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Greggio su nel sogno di un vaccino, ma la realtà dei fondamentali è meno stabile

Pubblicato 12.11.2020, 16:09
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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La notizia di lunedì che il vaccino per il coronavirus di Pfizer (NYSE:PFE) potrebbe essere efficace al 90% ha spinto i titoli azionari in gran parte del mercato. Le aziende legate ai viaggi hanno registrato i rialzi maggiori ed anche le compagnie petrolifere hanno visto salire i prezzi delle loro azioni.

ExxonMobil (NYSE:XOM) e Chevron (NYSE:CVX), ad esempio, hanno visto i loro titoli schizzare di ben 4,70 e 12,14 dollari, rispettivamente. Sul mercato delle materie prime, sia il WTI che il Brent hanno registrato guadagni relativamente significativi dopo la notizia, recuperando quasi tutte le perdite subite da quando è finita la stagione di guida estiva.

Oil Daily Chart

Grafico giornaliero greggio

Questi movimenti sembrano essere stati perlopiù alimentati dalle notizie, dalle speculazioni e dall’amplificazione degli scambi legati al vaccino.

In realtà, il quadro dell’offerta e della domanda per il greggio nel quarto trimestre del 2020 e nel primo del 2021 non è affatto positivo. Lo esamineremo di seguito:

Domanda

I lockdown da un mese recentemente implementati in Europa stanno pesando notevolmente sulla domanda, come abbiamo visto la scorsa settimana. Ora, anche stati ed importanti aree metropolitane negli Stati Uniti sembrano stare seguendo questo esempio. Massachusetts, New Jersey e New York hanno tutti imposto ordini di stare a casa, coprifuoco e/o restrizioni sulle riunioni private nelle residenze personali questa settimana.

Probabilmente ci saranno meno viaggi per l’imminente festa del Ringraziamento, dopo i record che si erano registrati per i viaggi aerei e in auto lo scorso anno. E questo non promette bene per il periodo delle feste natalizie, né negli Stati Uniti e né in Europa, con lockdown, coprifuoco e restrizioni sui viaggi che renderanno quasi impossibile viaggiare anche a coloro che ne hanno l’intenzione.

Ed i principali enti di previsione hanno abbassato le stime sulla domanda, di nuovo. A quasi metà trimestre, l’OPEC, in particolare, ha abbassato nettamente le proiezioni sulla domanda per il quarto trimestre 2020, con una riduzione di 960.000 barili al giorno. Potrebbe essere interpretato come il tentativo dell’organizzazione di spingere i paesi membri verso quel taglio della produzione promosso dall’Arabia Saudita, ma non si tratta dell’unico ente che ha abbassato le previsioni sulla domanda questa settimana.

La statunitense EIA ha tagliato le sue previsioni sulla crescita della domanda 2021 di 360.000 barili al giorno ed ha rivisto le sue stime sulla domanda di benzina USA in calo di 300.000 barili al giorno nel quarto trimestre 2020. L’AIE pubblicherà le sue previsioni riviste nel corso della giornata, dopo la pubblicazione di questo articolo, ma le dichiarazioni di un suo funzionario all’inizio della settimana hanno lasciato intendere che considera i nuovi lockdown in Europa una minaccia per la domanda petrolifera.

Scorte

Per quanto riguarda le scorte, l’OPEC+ dovrebbe decidere di annullare i previsti incrementi della produzione. È possibile, anche se non garantito, che il gruppo riesca a raggiungere un accordo su ulteriori tagli, da implementare a gennaio. Tuttavia, questo probabilmente sarà eclissato dal ritorno del greggio libico sul mercato. La produzione libica si avvia a segnare gli 1,3 milioni di barili al giorno entro un mese e la compagnia petrolifera nazionale del paese ha annunciato che la Libia non rispetterà alcuna quota OPEC fino a quando non avrà stabilizzato la sua produzione a 1,7 milioni di barili al giorno.

Arrivano notizie rialziste dagli Stati Uniti, con i dati API ed EIA da cui emerge che le scorte di greggio USA continuano a registrare cali significativi. Secondo l’EIA, la produzione statunitense sarebbe pari a 10,5 milioni di barili al giorno. Molto meno del record di 13 milioni di barili al giorno di inizio 2020, ma comunque si tratta di un dato migliore di quanto non ci si aspettasse all’apice dell’isteria per il coronavirus in primavera e in estate.

I produttori continuano a sfruttare i DUC per avere greggio più economico da vendere ed il numero di impianti di trivellazione è tornato ai livelli di maggio. Il numero di impianti, pari a 226, è comunque significativamente inferiore rispetto ai 683 attivi a marzo, ma il calo sembra essersi invertito. Il numero di impianti è salito costantemente per la maggior parte di ottobre e a novembre.

È possibile che la produzione statunitense possa vedere un altro calo perché le nuove trivellazioni non stanno al passo con il tasso di svuotamento, ma la dinamica è molto complicata. Ciascuna compagnia è diversa per quanto riguarda asset, flussi di cassa, costi di trivellazione, numero di DUC e punto di prezzo necessario per aumentare la produzione. I trader avranno bisogno di vedere altri dati prima di decidere.

Conclusione

La reazione dei prezzi del greggio questa settimana ha rispecchiato un sogno basato sulla promessa di un vaccino, piuttosto che i veri fondamentali rilevanti per i contratti che vengono scambiati.

Tuttavia, a volte il sentimento dei mercati è tanto importante quanto le scorte e la domanda. Il continuo dramma delle elezioni presidenziali USA ha avuto poco impatto sui movimenti di questa settimana e un mercato che sta agendo sulla base di apparenti promesse di una complicata questione farmaceutica potrebbe essere un mercato a cui manca prevedibilità o stabilità.

Cosa succederebbe se la produzione o la distribuzione del vaccino incontrasse degli ostacoli, o se si dimostrasse essere meno efficace di quanto si crede? E cosa succederebbe, invece, se il vaccino fosse un farmaco miracoloso?

C’è tantissimo che dipende da notizie future che non sono legate ai fondamentali del greggio.

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