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Petrolio: prezzo stabile (per ora), ma vari eventi possono innescare la volatilità

Pubblicato 09.12.2021, 14:44
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 9 dicembre 2021

Gli eventi che cambiano i mercati sono imprevedibili, persino sul breve termine. Nessuno aveva previsto che le notizie sulla variante Omicron avrebbero fatto scendere i prezzi del greggio durante il Black Friday.

WTI Weekly TTM

E quindi non c’è modo di sapere da dove arriverà il prossimo evento che sconvolgerà il mercato. Tuttavia, tutti gli elementi ora sembrano indicare che i prezzi del petrolio resteranno piuttosto stabili da adesso alla fine del 2021.

Vediamo perché i prezzi probabilmente resteranno nel range dei 70 dollari e quali fattori imprevisti potrebbero causare un crollo o un rimbalzo prima della fine dell’anno.

Perché i prezzi potrebbero restare relativamente stabili nel range dei 70 dollari al barile

Il mercato al momento non sembra preoccupato per i potenziali impatti economici di Omicron. Questo probabilmente perché dalle informazioni che abbiamo sembra che la variante Omicron sia meno grave. Inoltre, la maggior parte dei paesi a quanto pare non sta introducendo restrizioni più severe su viaggi o spostamenti, cosa che i trader inizialmente temevano potesse colpire la domanda di greggio. (Il Regno Unito è un’eccezione, come vedremo).

Sulla notizia che l’OPEC+ intende continuare con il previsto aumento della produzione da 400.000 bpd a gennaio, il prezzo del greggio è brevemente sceso perché la decisione ha sorpreso molti trader, che si aspettavano invece una pausa di questi incrementi.

Tuttavia, il prezzo si è rapidamente ripreso, soprattutto quando Aramco (SE:2222) ha annunciato un aumento del prezzo di vendita ufficiale (OSP) per Asia e Stati Uniti per quanto riguarda le consegne di gennaio. Si tratta di un segnale di fiducia nell’economia globale e di una mancanza di preoccupazione da parte dei produttori petroliferi per l’impatto della variante Omicron sulla domanda.

La produzione petrolifera statunitense continua a mostrare solo una crescita marginale, che contribuisce ad impedire ai prezzi di scendere mentre la produzione OPEC+ aumenta. Due settimane fa, la produzione statunitense, che resta stabile a 11,5 milioni di bpd, è salita di soli 100.000 bpd secondo l’EIA. La scorsa settimana, la produzione è aumentata nuovamente solo di 100.000 bpd.

Questi modesti aumenti si registrano nonostante settimane di prezzi più alti. La crescita misurata dai produttori USA, contrariamente al tipo di balzi della produzione visti negli anni precedenti, sta impedendo ai prezzi di crollare.

La domanda petrolifera per il resto del 2021 e l’inizio del 2022 appare più debole del previsto. L’EIA ora si aspetta che venga usato meno greggio dalle scorte globali nel dicembre 2021 rispetto a quanto stimato precedentemente. Inoltre, di recente ha rivisto le previsioni sulla domanda globale per il Q1 2022 in calo di 550.000 bpd. Le aspettative più basse sulla domanda potrebbero contribuire a far sì che i prezzi non salgano molto prima della fine dell’anno.

Il periodo delle feste è ormai alle porte e gli scambi spesso si basano su pochi eventi entusiasmanti, con la maggior parte del mondo che si prepara a festeggiare. A meno che non arrivino notizie di rilievo, i prezzi del greggio potrebbero tranquillamente restare nel range dei 70 dollari per il resto dell’anno.

Perché i prezzi potrebbero scendere

Tuttavia, persino nel periodo delle feste, rimane il potenziale di notizie che potrebbero far crollare i prezzi del greggio come successo durante il Black Friday. Ad esempio, i paesi europei potrebbero tornare a politiche di lockdown per limitare gli spostamenti se ci dovesse essere una nuova accelerazione del COVID.

Ieri, il Primo Ministro britannico Boris Johnson ha invitato la gente a lavorare da casa e punta a reintrodurre l’obbligo di mascherina al chiuso. Potrebbe essere un segnale dell’arrivo di ulteriori restrizioni che limiteranno la domanda in Europa. Se le politiche di Johnson dovessero essere l’inizio di un trend (e soprattutto se dovessero essere limitati ulteriormente i viaggi nazionali ed internazionali), i prezzi potrebbero scendere ben prima dell’anno nuovo.

Perché i prezzi potrebbero salire

Se le grandi banche dovessero pubblicare stime rialziste per il 2022 entro la fine dell’anno, i prezzi potrebbero già cominciare a salire. In effetti, JP Morgan (NYSE:JPM) la scorsa settimana ha reso noto che secondo i suoi analisti i prezzi del greggio potrebbero raggiungere i 125 dollari al barile nel 2022. All’inizio della settimana, la banca di investimenti ha pubblicato le sue Stime 2022, che prevedono una forte economia globale supportata da prezzi del greggio alti. La domanda è quanto i trader si baseranno su queste previsioni per decidere come agire ora.

Un’altra possibilità, seppur remota, è che la Russia invada l’Ucraina. Un Sottosegretario di Stato negli Stati Uniti ha avvertito che il contingente militare russo fuori dall’Ucraina è persino maggiore di quando aveva invaso la Crimea nel 2014.

La Russia al momento è il terzo produttore petrolifero al mondo e potrebbe subire delle sanzioni sul suo greggio da parte degli Stati Uniti nel caso di un intervento militare in Europa. (La Russia inoltre fornisce più di metà del gas naturale dell’Unione Europea, e ci sono numerosi gasdotti in Ucraina). Un conflitto con la Russia potrebbe far schizzare i prezzi, mentre il mondo ne valuta le implicazioni.

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