Giovedì la BNS si riunirà per annunciare la sua strategia di politica monetaria.
Alla luce dell’aumento dell’inflazione interna, del segnale di “normalizzazione” dalla BCE e dei crescenti rischi politici in Europa, l’incontro, di solito sonnacchioso, dovrebbe generare maggiore attenzione.
Alla riunione di marzo la BNS ha mantenuto i tassi sui depositi a vista al -0,75%, ripetendo che la banca si sarebbe attivata sul mercato dei cambi in caso di necessità.
Prevediamo un comunicato ampiamente accomodante, soprattutto sulla scia della recente forward guidance della BCE.
Dall’ultimo comunicato, il CHF si è apprezzato, quindi si manterrà il passaggio “altamente valutato”.
Inoltre, le incertezze in Europa, e in Italia nello specifico, faranno rimanere vigile la BNS.
Sospettiamo che, malgrado i netti miglioramenti, le previsioni sull’inflazione di breve termine e la valutazione sulla crescita rimarranno invariate.
In primo luogo, la BNS eviterà di generare speculazioni che potrebbero far apprezzare il CHF. In secondo luogo, la crescita globale e lo scenario macroeconomico sono motivi di preoccupazione per la piccola economia alpina e daranno ampia copertura alla BNS.
È interessante notare che la BNS ha espresso preoccupazione per il surriscaldamento del mercato immobiliare, arrivando addirittura a suggerire la necessità di una correzione dei prezzi.
Non siamo sicuri sul modo in cui la BNS gestirà la questione.
Ciò nonostante, l’economia svizzera continua a sorprendere in positivo.
Gli indici PMI sono superiori alla media, mentre la crescita del PIL esce da un T1 solido.
Continuiamo a credere che la BNS sarà una delle ultime banche del G10 a muoversi verso la normalizzazione.
Crediamo che il primo rialzo del tasso d’interesse arriverà a settembre 2019.
Questa previsione non si basa tanto sulla traiettoria dell’inflazione elvetica, ma piuttosto sul corso della politica della BCE.
Prevediamo che gli acquisti di attivi della BCE termineranno alla fine del 2018 e nel marzo 2019 ci sarà il primo rialzo del tasso.
Questo dà alla BNS sei mesi di tempo per valutare la reazione dei mercati sull’Euro prima di procedere.
Questo sfasamento notevole fra le banche centrali dei paesi G10 e la BNS rende la valuta ottimo candidato come valuta di finanziamento globale, pertanto il trade-off rischi/benefici per l’EUR/CHF rimane inclinato al rialzo.