Mercoledì la società dei chip per AI diffonderà i risultati del primo trimestre. I ricavi sono attesi in crescita del 241% e gli utili del 411%. Con questo ritmo di sviluppo l’attuale P/E di 40 volte non è caro. Ma ci sono timori per la Cina e per il lancio del nuovo chip Blackwell
Quotazioni di nuovo sui massimi storici
La stagione Usa dei risultati del primo trimestre si chiuderà mercoledì 22 maggio con la più attesa delle trimestrali, quella di Nvidia, che con oltre 2.300 miliardi di dollari di capitalizzazione è la terza maggiore azienda di Wall Street. L’azienda simbolo dell’intelligenza artificiale dovrà dimostrare con i numeri di fatturato e utile che il premio di valutazione di cui gode è giustificato dalla sua capacità di crescere più di qualsiasi concorrente, grazie ai suoi chip che sono essenziali per alimentare tecnologie come Gemini di Google (NASDAQ:GOOGL) e ChatGPT di OpenAI.
Intanto negli scambi del pre-market di lunedì mattina l’azione Nvidia sale dell’1,6% a 939 dollari: basta un altro piccolo rialzo dell’1,1% per raggiungere il massimo storico di 950 dollari segnato lo scorso 25 marzo. Dall’inizio dell’anno le quotazioni di Nvidia sono salite del 90% e negli ultimi 12 mesi hanno realizzato un balzo del 196%. Secondo i dati di Lseg, Nvidia rappresenta ora il 5% dello S&P 500.
L’utile per azione è previsto in crescita del 411%
La cosa veramente spettacolare di NVIDIA Corporation (NASDAQ:NVDA), dal punto di vista borsistico, è che le aspettative degli analisti per gli utili futuri dell’azienda sono salite più velocemente delle sue azioni. Oggi Nvidia è scambiata a poco meno di 40 volte gli utili attesi per l’esercizio in corso, che chiuderà il 31 gennaio 2025. Nel giugno 2023 Nvidia valeva 80 volte gli utili futuri.
Non sono pochi gli investitori come Will Rhind, fondatore e CEO di GraniteShares, convinti che la valutazione sbalorditiva di Nvidia potrebbe ancora avere spazio per crescere. "È sottovalutata rispetto alle previsioni", ha detto Rhind a Reuters.
Il consensus degli analisti si aspetta che il primo trimestre di Nvidia si sia chiuso con un utile di 12,83 miliardi di dollari, in fortissimo aumento rispetto ai 2,04 miliardi di dollari di un anno fa. I ricavi sono stimati a 24,6 miliardi da 7,2 miliardi dello stesso periodo del 2023, con una crescita del 241% su base annua e dell'11% rispetto al trimestre precedente. L'utile per azione è previsto a 5,57 dollari, in crescita del 411% su base annua e dell'8% sul trimestre precedente.
I due interrogativi che preoccupano gli analisti
Per diversi trimestri la domanda di processori AI di Nvidia ha superato il numero di chip che Taiwan Semiconductor Manufacturing, l’azienda che realizza fisicamente i chip da lei progettati, è stata in grado di produrre. "L'unica cosa che frena davvero Nvidia in questo momento è l'offerta", ha dichiarato a Reuters Inge Heydorn, partner della società di investimento G.P. Bullhound.
Ma non tutti la pensano così. Due sono gli interrogativi che preoccupano i 52 analisti che coprono Nvidia, di cui 48 raccomandano di comprare le azioni (la media dei target price è 1.031 dollari).
Il primo riguarda le restrizioni imposte dalla Casa Bianca alle esportazioni dei chip AI di ultima generazione verso la Cina. Nvidia sta sviluppando appositi chip per il mercato cinese, dopo che i provvedimenti di Washington hanno ridotto la quota di ricavi realizzati in Cina dal 22% dell’estate scorsa al 9% del quarto trimestre.
Il secondo riguarda un possibile rallentamento degli ordini degli attuali chip per intelligenza artificiale H100, dopo che l’azienda ha annunciato il lancio del nuovo modello Blackwell, con performance migliorate, che sarà disponibile nell’ultimo mese dell’anno.
Non a caso uno dei dati più attesi è quello relativo ai ricavi dei data center, che si prevede siano più che triplicati, raggiungendo i 20,97 miliardi di dollari. Questo segmento è particolarmente rilevante dato il ruolo centrale dei data center nell'ecosistema dell'intelligenza artificiale. Secondo la società di ricerca Canalys, la spesa globale per i servizi di infrastruttura cloud dovrebbe aumentare del 20% nel 2024 rispetto al 18% del 2023.