Orsi del gas naturale dilaniati tra inatteso freddo USA e domanda europea di GNL
La peggiore paura degli orsi del gas potrebbe essere diventata realtà.
L’insolito freddo negli Stati Uniti in questo periodo dell’anno e, al contempo, un’Europa che brama qualunque carico in più di gas naturale liquefatto statunitense mentre cerca di vietare il carbone russo, significano che andare short sull’Henry Hub è un’idea estremamente rischiosa.
Allo stesso tempo, manca un immediato potenziale di un significativo aumento della produzione o combustibili alternativi a cui passare.
Di conseguenza, la crisi delle scorte del gas naturale peggiora di settimana in settimana e c’è molto poco da fare per alleviare la tensione.
Sull’Henry Hub i tori sembrano pronti alla quarta settimana consecutiva di rialzi, con il contratto del gas che ha registrato un +30% complessivamente nello scorso mese.
Il contratto si è mosso di quasi 35 centesimi negli scambi di ieri, dopo aver segnato un massimo di sei mesi di 6,393 dollari, attestandosi pressoché invariato a 6,029 dollari.
Oggi però si dirige di nuovo verso l’alto, raggiungendo i 6,127 dollari alle 8:00 CEST, prima degli scambi di New York.
C’è “pochissima resistenza tecnica sulla strada di ulteriori movimenti al rialzo”, ha scritto ieri in una email ai clienti Dan Myers, analista di Gelber & Associates a Houston.
Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com, concorda. Secondo lui la lettura stocastica e dell’indice di forza relativa sui grafici giornaliero, settimanale e mensile del gas naturale sono tutte forti.
“Il rifiuto di ieri a 6,394 dollari non fermerà i tori del gas, dato che il mercato si è attestato dal lato forte dei 6 dollari”, dice Dixit.
“Fino a quando terrà il livello dei 6,15 dollari, possiamo aspettarci un nuovo test di 6,45 e 7 dollari sul breve termine. Un’infrazione sotto i 6 dollari può innescare però una correzione a breve termine, a 5,80 - 5,50 dollari e 5,30 dollari”.
Solitamente, il gas in bassa stagione, cioè il periodo tra fine marzo e metà maggio, è scambiato sotto i 3 dollari, persino sotto i 2 nel 2020.
Fonte: Gelber & Associates
Nel suo aggiornamento settimanale atteso alle 16:30 CEST, la Energy Information Administration probabilmente riporterà che le utenze energetiche hanno utilizzato 26 miliardi di piedi cubici (bcf) di gas dalle scorte nella settimana terminata il 1° aprile per soddisfare la domanda di riscaldamento, secondo gli analisti seguiti da Investing.com.
Ma il calo è stato probabilmente l’ultimo della stagione invernale del riscaldamento 2021-2022 e va paragonato all’aumento di 19 bcf della stessa settimana di un anno fa ed alla media quinquennale (2017-2021) di un’iniezione di 8 bcf.
Nella settimana del 25 marzo, le utenze sono riuscite ad iniettare 26 bcf di gas nelle scorte.
Se le stime sono corrette, la riduzione nella settimana del 1° aprile porterebbe le scorte ad 1,389 mila miliardi di piedi cubici (tcf), circa il 16,7% in meno della media quinquennale ed il 22% in meno rispetto alla stessa settimana di un anno fa.
Il clima la scorsa settimana è stato più freddo del normale, con 118 gradi giorno di riscaldamento (HDD) rispetto alla norma trentennale di 102 HDD per il periodo, secondo i dati di Refinitiv.
Gli HDD misurano di quanti gradi la temperatura media giornaliera è inferiore ai 65 gradi Fahrenheit (18 gradi Celsius) e vengono usati per stimare la domanda per il riscaldamento di abitazioni e uffici.
Bespoke ha reso noto che i suoi modelli meteorologici sono scesi ancora un po’ per la metà di aprile, con le minime ad ovest ed il gelo in Midwest ed est.
In un report di naturalgasintel.com, Bespoke ha reso noto che la breve ondata di gelo “tiene vivo il tema della volatilità”, in quanto le previsioni su 15 giorni restano nel complesso leggermente più calde del normale.
La domanda, intanto, è più forte del normale, tra la debole crescita della produzione, spiega il team di analisti di Tudor, Pickering, Holt & Co.
Anche se la produzione nel bacino Permiano di recente ha raggiunto nuovi massimi vicino ai 15 bcf al giorno, le scorte complessive restano limitate rispetto alle stime di TPH per la bassa stagione.
“Gli Stati Uniti restano nella parte inferiore di varie curve globali, con il crescente potenziale di ulteriori esportazioni di GNL a fare da supporto” per i bilanci nel 2023 ed oltre, spiegano gli analisti nei commenti su naturalgasintel.com.
Allo stesso tempo, le prospettive per i prezzi del gas naturale USA e globali continuano ad essere inclinate verso l’alto, persino verso i 6 dollari.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.