza, rendono il dollaro un bene rifugio.


Ecco il vero motivo per cui il mercato azionario cinese non è decollato e le prospettive a medio-lungo termine cominciano a ridimensionarsi: la trasparenza sempre minore sulla salute dell`economia e la percezione da parte degli investitori di un rischio paese sempre piú importante.
È evidente come i conflitti economico-commerciali della Cina con l`Occidente e in particolare con gli USA, così come la mancata trasparenza sulla qualità dei dati economici comunicati non aiutino il mercato azionario cinese. Non ultima è la notizia che il governo cinese ha deciso di interrompere la comunicazione al mercato dei dati sulla disoccupazione giovanile che, nella rilevazione più recente, sono stati di gran lunga peggiori delle attese.


Per far sì che le azinoi cinesi si riprendano e rispecchino fedelmente la crescita economica, che ha comunque visto la Cina tra i protagonisti negli ultimi 10 anni al netto dell´inversione negativa di alcuni trend economici dell´ultimo periodo, è imprescindibile l’assoluta trasparenza del governo nei confronti dei partecipanti al mercato.


Gli investitori richiedono un premio per il rischio sempre più alto per investire nelle azioni cinesi, nonostante la comunicazione di dati economici positivi e in costante miglioramento negli ultimi 10 anni (stando alle rilevazioni ufficiali).
 Ciò dimostra che l`attrattività di un mercato agli occhi degli investitori stranieri è prima di tutto funzione del grado di trasparenza e affidabilità del mercato stesso e, consequenzialmente, della tutela degli investitori ad essi riservata dalle Autorità di quel Paese.
Solo in questo modo, al netto di rally di breve dovuti a politiche di espansione monetaria da parte della Banca Popolare Cinese e politiche fiscali espansive da parte del governo, sarà possibile assistere ad un trend rialzista solido e credibile  di medio-lungo periodo.

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