Si prosegue sulla falsariga delle ultime 2-3 settimane, senza rilevanti variazioni. Indici europei ancora deboli dopo dati PMI servizi sotto le attese. Stavolta anche Draghi ci mette il suo, esprimendo nelle minute della BCE preoccupazione per l’economia europea e lasciando intravedere possibilità di ulteriori tagli dei tassi, ora visti come prova di debolezza e come ulteriore minaccia per il sistema bancario.
Sul finale di settimana la situazione migliora dopo i precedenti affondi, ed i primi supporti rilevanti non sono stati intaccati. Da qui o poco sotto gli indici europei potrebbero tentare ancora la via del rialzo (o quantomeno di un riequilibrio del gap creatosi rispetto ad altri indici), andamento che credo ancora possibile per L’Europa dopo lo shock di inizio anno.
Per ora la storia sui Panama papers non ha avuto una influenza sui mercati, ma leggere di un buon numero di leader politici potenzialmente coinvolti è certamente destabilizzante (più che riguardo ad imprenditori o a star dello sport e dello spettacolo). Intanto è già caduto il premier islandese, ma traballa anche il più rilevante Cameron, e proprio in vista del referendum sulla Brexit, i cui esiti sono sempre meno scontati.
Usa: una settimana di piccolo indietreggiamento per il listini Usa in vista della prossima tornata di trimestrali, che entra nel vivo lunedì con Alcoa. Per S&P 500 ormai decisamente ristabilita la lateralità di medio periodo (medie mobili ora piatte) ed ancora attivo il trend rialzista di breve. Rimane quindi intatta per le prossime settimane la possibilità di nuovi record storici, a meno di ritorni sotto 1930-1950, fascia di supporto principale.
(clicca sui grafici per ingrandire)
Europa: sotto le attese il PMI servizi eurozona, seppure ben sopra la soglia dei 50 nel complesso. A livello di singoli paesi, 49,9 la lettura per la Francia, 51,2 per l’Italia, 55,1 per la Germania, tutti sotto le attese.
Positivi invece i dati sull’occupazione. Siamo sempre sopra al 10% di disoccupazione, ma il progresso dai picchi è evidente, lento ma costante.
Sul Dax la terza settimana consecutiva di debolezza, con prezzi che toccano il primo livello di supporto (9500) per concludere con una debole reazione. Importante la tenuta di questa fascia tra 9300-9500. Qui il rischio è un eventuale ulteriore movimento rialzista di Eur-Usd, che generalmente piace poco al Dax
Guardando al totale Eurostoxx 600, il rapporto con S&P 500 è ai minimi storici. Mai l’indice allargato delle azioni europee aveva così sotto-performato rispetto all’indice principale USA. Ripartirà da qui un riequilibrio?
Italia: quarta settimana negativa (-1,6%), ma il bilancio poteva essere ben peggiore senza il deciso rimbalzo di venerdì (+4%). Ancora le banche a guidare, nel bene e nel male. L’indice chiude “miracolosamente” poco sopra il supporto dei 17500. Ulteriori reazioni senz’altro possibili, e nel breve da monitorare 18.200, ora prima resistenza: in caso di superamento, di nuovo spazio al rialzo almeno fino a 18.800/19000.
Asia: continua la debolezza del Giappone, qui guidata dal non desiderato rafforzamento dello yen. Prezzi ora su un primo supporto, quelli rilevanti in area 15.000 o poco sotto.
Sempre impressionante la specularità del Nikkei con USD-JPY. E analogamente all’indice, coppia vicina ad un supporto rilevante di lungo periodo.
Metalli: salgono i preziosi, scendono nel complesso gli industriali. Rame in forte discesa sulla notizia che 4 grandi trader di Rame cinesi intendono aumentare l’export. Sapendo che la Cina ha il 75% circa delle riserve mondiali di Rame, un effetto decisamente depressivo per i prezzi. Per ora bloccato il precedente tentativo di sviluppo rialzista, con prezzi di nuovo orientati all’ingiù e sotto le medie mobili
Petrolio Greggio: anche il Petrolio in forte rialzo venerdì, termina la settimana con un robusto +8%, tornando in area 40$. Contribuisce anche la forte riduzione delle scorte, di quasi 5 milioni di barili. Movimento che aumenta la probabilità che i recenti minimi di Febbraio possano essere rilevanti nel medio periodo. Ricordo il meeting di Doha del 17 aprile, probabile che ci attenda una settimana senza grosse variazioni
EUR/GBP: tornando su UK, Cameron e Brexit (che a giugno sarà il focus dei mercati), uno sguardo alla sterlina: prezzi che hanno raggiunto un obiettivo di medio periodo in area 0,80, ma senza per ora mostrare alcun segnale di interruzione del rialzo. Continua quindi l’indebolimento della sterlina, in un contesto complicato per le molte variabili in gioco. Guardando solo ai prezzi (target tecnico raggiunto) e agli indicatori (forte ipercomprato), più probabile qualche ritracciamento nelle prossime settimane.
Riccardo Zarfati
onehourtrading.it