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L’ufficio studi di TS Investing torna a parlare di commodities e in particolare di petrolio.
Giornata negativa per le commodities, l’indice S&P GSCI scende dell’1% guidato verso il basso dal petrolio brent, conseguenza dei negoziati internazionali del programma nucleare in Iran, conclusi nel fine settimana con un nuovo accordo che prevede un incontro nel mese di maggio, nella capitale irachena.
Nonostante i dati odierni, il capo economista dell’ International Energy Agency, durante una conferenza ad Amsterdam ha definito i prezzi di scambio del petrolio un “serio rischio per la ripresa economica globale”.
Il petrolio WTI è rimasto stabile rispetto il calo del Brent. Le notizie provenienti dagli Stati Uniti hanno permesso allo spread di tornare ai livelli minimi da febbraio. I proprietari dell’oleodotto Seaway, ENB (Enbridge Inc.) e EPD (Enterprise Products Partners LP) hanno annunciato ai regolatori statunitensi della Federal Regulatory Commission che il flusso dell’oleodotto sarà rovesciato con due settimane di anticipo. Il tutto dovrebbe permettere una riduzione delle riserve accumulate a Cushing, in Oklahoma.
In attesa delle reportistiche di dettaglio che verranno pubblicate a breve rispettivamente da DOE (Department of Energy) e API (American Petroleum Institute) su scorte e produzione manteniamo il focus sugli eventi geopolitici che continuano a influenzare volumi e prezzi di produzione.
In particolare in Nigeria il gruppo di ribelli “Movement for the Emancipation of the Niger Delta” minaccia di intraprendere azioni sistematiche di sabotaggio a tutti gli oleodotti e le infrastrutture utilizzate dall’industria estrattiva nazionale. Il gruppo non è nuovo a dichiarazioni di questo tipo, a cui seguono ripetute azioni nei mesi successivi agli annunci. Nel triennio 2006-2009, in seguito alle operazioni terroristiche messe a segno dai ribelli la produzione ha visto un calo medio del 30% con picchi del 50%.
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