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Morning adviser, Borse da record

Pubblicato 19.07.2013, 09:08
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Nuovi massimi di sempre per gli indici azionari più importanti al mondo, S&P500 e Dow Jones, con il primo che ha toccato quota 1.693 punti e il secondo che si è spinto fino a 15.590 rispetto ai massimi precedenti assoluti del 22 Maggio scorso. Diversi gli elementi a suffragio di questi rialzi di portata storica: di minore impatto ma comunque rilevanti, un calo delle richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione ai minimi da 4 mesi e un aumento dell’ Indice Produzione FED di Philadelphia di oltre il doppio rispetto alle attese e su livelli che non si vedevano dal Marzo 2011, ma soprattutto le ottime trimestrali di alcuni colossi finanziari (e non) e le riassicurazioni di Ben Bernanke circa il fatto che l’”easy Money” continuerà ad essere iniettato nel sistema, denaro facile che è stato l’unico vero trascinatore dei prezzi dell’azionario in questi mesi. Il Chairman della Fed, che ieri ha depositato il rapporto Fed semestrale al Senato USA, ha ribadito circa il fatto che il tapering del Quantitative Easing 3 avverrà ed auspicabilmente finirà entro la metà del 2014, e soprattutto ha insistito sulla questione per la quale la politica monetaria della Fed resterà accomodante e che un’eventuale innalzamento dei tassi di interesse è da escludere fino a quando l’inflazione non sarà normalizzatasi e il tasso di disoccupazione non avrà raggiunto il target del 6,5%. Nulla di nuovo quindi, semmai di più chiaro, per un mercato che aveva visto poco più di una settimana fa il ribaltamento delle aspettative costruite in seguito al meeting del FOMC del 19 Giungo. E il mercato azionario, in particolare, ha reagito nel senso che nonostante alcuna della liquidità ora presente in circolazione sarà drenata probabilmente già dai prossimi mesi, i tassi resteranno ancorati ai minimi e che quindi potrà essere sostenuto dai fondamentali economici in miglioramento. E ciò si è riflesso anche sulle Borse europee le quali sono state a loro volta sostenute dalla BCE che ha deciso di allentare i requisiti richiesti per gli Asset Backed Securities, ovvero sia titoli il cui valore dipende da attività finanziarie che escludono i mutui immobiliari e che le banche sono solite presentare come collaterale per le richieste di liquidità appunto alla Banca Centrale Europea; in pratica Francoforte accetterà dei titoli con rating inferiore nel tentativo di smuovere l’ingessato circuito del credito dell’Eurozona, dopo il sostanziale fallimento delle operazioni LTRO dal punto di vista del meccanismo di trasmissione all’economia reale e il mantenimento del tasso di deposito a 0, tasso che se diventasse negativo (le banche in questo caso pagherebbero un interesse alla BCE per detenere liquidità overnight presso i suoi forzieri) quantomeno potrebbe riattivare il circuito del credito interbancario con auspicabili, anche se differiti, riflessi sul sistema produttivo.

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Va detto che le due banche centrali in qualche modo hanno calmato le acque sui mercati e i fantasmi di inasprimento delle tensioni che da sempre accompagnano i mesi estivi potrebbero essere se non altro allontanati, fermo restando che le vere soluzioni sono ben lungi dall’essere trovate soprattutto se si pensa all’Eurozona (basti osservare i rendimenti delle ultime aste dei titoli di stato dei vari paesi). Dal punto di vista del mercato valutario, considerando che le indicazioni provenute anche dalla Fed hanno confermato il perdurare dei tassi d’interesse minimi, è possibile dunque attendersi rafforzamenti ulteriori del dollaro sui fondamentali USA i quali forniranno il timing per cambiamenti di politica monetaria e quindi per modificare scelte di investimento/trading; se i fondamentali non proseguiranno nel loro trend in crescita, sarà lecito attendersi ampie correzioni, in particolare per quanto concerne l’eurodollaro che farà fronte a numerosi rischi legati ad eventi politici nei prossimi mesi. Dal punto di vista dei market mover di breve, oggi avremo invece l’inizio del G20 dei ministri finanziari e dei banchieri centrali e questo weekend vi saranno le elezioni della Camera Superiore del Parlamento Giapponese le quali potrebbero vedere un indebolimento o un rafforzamento per il partito di Abe con possibili impatti legati alle aspettative circa la prosecuzione delle sue politiche economiche. Gli effetti sullo yen, già peraltro apprezzati nella notte, potrebbero ripercuotersi alla riapertura dei mercati di domenica sera con probabili (e significativi) gap.

