È stato uno shock che i long dell’oro non avevano subìto, nonostante i problemi dello scorso anno. Quindi quando è successo molti si sono chiesti: è possibile, con un mercato dell’oro così surriscaldato?
Stiamo parlando dello storico crollo di quasi 100 dollari dai massimi di ieri sul COMEX a New York, che ha portato il contratto di riferimento di aprile dal picco intraday di 1.976,50 dollari l’oncia al minimo della seduta di 1.878,60 dollari.
Metà del calo è successo nel corso di tutta la seduta, con il mercato attestatosi a 1.926,30 dollari. Ma il vero scossone è arrivato nei successivi 60 minuti degli scambi after-hour.
Fonte: Eamonn Sheridan. Notare la candela rossa lunga verso la fine, che rappresenta il calo di quasi 50 dollari sulla giornata.
Le nuove sanzioni imposte su Mosca dal Presidente USA Joseph Biden, che non hanno silurato i mercati finanziari, hanno invece avuto ripercussioni sull’oro ieri.
Quello che ha stupito molti è stato che un tonfo del 5% sulla giornata sia potuto avvenire su un mercato che aveva quasi tutti gli eventi rialzisti possibili a favore: l’inflazione USA al massimo di 40 anni, uno scontro Russia-Occidente che difficilmente finirà tanto presto, ed una continua debolezza dei titoli azionari che potrebbe dirottare più fondi verso rifugi come il metallo prezioso.
“Il fatto stesso che, nel bel mezzo di una delle peggiori crisi militari geopolitiche, l’oro abbia registrato un crollo di 98 dollari, spinge a chiedersi dove sia veramente diretto”, afferma Sunil Kumar Dixit, esperto di strategie sulle materie prime di skcharting.com.
Fonte: skcharting.com
Chiariamo: non ci sono stati danni duraturi sullo slancio rialzista dell’oro dal ribasso di ieri.
Alla ripresa degli scambi dopo la pausa 17:00-18:00 ET (22:00-23:00 GMT), l’oro di aprile è tornato in forma, schizzando ad un massimo intraday di 1.925 dollari, quasi il livello a cui si trovava all’attestazione.
Tuttavia, l’incidente di ieri è un promemoria delle selvagge oscillazioni intraday di cui è capace l’oro anche nella sua condizione estremamente rialzista.
“La penultima candela” nella seduta di ieri “non è un bene per i tori dell’oro”, commenta l’economista Eamonn Sheridan in un post su ForexLive.
Sagar Dua, altro analista, concorda in un blog su FX Street.
“Il metallo prezioso è colato a picco con molta più accelerazione rispetto a quando era salito”, scrive Dua.
“Sembra che sia entrato in gioco il terzo principio della dinamica e il metallo giallo è crollato come se non ci fosse un domani”.
È una dinamica che i tori dell’oro faranno bene a ricordare, in vista del dato di oggi sull’indice PCE che potrebbe mostrare un’altra impennata dell’inflazione, favorevole ai lingotti.
L’indice PCE è schizzato del 5,8% sull’anno a dicembre, crescendo al tasso più rapido in quattro decenni. Sull’anno a gennaio, gli economisti seguiti da Investing.com stimano una crescita del 6%.
Goldman Sachs ieri ha dichiarato che il rally dell’oro potrebbe arrivare al nuovo massimo record di 2.350 dollari, aiutato dalla domanda di ETF, sulla scia della situazione in Ucraina.
La lettura di Investing.com indica che l’oro potrebbe arrivare persino più in alto, a 2.500 dollari.
Ma, a quel punto, potremmo anche vedere delle inversioni intraday tra i 100 ed i 150 dollari, dai massimi ai minimi.
Fonte: skcharting.com
“L’oro ha bisogno di chiusure giornaliere e settimanali sopra 1.916-1.921 dollari per continuare il breakout rialzista, che punta a ritestare massimi record sopra i 2.075 dollari sulla scia della crisi globale”, afferma Dixit di skcharting nella sua analisi dell’oro spot.
Ma avverte anche che una mossa sostenuta sotto i 1.916 dollari potrebbe spingere i prezzi più in basso, a testare nuovamente i livelli di 1.894-1.887 dollari.
“Una volta sotto i 1.878 dollari potremmo vedere l’oro estendere la sua debolezza a 1.864-1.844 dollari”.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.