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Panoramica mercati settimana del 4 maggio

Pubblicato 04.05.2015, 10:05
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

  • Il fattore più rilevante della settimana appena conclusa sono stati i deboli dati macro in arrivo sia dagli Usa che dall’Europa. È stato in particolare il PIL Q1 USA sotto le attese (seppure moderatamente positivo) a spegnere le speranze di un immediato ripristino del rialzo dei listini e a modificare la situazione valutaria di breve.

    Disoccupazione e inflazione europee in linea con le attese, ma senza mostrare alcuno spunto positivo. E se due dei principali tasselli del rilancio europeo (cioè Petrolio ed Euro ai minimi) hanno poca voglia di rimanere al loro posto, ecco che la voglia di acquisti si smorza ulteriormente.

    La chiusura di Aprile lascia il quadro positivo nonostante l’attuale fase di debolezza. Qualche presa di beneficio più profonda per alcuni mercati asiatici, accentuata in questa fase per chi investe in Euro.




    Usa: Il PIL del 1° trimestre cresce dello 0,2%, ben sotto le aspettative (+1%) e lontano dal +2,2% dell’ultimo trimestre 2014. Nessuna novità sul fronte aumento tassi, con la FED che rimane ancora vaga. Settimana partita male e parzialmente recuperata il 1 maggio, con situazione che rimane sostanzialmente laterale con aree di supporto e resistenza ben definite (2042 il primo supporto, area 2150 di possibile resistenza in caso di nuovi massimi).





    Europa: continuano le trattative con la Grecia (che ha messo in campo una nuova squadra con depotenziamento per Varoufakis), e sembra esserci un ritrovato ottimismo, visibile per ora solo nel balzo della Grecia (+11,7%). Principali mercati che chiudono in rosso, in particolare il DAX, più sensibile ai movimenti del dollaro USA. Per l’indice tedesco assistiamo alla rottura del primo supporto, con prezzi ora vicini alla fascia di supporto principale, tra 11.000 ed 11.200. Se di super-trend europeo si tratta, da questi livelli ci dovrà essere una reazione. Siamo quindi su una possibile zona di acquisto per posizioni di medio periodo, seppure al momento manchi un segnale di ripristino rialzista. Al ribasso vera allerta solo con chiusura settimanale sotto 11.000




    Italia: positiva la tenuta dei 23.000 punti in chiusura, siamo anche in questo caso in prossimità dei primi livelli di supporto, tra 22.500 e 22.000 punti, possibile area di acquisto con rischio contenuto. Allerta per il trend complessivo solo con chiusure sotto 21.000 al momento molto improbabile





    Asia Principali: indice di Shangai a nuovi massimi, disegna una potenziale candela di possibile arretramento per le prossime settimane. Non siamo però su livelli di resistenza rilevanti, eventuali pause di questo incredibile trend da considerare ancora come opportunità di acquisto. Deboli Giappone e Corea, con il secondo che mostra una grafica di possibile pausa del trend, analogamente alla Cina.




    Indice indiano in ulteriore ribasso, con prezzi in prossimità di un rilevante livello di supporto di medio periodo (26.500). Attenzione perché una rottura al ribasso potrebbe generare una ulteriore accelerazione, con target almeno in area 24.000/25000. Solo oltre 29.000 chiara ripresa del robusto trend rialzista.





    Asia emergenti: tutti deboli in settimana, e spicca il -6,4% dell’Indonesia. L’esecuzione di 9 narcotrafficanti anche stranieri ha creato forti tensioni diplomatiche, in particolare con Australia e Francia (che è riuscita per ora a salvare un altro detenuto, con l’intervento diretto di Hollande). Prezzi che rompono la trend line di medio periodo e raggiungono i 5000 punti, una potenziale fascia di supporto per il breve, ma situazione che potrebbe essere incrinata per qualche tempo. Ancora più pesante il crollo degli ETF Indonesia (INDO e XMIN), che con l’indebolimento della Rupia contro Euro hanno raggiunto in settimana perdite di circa 12%




    Latin America: negatività in linea con le altre aree geografiche, con prese di beneficio dalle prime resistenze visibili. Guardando all’indice Messicano le vendite sono scattate millimetricamente da 46.000 punti. Il trend rialzista di medio periodo è ancora intatto, con supporto principale a 43.900 punti.





    Metalli: ancora nessuna novità da Oro e Argento, con il primo in particolare che chiude poco sotto la parità, nonostante l’ottima opportunità (dollaro e mercati deboli). Non certo un buon segnale, ma per ora tengono i recenti minimi e chiusura comunque ben sotto 1200. Ancora molto bene invece i metalli industriali tra i protagonisti della settimana, con rialzi tra il 5% (Nickel e Zinco) ed il 7% del Rame. Per il Rame prezzi che raggiungono il primo livello di resistenza e si trovano ad un passo da quota 300, ulteriore livello sia psicologico che grafico, dove passa la trend line ribassista di lungo periodo. Improbabile che venga superata con decisione al primo tentativo, nel caso ulteriore resistenza a 311




    Agricoli Grains: prevale ancora il ribasso sui grains, con nuovi minimi pluriennali per il Frumento. Pesano le condizioni meteo, generalmente a favore di un futuro eccesso di produzione. Siamo in prossimità di supporti storici, ma per ora nessun segnale di inversione.




    Agricoli Coloniali: riprende il ribasso del Caffè (-5,6%) dopo qualche settimana di stabilizzazione, Cotone unico a terminare in moderato positivo (+0,1%), dopo aver fatto massimi di periodo. Prezzi del Cotone che raggiungono la resistenza principale, da dove sono indietreggiati sul finale. Un decisa rottura di tale livello aumenterebbe l’interesse su questa materia prima, con spazi al rialzo interessanti




    Energia: scorte ancora in aumento, output dei principali produttori senza sensibili variazioni ma guida ancora il rialzo, con i prezzi che cercano probabilmente un “corretto” valore di mercato dopo il deciso affondo. Graficamente siamo proprio sulle resistenze evidenziate di area 60, ed uno scenario probabile è una stabilizzazione tra questi livelli e 54 nelle prossime settimane. In caso di proseguimento del rialzo non ci sono molti ostacoli grafici fino ad almeno 66/67..Nuovi minimi dal 2012 Per il Natural Gas e poi strappo rialzista di ben 9 punti. Ma da un area di supporto a mio avviso poco credibile, preferibile attendere una prima rottura delle resistenze (cioè sopra area 3) prima di valutare un coinvolgimento.




    EUR-USD: il dato del PIL Usa sotto le attese frena il super dollaro, con rottura delle resistenze di breve di 1,10 e chiusura ad 1,12. Permane naturalmente il trend ribassista di medio e lungo periodo, con 1.15 (picchi eventuali a parte) importante livello di controllo e possibile area di entrata al ribasso in caso di raggiungimento e naturalmente a fronte di segnali.

  • Riccardo Zarfati
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