EUR/USD
Abbiamo assistito ieri a dei tentativi di rotture ribassiste sotto 1,3090 che tuttavia non sono andate oltre i primi supporti di breve a 1,3065 su cui invece il prezzo è rimbalzato fino a violare l’importante resistenza statica a 1,3120 ed approdare in maniera molto precisa a 1,3150. La situazione tecnica continua perciò a non essere particolarmente indicativa laddove c’è assenza di direzionalità e sono frequenti i cambi di quest’ultima anche nel brevissimo. Le vendite potrebbero ora riguardare il cambio sotto 1,3150 per ritorni proprio a 1,3120 che, se tenesse anche grazie al transito della media mobile esponenziale a 21 periodi sul grafico orario, riporterebbe il cambio proprio a 1,3150 per possibili break fino a 1,3175 con estensioni a 1,3210. Sotto 1,3120 restano ancora 1,3090 e 1,3065 e 1,3045 i riferimenti.

USD/JPY
Ribadiamo ancora, per contestualizzare che la figura di riferimento grafico resta il canale rialzista che considera la trendline crescente tracciata a partire dai minimi di metà giugno. Il cambio ha, in tarda serata, tentato break rialzisti sopra l’importante livello statico di 100,65 per poi andare a formare delle divergenze con l’oscillatore stocastico che lo hanno riportato sotto 100,45 dal quale le vendite sono partite fino all’ormai famoso 99,90. Da qui si è aperta una fase congestiva sfruttabile per ordini in stop entry, in vendita sotto 99,80 per messa di stop in pari in area 99,50 dove transita il cruciale livello dinamico, e in acquisto al superamento del test della media 21 oraria per target sui massimi relativi poco sotto quota 101.

EUR/JPY
Come accennato anche ieri, il canale rialzista, ormai da giorni evidenziato, è ancora valido e l’avvicinamento alla sua parte alta ne avvalora l’importanza. Il percorso rialzista ha visto ieri buone conferme con la media mobile a 21 periodi che su grafico a 4 ore fa da ottimo supporto dinamico. Sul grafico a 1 ora invece la stessa media è stata violata al ribasso e potrebbe ora fare da resistenza accompagnando il prezzo in area 131,10 e 130,80. 130,40 il livello successivo. La tenuta dell’area di supporto a 131, potrebbe far invece ripartire il prezzo verso i massimi relativi a 132,10.

GBP/USD
Le numerose release della settimana hanno portato grande volatilità sulla sterlina, apparsa molto tonica in seguito alle buone pubblicazioni. La divergenza ribassista tra prezzo e stocastico sul grafico a 4 ore, ieri evidenziata, si è manifestata inizialmente per poi cocciare contro la media esponenziale a 21 periodi dalla qualeè rimbalzato per riprendere area 1,5220. Ideale il posizionamento long in rottura rialzista sopra 1,5270 per approdi a 1,5340, e short sotto il pivot daily e soglia di 1,52 per area 1,5260/40. 1,5080 il riferimento al ribasso.

AUD/USD
Il riferimento grafico resta il canale discesista tracciato da quasi un mese rispetto al quale il prezzo si trova ora nella fascia mediana all’interno di una figura di correzione rialzista che potrebbe trovare uno scoglio in 0,9190 per visite di 0,9140 dopo il quale potrebbero esserci dei break fino a 0,9080. La tenuta di 0,9140 farebbe invece perdurare la lateralità fino a 0,9190 dopo il quale l’area di 0,9250 è quella di interesse.

XAU/USD
Price action ancora molto contenuta quella del metallo giallo, ma che potrebbe considerevolmente muoversi su importanti incrementi di volatilità. Buoni ancora sono i riferimenti dei livelli di Fibonacci tracciati sull’ultimo ribasso da 1.424 ai minimi a 1.178. Ci troviamo ancora infatti tra il 38,2% e il 50%, con possibilità di lavorare nel breve al ribasso su una divergenza ribassista oraria per ritorni a 1.286 e 1.278. Il rimbalzo sul primo di questi punti sarebbe propedeutico a risalite verso la soglia cruciale di 1.302 dal quale, come già detto, si volerebbe fino a 1.337.

Davide Marone Analyst DailyFX



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