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Morning adviser, un ripasso del metodo

Pubblicato 19.08.2013, 09:11
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Matteo Paganini, 19 agosto 2013

INTRO
Rientriamo sui desk dopo la pausa di ferragosto senza nessuna novità rilevante dal punto di vista macroeconomico e con i prezzi che ci stanno mostrando una rinnovata debolezza del dollaro americano, se consideriamo il breve periodo per le nostra analisi (time frames che riteniamo paradossalmente più prudenti rispetto a quelli più lunghi a causa della quantità di investitori concentrati su orizzonti temporali vicini). I dati più importanti che sono stati rilasciati riguardano le inflazioni dell’area euro e degli Stati Uniti, entrambe che hanno pienamente centrato le aspettative pari rispettivamente a 1.6% e a 2.0%, mentre sul fronte della fiducia è stato rilasciato l’indice redatto dall’Università del Michigan, in territorio ampiamente positivo (80.0), ma inferiore rispetto sia al precedente che alle previsioni (85.1 e 85.2).

Lo strano caso di dottor S&P500 e di Mr. Dollaro
L’altra mattina scambiavo dei messaggi con uno dei trader più attivi che frequentano il Forum del DailyFX e parlavamo di correlazioni. In uno dei messaggi, le parole del trader recitavano “tutti vanno da soli… le correlazioni sono una stupidaggine (qui ho parafrasato, lo ammetto)… meglio non averle imparate… faremmo meno errori… almeno io”. Queste parole mi hanno fatto riflettere molto, in quanto fanno capire come agli occhi di un trader il mercato possa essere veramente difficile dal punto di vista dell’interpretazione del movimento di uno strumento finanziario in relazione al movimento di un altro. Chi ci legge da tempo ha capito che lavoriamo su 5 livelli di attenzione (dal più importante, su scala valutativa, al meno importante), andando a dedicare i primi 4 di essi a considerazioni puramente tecniche (livello 1: supporti e resistenze statiche, livello 2: supporti e resistenze dinamici dati da trendline e canali, livello 3: medie a 21 e 100 da utilizzare come supporto o resistenza dinamici a seconda degli scenari rialzisti o ribassisti e livello 4: stocastico da utilizzare considerando le zone di ipercomprato ed ipervenduto quando in fase laterale contenuta all’interno di livelli 1 o 2 e da utilizzare per la ricerca di divergenze quando i prezzi non si muovono all’intenro di range, per come definiti). Le correlazioni, così come l’analisi del sentiment di mercato e qualche configurazione di candele giapponesi, si trovano al 5 livello, un livello che è puramente coadiuvante nel prendere una decisione. Questo sta a significare che, per esempio, se l’SSI si trova di fronte ad uno sbilancio importante sul lato lungo o corto di mercato, ma i prezzi non si trovano in una fase direzionale e su livelli tecnici di attenzione di medio periodo, leggeremo e faremo nostra l’informazione che ci restituisce l’indicatore, ma dovremo essere bravi dal punto di vista operativo a non considerarla. Oppure, se troviamo una candela doji (di potenziale inversione) senza che essa vada a corrispondere con uno o più dei 4 livelli di analisi principali, ancora dovremo essere capaci di non utilizzare quell’indicazione dal punto di vista operativo. Oppure, come accaduto proprio da ferragosto in avanti, notare come il dollaro abbia mostrato dei forti tentativi di rafforzamento di fronte alla vendita concertata di borse americane ed essere in grado di non aspettarsi una reazione diametralmente opposta nel caso in cui le borse vengano comprate (tipico caso di scenario da risk-on o risk-off con il biglietto verde che funziona da valuta da finanziamento o rifugio). Sul finire di settimana infatti, il biglietto verde è stato acquistato inizialmente sulla vendita delle borse, per poi andare a invertire velocemente il movimento essendo venduto in corrispondenza di borse che non hanno recuperato terreno, ma che hanno consolidato sui minimi di breve periodo. Questo sta a significare che gli investitori in grado di muovere il mercato hanno cominciato a rifugiarsi sul dollaro americano per poi decidere velocemente di allineare l’andamento dei due strumenti, andando a vendere dollari come per “punire” (passatemi il termine) il fatto che in America la ripresa ci sia ma non stia viaggiano sui ritmi stimati. Potremmo andare avanti con molti esempi, ma ci accorgiamo di aver già assorbito buona parte del vostro tempo, passiamo dunque all’analisi dei livelli tecnici, ricordando di essere sempre a disposizione per approfondire questo ed altri argomenti sul Forum del Dailyfx.

