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Morning adviser, torna la liquidità sui mercati

Pubblicato 09.09.2013, 08:44
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Matteo Paganini, 9 settembre 2013

INTRO

La pubblicazione dei dati americani sul mercato del lavoro ha portato a ottimi aumenti di volatilità, inizialmente a favore di dollaro che subito, però, è andato ad essere venduto contro le major e contro le materie prime, con le borse che tenevano i guadagni fatti segnare durante la mattinata. Strano, no?

Gli eventi importanti della settimana passata

Abbiamo chiuso la settimana con due giorni veramente importanti dal punto di vista della creazione di volatilità sui mercati ma che non ci chiariscono nulla a livello macroeconomico. Ci riferiamo alle decisioni sui tassi di interesse da parte della BoE e della BCE ed ai dati sulla disoccupazione americana. Partiamo dalle banche, le politiche monetarie rimangono ancora dei forti market mover su cui ragionare. Carney, governatore della BoE, dopo aver fissato il target che deve essere raggiunto dall’occupazione al 7% prima di pensare a manovre restrittive che prevedono l’uscita dal QE di 375 miliardi in atto ed un rialzo dei tassi, non ha cambiato una virgola della propria impostazione ed il fatto che, durante la pubblicazione dell’ultimo inflativo report, si sia resa nota la possibilità di aumentare (se necessario) gli acquisti di asset al fine di fornire liquidità al sistema ha creato delle aspettative, anche se lievi. Aspettative che di fronte ad un nulla di fatto sono state supportive per la sterlina in quanto si è capito che la divergenza di politica monetaria tra la Fed (che andrà a ridurre il suo QE) e la BoE, che lo mantiene intatto ma che non lo aumenta, si sia ridimensionata. Dopo questo evento, abbiamo avuto la conferenza stampa della BCE, che non ha modificato il corridoio dei tassi colpendo l’euro nel suo profondo e facendo sì che scendesse a visitare quota 1.3100. Niente taglio dei tassi sui depositi e mercato del credito che non riparte, questo è quello che voleva sapere il mercato, tutto il resto non conta. La sterlina è andata a ricorrelarsi con l’euro ed entrambi sono scesi. Poi i Non Farm Payrolls ed i dati sulla disoccupazione americana: all’interno di un frullato di frutta sarebbe più facile riconoscere i vari gusti, dal punto di vista dell’interpretazione. 169k posti di lavoro creati in agosto, un dato precedente rivisto pesantemente a ribasso con 104k anzichè 162k e un tasso di disoccupazione in calo, a causa della diminuzione del tasso di partecipazione alla ricerca attiva di lavoro, mai così basso dalla fine degli anni 70. La reazione, che inizialmente ha visto una salita del dollaro americano è rientrata immediatamente con vendite di dollaro che si sono susseguite su tutti i fornti, materie prime comprese, con l’oro in grado di ritrovare quota 1,390.00 dopo la discesa di ieri ed il petrolio che ha riguadagnato quota 110.00. Le borse hanno tenuto inizialmente per poi scendere pesantemente andando a ricorrelarsi con i movimenti valutari. Il tapering non è ancora pronto, stiamo attenti a potenziali continuazioni di movimenti che vedono possibili riprese del dollaro americano nel breve periodo.

Dati dall’Asia

Questa notte sono stati rilasciati dati sulla Cina e sul Giappone, con i primi in assoluto i più osservati da analisti ed investitori. La bilancia commerciale è risultata positiva di 28.52 miliardi di dollari, contro attese pari a 20.00 ed un precedente che si è attestato a 17.82, mentre le esportazioni sono cresciute, per il mese di agosto, del 7.2% (precedente 5.1% ed attese per 5.5%) con le importazioni che hanno mostrato una variazione del 7.0%, in calo dal precedente 10.9 ma in territorio ancora ampiamente positivo. I dati giapponesi non sono stati brillanti, ma i primi sono bastati a far avvenire acquisti sul fronte del rischio, con il Nikkei riportatosi sopra i 14.000 punti.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: stiamo consolidando sopra 1.3150 all’interno di pochi punti di mercato. E’ èpssibile pensare di sfruttare rotture a rialzo o a ribasso per una strada pari all’altezza della congestione in essere e curare area 1.3225 e 1.3135 per valutare ulteriori approfondimenti verso i punti precedenti.

USD/JPY: dopo la forte discesa verso 98.50 abbiamo assistito ad un forte recupero del dollaro, un po’ come accaduto sulle borse americane dopo la discesa, ed ora ci muoviamo tra 99.50 e 100.00. Questi i livelli da curare per pensare a vendite di dollaro, in caso di avvicinamento alle resistenze con stop e reverse sopra i massimi con potenziali target iniziali verso 100.40 o per pensare sempre a vendite di dollaro in caso di approfondimento sotto 99.35

EUR/JPY: situazione simile a quella del UsdJpy con i livelli da curare pari a 131.85, 132.20 e 132.50 sul lato alto di mercato e 131.00 con trigger in area 130.85 per quanto concerne potenziali approfondimenti ribassisti.

GBP/USD: il cable si trova nei pressi di 1.5650, che potrebbe rappresentare una buona area di resistenza da poter sfruttare per vendite di sterlina, tenendo conto che un superamento dei massimi potrebbe riproporre salite verso 1.57 ¼. La media a 21 oraria potrebbe intervenire come supporto e frenare eventuali discese, ma se dovessimo superarla a ribasso potremmo assistere a tentativi di raggiungimento di 1.5615, con potenziali estensioni verso 1.5575.

AUD/USD: buona tecnicità per l’australiano che dopo la figura di continuazione oraria formata è andato a compiere nuovi massimi. Siamo ora sopra la media a 21 oraria che però consideriamo soltanto a livello di area, dati i minimi segnati dai prezzi sotto di essa. Dai prezzi attuali fino a questi minimi si possono considerare possibilità di acquistare dollari australiani, tenendo conto che un superamento a ribasso di 0.9150, area dove passa la parte bassa di un potenziale canale di correzione ribassista, potrebbe riproporre i minimi in area 0.9115/25.

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