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Gas naturale: dopo aver superato i 6 dollari, riuscirà a toccare i 7?

Pubblicato 07.10.2021, 12:11
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Il prezzo del gas naturale raggiungerà i 7 dollari così velocemente quanto i 6 dollari e mezzo?

Dipenderà dall’aiuto che potrà dare alla crisi energetica europea Vladimir Putin; dal fatto che la chart action favorisca nuovamente i tori del mercato e se verranno utilizzate più scorte USA del previsto durante la stagione fredda.

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Il gas ha toccato un picco di 6,466 dollari per milione di BTU sull’Henry Hub del New York Mercantile Exchange mercoledì, per poi ricrollare del 10% con una perfetta inversione rispetto all’andamento di martedì.

Se Putin allenterà la crisi del gas in Europa, il rally del dollaro USA potrebbe rallentare

Come ha spiegato il Wall Street Journal, i flussi di gas russo in Europa sono stati oggetto di dibattito tra i trader degli energetici ed i funzionari negli ultimi mesi e giocheranno un ruolo chiave nel determinare se i prezzi resteranno a livelli economicamente penalizzanti.

Dei prezzi più alti vengono interpretati nelle capitali europee come un tentativo di fare pressioni su funzionari e regolatori affinché approvino il Nord Stream 2, un controverso condotto che collega Russia e Germania.

A complicare ulteriormente la questione ci si mette l’enorme influenza che i prezzi degli energetici europei hanno avuto sul rally del gas naturale USA. I future del gas olandese, di riferimento, sono schizzati di ben il 40% negli scambi di mercoledì mattina, alimentando la corsa sull’Henry Hub NYMEX, prima dell’inversione di rotta del mercato USA. I compratori di gas europei inoltre stanno richiedendo ogni carico di gas naturale liquefatto, o GNL, USA che riescono a far attraccare, facendo aumentare ancor di più la situazione rialzista del mercato a New York.

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Ma torniamo alla crisi del gas di Putin e dell’Europa: se il presidente russo dovesse effettivamente riuscire ad alleviare il problema, i prezzi del gas europei potrebbero placarsi considerevolmente, facendo rallentare la corsa del gas USA.

Chart Action: il clima non è esattamente dalla parte dei tori

Passiamo alla chart action: alcuni fattori tecnici potrebbero aver giocato un ruolo nel crash di ieri sull’Henry Hub, dice Brian LaRose di ICAP Technical Analysis in un post su naturalgasintel. com.

Il mercato “ha bisogno che sia infranto il livello di 6,535 dollari per avere fiducia in un breakout al rialzo”, spiega LaRose.

“I tori potrebbero non portare a termine il lavoro”.

Secondo lui, con gli orsi arrivati a “rovinare la festa”, ora anche un “calo a 5,455-5,453 dollari, e persino 4,875-4,873 ha il potenziale di arrivare sul breve termine”. L’Henry Hub ha raggiunto un minimo di 5,465 dollari negli scambi asiatici di questo giovedì.

Anche il clima sta facendo la sua parte nell’incoraggiare gli orsi. Non ci sono state molte variazioni nelle previsioni meteorologiche a lungo termine e la domanda USA “eccezionalmente bassa” dovrebbe persistere.

Per restare in carreggiata sul mercato, i tori del gas hanno cominciato a concentrarsi su “fine ottobre … quando dei fronti freddi più importanti tenteranno di farsi strada nel Midwest e nell’Est”, scrive NatGasWeather.

US Gas Storage

Fonte: Gelber & Associates

 

Quest’autunno arriverà il primo aumento a tripla cifra? 

Ultimo aspetto, ma non meno importante: le imminenti iniezioni delle scorte.

Mentre il mercato aspetta un altro aggiornamento settimanale sui livelli delle scorte oggi alle 10:30 ET (14:30 GMT), la US Energy Information Administration dovrebbe riportare che le aziende nel paese hanno iniettato una quantità di gas superiore al normale, pari a 105 bcf, nelle scorte la scorsa settimana, sulla scia del clima mite.

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E questo rispetto all’aumento di 75 miliardi di piedi cubici della stessa settimana dell’anno scorso e alla media quinquennale (2016-2020) di 81 miliardi di piedi cubici sul periodo.

Nella settimana precedente, terminata il 24 settembre, erano stati immessi 88 bcf di gas nelle scorte, anche questo un livello superiore al normale. È la seconda settimana di fila che le aziende aggiungono più scorte del solito.

“Sebbene delle iniezioni a tripla cifra non siano proprio insolite per questo periodo dell’anno, sono comunque rare”, spiega Daniel Myers, analista di Gelber & Associates, agenzia di consulenza sui mercati del gas a Houston.

“In passato, negli ultimi 26 anni, solo 3 anni si sono registrate iniezioni superiori a 100 per questa particolare settimana”.

Se le previsioni sono corrette, l’iniezione della settimana terminata il 24 settembre porterebbe le scorte a 3,275 mila miliardi di piedi cubici, circa il 5,5% al di sotto della media quinquennale ed il 14,3% in meno rispetto alla stessa settimana di un anno fa.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

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