Questo articolo è stato scritto in esclusiva per Investing.com
…Ma in quale direzione?
L’oro è bloccato in un brutto range di consolidamento da molti mesi, tra macro-fattori conflittuali. Ma è finalmente pronto ad uscire dal consolidamento ed assumere un trend?
Il metallo prezioso non riesce ad allontanarsi dalla media a lungo termine su 200 giorni, che è proprio il livello a cui si trova in attesa del report sull’occupazione USA. Sebbene l’esito del report avrà solo un impatto a breve termine sui prezzi, ciò che importa è se gli investitori credono che sia un buon momento per comprare sul calo, o se invece ritengono di dover continuare a vendere sui rally.
Ma vediamo prima i grafici.
Il grafico giornaliero non sembra ancora chiarissimo anche se, in uno sviluppo rialzista, l’hammer/candela doji dell’oro dalla media di 200 giorni ieri (dopo che il cambio EUR/USD è schizzato sulla scia di una BCE interventista) è un segnale gradito. La resistenza a 1.810 dollari dovrà infrangersi con decisione perché i prezzi possano vedere una ripresa più significativa.
Il grafico settimanale sembra più interessante di quello giornaliero. Su questo quadro più a lungo termine, si può vedere che i prezzi stanno confluendo in linee di trend convergenti. Ciò significa che nelle prossime settimane i prezzi dovranno vedere un breakout in una o nell’altra direzione.
Con la linea di trend rialzista a lungo termine che offre un consistente supporto, la probabilità di un breakout al rialzo è maggiore, secondo me, di una al ribasso.
L’incisività osservata sui grafici dell’oro rispecchia macro-fattori conflittuali.
I sostenitori dell’oro affermano che il metallo resta considerevolmente sottovalutato. I livelli altissimi di inflazione in tutto il mondo richiedono prezzi dell’oro più alti. Il metallo è considerato da molti un efficace strumento contro l’aumento dei prezzi, con l’inflazione che continua ad erodere il valore delle valute tradizionali ormai in tutto il mondo, soprattutto in paesi come la Turchia in cui c’è anche una crisi monetaria. Tuttavia, l’impatto dell’inflazione sui prezzi dell’oro è stato minimo finora.
Inoltre, la politica monetaria delle economie sviluppate, anche se comincia ad inasprirsi leggermente con le banche centrali che reagiscono all’inflazione, non è mai stata tanto allentata come in risposta alla pandemia di coronavirus. Ancora una volta, questo ha spinto gli investitori a fiondarsi sui mercati azionari (e sulle criptovalute) piuttosto che sull’oro, sebbene il metallo prezioso abbia trovato supporto inizialmente, schizzando al massimo storico di oltre 2000 dollari nel 2020, prima di cedere gran parte di questi guadagni.
Tuttavia, con l’inflazione che non mostra segni di rallentamento ed i titoli tech USA che cominciano a mostrare delle crepe, l’oro potrebbe riuscire a sopportare i rendimenti in salita e a registrare un breakout al rialzo.