QUADRO TECNICO

EUR/USD:
l’euro si trova in congestione sopra le medie orarie (che però, vista la mancanza di direzionalità di movimento, potrebbero fornire indicazioni fuorvianti). Preferiamo concentrarci sull’analisi dei livelli statici, che ci restituiscono 1.3310 e 1.3350 come primi punti valutativi per assistere ad eventuali rotture, che potrebbero avvenire in caso di superamento di 1.3275 o 1.3365 ed estendere per una strada che potrebbe essere stimata in 30/40 punti.

USD/JPY:
stiamo formando una serie di minimi crescenti (osservabili su un grafico orario) senza riuscire a compiere massimi crescenti. La volatilità si sta dunque restringendo ed un mancato compimento di nuovi massimi potrebbe essere indicativo di potenziali tentativi di discesa. Seguiamo dunque il livello di 97.85, che se non superato potrebbe fungere da resistenza, tenendo conto che in linea teorica avremmo spazio per il raggiungimento di 98.15 senza che la rottura diventi definitiva (parte alta del canale potenzialmente rialzista tracciabile su un orario). Sopra questo livello è possibile assistere a tentativi di accelerazioni verso i massimi, che potrebbero però fermarsi da un momento all’altro, data la poca precisione dei punti precedenti che possono indicarci il posizionamento di ordini importanti). Sotto 97.35, a step, possiamo raggiungere i minimi precedenti ed in caso di approfondimento sotto 96.90 è possibile attendersi qualcosa di più, con primi target posti in area 96.60.

EUR/JPY:
fase laterale su EurJpy da seguire su time frame a 30 minuti facendoci aiutare dallo stocastico a 10-6-3 periodi. 129.50 e 130.50 le due aree da considerare come supporti o resistenze tenendo conto che una fuoriuscita da essi di un quarto di figura può portare a cambiamenti di scenario.

GBPUSD:
abbiamo curato con così grande attenzione tutta l’area che passava intorno a 1.5515 la scorsa settimana ed il fatto che, sulla salita del dollaro di cui abbiamo parlato prima, il mercato abbia raggiunto proprio quell’area prima di appoggiarvisi sopra e ripartire, ci dà conferma di come esso sia stato un livello particolarmente sentito dai prezzi. Stiamo congestionando sopra le medie incrociate a rialzo, con i prezzi che interagiscono con la media a 21 periodi, che potrebbe comunque indicare un’area di supporto. E’ possibile lavorare sulla rottura del range della notte con target dati dalle proiezioni dell’altezza del range sui punti di rottura, ma dobbiamo curare con attenzione l’area di 1.5590, che insieme alla media a 100 potrebbe fungere da supporto ultimo per rivedere delle salite di prezzo (livelli statici precedenti molto importanti).

AUD/USD:
dopo il tentativo di discesa che ha anticipato le salite degli altri dollari (contro euro, sterlina e yen) il mercato ha recuperato i massimi di breve periodo. Siamo di fronte a potenziali divergenze ribassiste orarie, che potrebbero essere contenute dalle medie a 21 e 100, ma che se dovessero vedere i prezzi oltrepassare l’area di 0.9160 potrebbero dare spinta alle quotazioni fino a, a step, 0.9140, 0.9125 e figura. Sopra 0.9240 è possibile assistere a tentativi di salita verso 0.9265.


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