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Paura del Bitcoin? ETF o fondi indicizzati cripto potrebbero essere una soluzione

Pubblicato 29.03.2018, 15:35
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Man mano che le criptovalute salgono alla ribalta come classe di asset, catturano anche l’attenzione di un numero sempre maggiore di investitori tradizionali. Ma molti restano timorosi nei confronti degli asset digitali, spaventati dalla loro condizione piuttosto oscura, dall’estrema volatilità e, in alcuni casi, dai costi proibitivi del token.

Il Bitcoin, ad esempio, scambiato a 7.641,8 dollari al momento della scrittura, registra un crollo del 14,54% sugli ultimi 7 giorni; l’Ethereum, a “soli” 423,68 dollari, è crollato del 24,33% nello stesso periodo; tra le valute alternative meno famose e più economiche, il Cardano, scambiato al momento a 0,15272 dollari, ha visto un tonfo del 28,18% durante lo stesso arco temporale.

Cardano 60-Minute Chart

Di recente, è stata lanciata una serie di prodotti di investimento più nuovi e potenzialmente più sicuri, dedicati a quegli investitori che vorrebbero una partecipazione nelle valute digitali e nella tecnologia blockchain soggiacente ma con la possibilità di un rischio minore. Nuovi fondi indicizzati basati sulle cripto come il fondo Coinbase Index Fund e l’indice Hold10 Index di Bitwise Asset Management danno questa opportunità, così come gli ETF lanciati di recente da Reality Shares ed Amplify.

Per chi non li conoscesse, i fondi indicizzati sono fondi comuni di investimento che posseggono quote che corrispondono e/o replicano le componenti di un indice esistente sul mercato al fine di fornire ritorni simili. Il loro valore netto degli asset (NAV) viene calcolato solo alla fine di ogni giornata di scambi.

Gli exchange traded funds, più comunemente noti come ETF, sono scambiati come titoli azionari su una piazza pubblica e il loro prezzo può quindi fluttuare durante la giornata di scambi. Gli ETF vengono composti per replicare un’ampia gamma di asset, tra cui indici, asset individuali, bond o panieri di asset.

Entrambi gli strumenti vengono considerati strategie di investimento passivo, dal momento che non vengono gestiti dall’investitore ma piuttosto da qualcuno che lavora per la compagnia che controlla il fondo.

Si noti che i fondi citati di seguito non rappresentano una sponsorizzazione. L’investitore dovrebbe condurre una due diligence prima di entrare in qualsiasi scambio.

Fondi indicizzati

All’inizio del mese, Coinbase, la piattaforma di trading di San Francisco, ha annunciato il lancio del Coinbase Index Fund, che garantirà agli investitori un’esposizione agli asset digitali quotati sulla piazza GDAX di Coinbase. Il fondo replicherà le quattro principali valute alternative, pesate per capitalizzazione di mercato. Il 62% del fondo sarà costituito da Bitcoin, il 27% da Ethereum, il 7% da Bitcoin Cash e il 4% da Litecoin. Si prevede che in futuro vengano aggiunte altre monete con un riequilibrio annuo. Il fondo all’inizio sarà disponibile solo per gli investitori statunitensi accreditati.

Omri Ross, assistente universitario all’Università di Copenhagen ed Amministratore Delegato di Firmo Network, sottolinea che i fondi indicizzati di criptovalute e gli ETF rappresentano uno sviluppo cruciale per l’evoluzione e l’espansione dei mercati delle valute digitali. Ritiene che senza dubbio ci sarà un boom di soluzioni innovative e più sicure per offrire agli investitori un accesso maggiore ai token di infrastrutture distribuite.

“I fondi indicizzati nel settore finanziario tradizionale costituiscono potenti strumenti per la gestione del rischio. Penso che fondi indicizzati del tipo lanciato da Coinbase siano molto importanti per i cripto-mercati”.

Spiega che investire su un fondo indicizzato consente agli investitori di ottenere dei ritorni da tutti gli asset quotati sull’indice. Quindi, dal punto di vista dell’investitore, seguire un fondo indicizzato ben diversificato è quasi tanto efficace quanto seguire l’intero mercato, tariffe escluse.

