Migliori acquisti su AUD e NZD su dati IPC cinese

Pubblicato 10.02.2015, 11:36
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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Market Brief

Il biglietto verde si è indebolito nei confronti delle altre valute del G10 e della maggioranza delle divise dei mercati emergenti, perché la bozza del G10 rileva rischi di stagnazione sull’onda della persistente debolezza della domanda e della bassa inflazione. Il G20 ha rilevato inoltre la crescita debole di Giappone ed Eurozona e ribadito la necessità di interventi monetari e fiscali incisivi in caso di necessità. I rendimenti dei decennali USA rimangono sotto il 2%, mentre i rendimenti periferici dell’Eurozona e quelli giapponesi sono in lieve rialzo.

In Cina, a gennaio l’IPC è cresciuto meno del previsto, attestandosi allo 0,8% (rispetto all’1,0% previsto e all’1,5% precedente) su base annua, minimo da 5 anni. I prezzi alla produzione sono calati del 4,3% a/a (rispetto al -3,8% previsto e al -3,3% precedente). La debolezza dei prezzi del petrolio e delle materie prime, sommata alla ripresa fiacca, riaccende le attese di un nuovo intervento della PBoC. Siamo pronti a un nuovo taglio dei tassi da parte della PBoC, volto a evitare strozzature nella liquidità prima delle festività del Capodanno Lunare. L’USD/CNY viene scambiato sotto la linea di conversione di Ichimoku (6,2488). Una violazione sopra questo livello dovrebbe spianare la strada a nuovi massimi dell’anno (6,2674 fatto registrare il 30 aprile), grazie anche alle opzioni call standard a 6,25+. Si osserva supporto in corrispondenza della linea di base a 6,2243.

L’AUD e l’NZD hanno ottenuto una piccola spinta in scia alle speculazioni di una PBoC colomba. L’AUD/USD è salito a 0,7842, il giudizio è leggermente positivo prima del rapporto sull’occupazione di giovedì. Il MACD (12-26) entrerà in territorio positivo in caso di chiusura giornaliera superiore a 0,7832, anche se c’è una solida resistenza a 0,7953/0,8000 (media mobile a 21 giorni / esercizio delle opzioni). La coppia NZD/USD è passata di mano nella stretta fascia compresa fra 0,7393 e 0,7439. Ci sarà un’inversione rialzista di breve termine se verrà superata la resistenza a 0,7450/0,7493 (resistenza di febbraio / media mobile a 21 giorni).

La coppia GBP/USD viene scambiata nei pressi del massimo del canale di trend ribassista in atto da settembre 2014 a febbraio 2015. I tori della GBP non si sbilanciano prima del rapporto sull’inflazione del 12 febbraio. La debolezza dei prezzi al consumo, dovuta soprattutto alla fiacchezza dei mercati petroliferi, permette alla BoE di essere flessibile e mantenere un’impostazione di politica monetaria da colomba. Il rapporto sull’inflazione di giovedì potrebbe potenzialmente innescare nuovi orsi della GBP e capovolgere l’attuale sentiment rialzista. La coppia EUR/GBP consolida le perdite sui minimi dell’anno, appena sopra il supporto a 0,74. Le barriere per le opzioni si susseguono sotto 0,7450/0,7400, pronte a conferire ulteriore supporto alla GBP contro l’EUR, visto che il sentiment per la moneta unica rimane nettamente negativo in scia ai timori di uscita della Grecia.

L’USD/TRY testa le offerte a 2,50; l’inversione della curva dei rendimenti dei titoli di stato a scadenza breve conferma le tensioni sul potenziale taglio del tasso alla riunione del 24 febbraio, se la banca centrale si arrenderà alle pressioni esercitate dal presidente Erdogan per tassi più bassi. Stando all’agenzia di stampa locale Hürriyet, il 7 febbraio Basci ha lasciato la sua casa di proprietà dello stato. La potenziale esclusione del governatore Basci, dovuta alla sua riluttanza a procedere a un taglio del tasso alla riunione del 4 febbraio – semplicemente perché non era una decisione giusta rispetto al mercato e non avrebbe rispecchiato il premio sui rischi economici e politici della Turchia – farà aumentare i timori sull’indipendenza della banca centrale turca e dovrebbe innescare una discreta volatilità sugli asset denominati in lira turca. Alla luce dei rischi politici, rimaniamo nelle retrovie per quanto riguarda la TRY e gli investimenti in TRY.

A seguire il calendario economico odierno: tasso di disoccupazione e IPC m/m e a/a di gennaio in Svizzera; produzione manifatturiera m/m e a/a di dicembre in Francia, Italia e Regno Unito; transazioni immobiliari a/a di dicembre in Spagna; IPC e IPP, incluso il petrolio, m/m e a/a di gennaio in Norvegia; indice NFIB sull’ottimismo delle piccole imprese di gennaio, scorte e vendite all’ingrosso m/m di dicembre negli Stati Uniti; stima NIESR sul PIL di gennaio nel Regno Unito; indice JOLTS sulle posizioni aperte di dicembre negli Stati Uniti.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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