Ieri c’è stato un solo vincitore: il Nasdaq.
La spinta della scorsa settimana oltre la resistenza ha creato un gap di breakout (il guadagno di ieri sembra aver messo a tacere qualsiasi possibilità di chiusura di questo gap, contrassegnandolo quindi come “gap di breakout”), che di per sé potrebbe anche essere un gap di misurazione.
Se anche in questo caso si tratta di un gap di misurazione, allora ci aspettiamo una spinta verso 20.500. I dati tecnici sono nettamente positivi e c’è stata una buona impennata nella performance relativa rispetto all’S&P 500.
Nel mezzo, c’è l’S&P 500, che ha registrato un buon guadagno, ma non abbastanza da segnare un nuovo massimo. Tuttavia, la mossa di ieri del Nasdaq ha creato un precedente per l’indice di spingere al rialzo, in modo simile a come si è comportato all’inizio di ottobre.
In quell’occasione è stato ritestato il supporto di breakout, ma non c’è stata alcuna violazione del supporto. Possiamo ripetere l’esperienza, ma una violazione del supporto psicologico del numero intero a 6.000 non sarà tollerata, ad eccezione dei movimenti intraday.
La delusione è stata il 170 | Russell 2000 (14202 | IWM). Cercavo un rally dalla MA a 20 giorni, ma non si è concretizzato. La candela di ieri era una candela “nera”, ma le implicazioni ribassiste sono importanti solo in caso di picchi di rally, non durante un movimento verso il basso.
Oggi si presenta una nuova opportunità per i tori, ma questi ultimi stanno esaurendo lo spazio per fare la loro mossa. Fallita la MA a 20 giorni, si torna a sfidare il gap a 225 dollari. I dati tecnici sono contrastanti, ma lo slancio è ancora buono (per i tori).
Per oggi, potrebbe essere troppo chiedere a Nasdaq di ripartire, ma il Russell 2000 ha l’opportunità di mettersi alla prova. L’S&P 500 potrebbe essere la soluzione di compromesso, soprattutto se riuscirà a fare un nuovo massimo e ad attirare nuovi acquirenti. Babbo Natale sta arrivando...