Di recente, anche il gestore di asset Bitwise ha introdotto una sua soluzione: il fondo Hold10 Index, che replica le dieci principali criptovalute a rotazione. Al momento, le prime cinque seguite dal fondo, in ordine di peso, sono: il 56,42% Bitcoin, il 16,19% Ethereum, il 9,58% Ripple, il 6% Bitcoin Cash ed il 3,44% Litecoin. Così come nel caso del fondo di Coinbase, al momento è aperto solo ad investitori statunitensi accreditati. L’indice viene valutato e riequilibrato periodicamente.

Ulteriori opzioni per indici e fondi continuano ad essere lanciate. Ross afferma che l’introduzione dei fondi indicizzati per le valute alternative indica un aumento della maturità e quindi una accettazione dei cripto-asset. Inoltre, l’aumento della domanda per gli strumenti di investimento passivo segnala una crescente richiesta di modi per gestire l’esposizione al rischio nei confronti di questi volatili ma potenzialmente remunerativi asset.

Esposizione alla blockchain tramite gli ETF

I due ETF lanciati di recente, il Reality Shares Nasdaq NexGen Economy Fund (NASDAQ:BLCN) e l’Amplify Transformational Data Sharing ETF (NYSE:BLOK), rappresentano un altro modo per ottenere un potenziale profitto dalla fiorente tecnologia blockchain. Le azioni di entrambi non corrispondono direttamente ai movimenti di prezzo delle criptovalute dal momento che i loro possedimenti sono titoli azionari che operano nello spazio delle blockchain piuttosto che vere e proprie valute digitali.

BLCN segue un indice di sua creazione che, secondo Reality Shares, “comprende compagnie che dedicano risorse materiali allo sviluppo, alla ricerca, al supporto, all’innovazione o all’utilizzo della tecnologia blockchain per l’uso proprietario o da parte di terzi”. Tra i possedimenti del fondo troviamo una serie di famosissime compagnie globali così come qualche titolo azionario più sconosciuto: Intel (NASDAQ:INTC), Cisco (NASDAQ:CSCO), Microsoft (NASDAQ:MSFT), Hitachi (T:6501), NVIDIA (NASDAQ:NVDA), ZTE Corp-H (HK:0763) e HIVE Blockchain Technologies Ltd (OTC:HVBTF).

BLOK, che si definisce “un ETF gestito attivamente che punta a fornire ritorni totali tramite l’investimento di almeno l’80% dei suoi asset netti in titoli azionari di compagnie coinvolte in modo attivo nello sviluppo e nell’utilizzo di tecnologie trasformazionali per la condivisione di dati”, offre un’esposizione simile ma non uguale ad un’ampia gamma di nomi noti e meno noti. Troviamo ad esempio Taiwan Semiconductor Manufacturing (NYSE:TSM), Square Inc (NYSE:SQ), International Business Machines (NYSE:IBM), Red Hat (NYSE:RHT) ed Advanced Micro Devices (NASDAQ:AMD), così come NVIDIA, Intel, HIVE e Microsoft.

Fare attenzione alle questioni di liquidità ed alla diversificazione

Un problema fondamentale con i mercati delle criptovalute è la liquidità. Sergei Sevriugin, Amministratore Delegato e fondatore di REGA, afferma:

“Un grosso problema sul cripto-mercato è la bassa liquidità. Meno del 5% dei token sul mercato generano il 90% del volume.

I fondi cripto che riescono a mantenere la liquidità migliorano il mercato rendendolo più stabile e prevedibile”.

Ross ritiene che investire su fondi indicizzati di criptovalute o su ETF sia un buon punto di entrata per gli investitori cauti. I nuovi arrivati con poca conoscenza del mercato delle valute digitali o con una bassa tolleranza di rischio possono ottenere una migliore esposizione ai volatili cripto-mercati, senza delle competenze di valutazione degli asset per questa categoria.

Questo potrebbe anche essere vero. Tuttavia, così come nel caso di qualsiasi altro strumento di investimento, sono necessarie cautela e diversificazione degli asset. Evgeny Yurtaev, Amministratore Delegato di Zerion, spiega:

“Solo un anno fa, il Bitcoin era l’evidente vincitore in quanto a redditività. Ora non è più così. L’estate scorsa la partecipazione del Bitcoin della capitalizzazione totale di mercato è scesa sotto il 50%.

Man mano che le altre criptovalute sono maturate, la gente ha iniziato a mettere in discussione la posizione di rilievo del Bitcoin. