Market Brief
La maggior parte dei mercati regionali asiatici recuperano un po' di colore da mercoledì malgrado i dati economici deludenti provenienti dal Giappone. La produzione industriale del Paese è scesa inaspettatamente nel mese di agosto, sollevando timori per il rallentamento del Giappone e gettando le basi per un ulteriore stimolo monetario. Le stime preliminari hanno mostrato che la produzione industriale ha subito una contrazione pari a -0,5% m/m nel mese di agosto; un dato inferiore a quello dell’aumento previsto del mercato dell'1%, ma oltre la contrazione del -0,8% del mese precedente. Su base anno/anno, la produzione degli impianti industriali ha registrato una crescita dello 0,2% a/a, al di sotto delle stime di mercato dell’1,8%, ma oltre il dato piatto a partire da luglio. Le vendite al dettaglio deludono, a conferma della debolezza dell'economia nipponica. I dati mostrano una propensione morbida, segnando lo 0,8% a/a ad agosto, su una scia più debole a fronte dell'incremento previsto di mercato dell’1,2% e dell'aumento rivisto dell'1,8% nel mese di luglio. Il Nikkei e l'indice Topix seguono un andamento positivo di +2,46% e +2,59% sulla scia dei dati recenti che spingono gli investitori a una rivalutazione delle prospettive di un aumento dello stimolo monetario della BoJ.
Altrove in Asia, l’Hong Kong Hang Seng è salito dell’1,62%, mentre il maggiore indice azionario della Cina continentale, lo Shanghai Composite, segna un’aumento dello 0,72%. Il Kospi della Corea del Sud ha aggiunto l’1,03% e l'Indiano Sensex +0,78%. La risposta dello yen ai dati ha subito una mutazione con l’USD/JPY che ha continuato a operare defilato tra 119,06 e 121,33.
Le concessioni edilizie in Australia segnano un’ascesa del 5,1% su base annua nel mese di agosto; il dato è inferiore alle previsioni medie di mercato del 7,4% e della revisione verso l'alto del 17,9% del mese di luglio. Nel mese di agosto, il credito del settore privato è salito del 6,3% a/a, battendo il consenso del 6,2% e il dato precedente del 6,1%. L’AUD/USD permane a galla attorno a 0,70. Una resistenza può essere trovata a 0,7043 (massimo dal 24 settembre), mentre sul versante discendente un primo supporto giace a 0,6939 (minimo dal 29 settembre), una secondo a 0,6896 (minimo dal 6 settembre).
In Nuova Zelanda, la fiducia delle imprese segna un miglioramento nel mese di settembre pasando da -29,1 a -18,9. Le prospettive di attività (a 16,7 da 12,2), le esportazioni (a 17,9 da 11) e l'edilizia residenziale (a 28,6 da 12,1). L’NZD/USD continua a recuperare dell’1,25% dal suo minimo di ieri a 0,6370.
Stamane in Europa i mercati future puntano verso il rialzo. Il DAX è à +1,53%, il CAC 40 a +1,66%, lo SMI a +0,96%, mentre il FTSE ha guadagnato +1,10%. La pressione di vendita della sterlina acquista sempre più vigore a causa della prospettiva sempre più al lumicino di un aumento del tasso di interesse da parte della BoE. La sterlina testa i livelli osservati per l’ultima volta a maggio 2015 e nulla pare in grado di arrestare la coppia GBP/USD nel movimento ribassista.
Attualmente gli operatori osservano il tasso di disoccupazione della Germania, dell'Italia e della zona Euro; il PIL nel 2T del Regno Unito; il rapporto sull'inflazione in Italia e nella zona euro; le richieste di mutui, il cambiamento occupazionale ADP e l’indice PMI di Chicago dagli Stati Uniti.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd