Le autorità di Pechino sono intervenute questa notte per frenare le vendite sull’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen. Il benchmark dei mercati azionari della Cina aveva avviato la seduta con una perdita di oltre -3%, ma Pechino ha coordinato una cordata di fondi privati, che sono intervenuti con massicci acquisti.
Il Nikkei si è posizionato in testa ai guadagni nella regione, nonostante i dati sul PIL peggiori del previsto. Ieri, il vice governatore della BOJ Masayoshi Amamiya ha rivelato che la banca taglierà ulteriormente i tassi di riferimento, se necessario.
Negli Stati Uniti, inizia oggi il ciclo di aste di Titoli di Stato, mediante il quale lo Stato chiederà al mercato 120 miliardi di dollari, necessari per finanziare il maxi piano di stimoli da 1.900 miliardi di dollari approvato nel fine settimana.
Il Treasury Note a 10 anni rialza la testa, rafforzando il Nasdaq, che ormai da giorni si comporta come se fosse un bond a lunghissima scadenza: si indebolisce quando i rendimenti obbligazionari salgono a causa dei timori di una ripartenza dell’inflazione, rimbalza quando la FED rassicura tutti sul mantenimento a oltranza di tassi bassi.
Ieri il tecnologico ha perso -2.4%. In netta contro tendenza il Dow Jones (+1%), composto maggiormente da società legate al ciclo economico (banche e società finanziarie).
I listini europei hanno avviato la seduta in ribasso, dopo il rally di ieri che ha portato il DAX ad un livello record, grazie ai dati migliori del previsto.
Secondo l’Ufficio di statistica tedesco Destatis, il surplus commerciale della Germania è stato di 14.3 miliardi di euro a gennaio. Si attendono i dati sull’occupazione e sul PIL dell’Eurozona, che saranno pubblicati nel corso della mattinata.