La conferenza sul clima COP26 a Glasgow, Scozia, ha fissato numerosi obiettivi. Uno degli scopi è far sì che i paesi “propongano ambiziosi obiettivi sulle riduzioni delle emissioni 2030 in linea con il raggiungimento di emissioni nette pari a zero entro la metà del secolo”.
Al momento, i paesi che emettono più diossido di carbonio (CO2) sono Cina, USA, India, Russia, Giappone e Germania. Paesi e regioni ad alto reddito, come USA, Unione Europea e Regno Unito, dovrebbero raggiungere la neutralità entro il 2050. L’anno obiettivo per la Cina è il 2060. E l’India di recente ha scelto il 2070.
Ultimamente abbiamo parlato di numerosi ETP che potrebbero essere interessanti per i lettori che vogliono partecipare alla decarbonizzazione delle economie globali, nonché a compagnie in prima linea nella transizione alle energie alternative o che non dipendono molto dai combustibili fossili (qui e qui). Oggi presenteremo altri due fondi.
1. iShares MSCI ACWI Low Carbon Target ETF
- Prezzo attuale: 175,41 dollari
- Range su 52 settimane: 137,55 - 175,63 dollari
- Rendimento dividendo: 1,27%
- Percentuale di spesa: 0,20% all’anno
La US Energy Information Administration (EIA) afferma:
“La maggior parte delle emissioni di gas serra causati dall’uomo (antropogenici) (GHG) deriva principalmente dalla combustione di combustibili fossili (carbone, gas naturale e petrolio) per uso energetico”.
L’iShares MSCI ACWI Low Carbon Target ETF (NYSE:CRBN) investe su aziende globali considerate meno dipendenti dai combustibili fossili. Il fondo ha cominciato gli scambi nel dicembre 2014 e gli asset ammontano a circa 1,32 miliardi di dollari.
CRBN, che replica i ritorni dell’indice MSCI ACWI Low Carbon Target Index, possiede le azioni di 1.350 aziende. In termini di sotto-settori, la fetta maggiore è rappresentata dall’IT, con il 22,25%; seguono finanziari e prodotti di consumo voluttuari, rispettivamente con il 15,30% ed il 12,55%. I principali 10 nomi rappresentano il 15,76% del fondo.
Tra questi troviamo i seguitissimi colossi del tech, Apple (NASDAQ:AAPL), Microsoft (NASDAQ:MSFT), Amazon (NASDAQ:AMZN), Alphabet (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL), Meta Platforms (NASDAQ:FB); Tesla (NASDAQ:TSLA); i giganti dei chip NVIDIA (NASDAQ:NVDA) e Taiwan Semiconductor Manufacturing (NYSE:TSM); ed il gruppo bancario globale JPMorgan Chase (NYSE:JPM).
Sull’anno in corso, il fondo è balzato di circa il 17,6% ed è schizzato di quasi il 32% negli ultimi 12 mesi. Ha segnato un massimo storico negli ultimi giorni. I lettori interessati alla natura diversificata dell’ETF potrebbero effettuare ulteriori ricerche puntando a comprarlo intorno a 170 dollari o meno.
2. iPathA Series B Carbon
- Prezzo attuale: 23,58 dollari
- Range su 52 settimane: 9,72 - 25,80 dollari
- Percentuale di spesa: 0,79% all’anno
Possiamo continuare un precedente discorso riguardo al sistema per la capitalizzazione e lo scambio del carbone, che ”consente al mercato di determinare un prezzo per il carbone e questo prezzo influenza le decisioni di investimento ed alimenta l’innovazione del mercato”.
L’iPath® Series B Carbon ETN (NYSE:GRN) è un ETN che replica l’indice Barclays Global Carbon II TR USD Index. Questo indice permette di avere esposizione al prezzo del carbone determinato dai contratti dei future sui crediti verdi perlopiù appartenenti all’Emission Trading Scheme (EU ETS) dell’Unione Europea.
Sebbene i gestori del fondo possano decidere di destinarne parte ai contratti dei future del Clean Development Mechanism (CDM) del Protocollo di Kyoto, dal lancio il loro peso è stato di meno dello 0,1%.
Un credito verde è “un’unità di emissioni emanata da un programma di credito del carbone e rappresenta una riduzione delle emissioni o rimozione di gas serra. I crediti verdi sono serializzati, emessi, seguiti e cancellati unicamente attraverso un registro elettronico”.
Al momento l’EU ETS è il sistema di riduzione delle emissioni più importante del mondo e limita il carbonio che può essere emesso. Le aziende che hanno bisogno di emettere al di sopra del limite devono comprare i crediti. Altrimenti saranno sanzionate. Storicamente, le aziende sono grandi acquirenti di crediti.
C’è un mercato dei future liquido su cui possono essere comprati contratti di future sui permessi di emissione. I contratti dei future che scambia l’ETN sono quotati sull’ICE Futures Europe.
Dal suo lancio nel settembre 2019, gli asset netti hanno raggiunto quota 81,8 milioni di dollari. Finora, nel 2021, l’ETN ha visto ritorni di oltre l’83,5%.
Il fondo potrebbe essere interessante per i lettori che vogliono partecipare al principale sistema per la riduzione delle emissioni di gas serra. Ma dobbiamo ricordare che le componenti dell’indice sono denominate in euro. Di conseguenza, i possessori dell’ETN sono soggetti alle oscillazioni delle valute. Se l’euro si deprezza contro il dollaro USA, il livello dell’indice ne avverte le conseguenze negative.
Nota dell’editore: Non tutti gli asset descritti sono necessariamente disponibili su tutti i mercati regionali. Consultate un broker accreditato o un consulente finanziario per trovare strumenti simili che possano essere adeguati alle vostre esigenze. Questo articolo è a solo scopo informativo. È opportuno condurre una due diligence prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.