Il mercato valutario sconta le attese manovre di politica monetaria di Europa e USA. Settimana positiva per gli indici dell’area Euro e Wall Street.
Le principali borse mondiali chiudono una positiva settimana di contrattazioni, recuperando il terreno perso in quella precedente. Nel vecchio continente, i primi della classe sono stati il Dax che ha chiuso la seduta di venerdì 11119 punti e una crescita su base settimanale del 3.84%, ed il FTSE 100 inglese, chiuso a 6334 punti ed un rialzo del 3.54%.
Meno marcato il recupero del FTSE-MIB che si mantiene comunque sopra il punto percentuale (+1.36%) di rialzo su base settimanale.
I listini americani si allineano alle migliori borse europee registrando, infatti, un incremento medio sopra i 3 punti percentuali (Dow Jones 3.36% - S&P 3.27% - Nasdaq 3.59%).
Crescita inferiore per il continente asiatico, dove il Nikkei 225 si ferma a 19879 punti (1.44%) e l’Hang Seng di Hong Kong archivia la settimana con un incremento dello 1.60%.
Nel Forex continua la graduale discesa della moneta unica europea, così come la crescita del dollaro. Il cambio EUR/USD si è attestato a quota 1,0646 con un calo settimanale dell’1.23%.
Il trend ribassista per l’euro – trainato dall’atteso aumento di liquidità confermato da Draghi - e quello positivo per il dollaro – trainato dall’atteso aumento dei tassi di interesse confermato dalla Yellen - è confermato dalle principali coppie valutarie.
Se da un lato l’euro perde terreno verso lo yen (EUR/JPY -1.03%) e la sterlina (EUR/GBP -0.96%), dall’altro il dollaro guadagna punti verso queste controvalute (USD/JPY +0.22% - GBP/USD -0.27%) e registra la crescita dell’indice generale del dollaro che chiude a quota 99,06 con un incremento settimanale dello 0.56%.
Nel comparto delle materie il Petrolio Greggio registra la scadenza dei futures di dicembre con una seduta molto volatile caratterizzata dal riposizionamento degli investitori. I contratti futures di dicembre hanno chiuso in leggero calo, dello 0.4%, a quota 40,39 dollari al barile.
Per quanto riguarda l’Oro, messo continuamente alla prova dalla forza del dollaro, la quotazione nella seduta di venerdì si è chiusa a 1076 dollari per oncia, con un calo su base settimanale dello 0.40%
Sul fronte macroeconomico archiviati i dati, europei e americani, relativi all’inflazione della settimana scorsa, il mercato si prepara ad una settimana particolarmente fitta di impegni. Per il vecchio continente le giornate più importanti sono quella di oggi – attesi i dati sull’attività manifatturieria e dei servizi – e quella di venerdì, quando il Regno Unito rilascerà i dati sulla crescita del terzo trimestre.
Per gli Stati Uniti, invece, gli investitori attendono con particolare interesse la giornata di mercoledì con una serie di dati fondamentali per l’economia americana in termini di consumi, disoccupazione e settore edile. Nella giornata di giovedì i mercati americani resteranno chiusi per il Thanks-Giving Day.
Andrea Cangiano
Financial Advisor, UCapital.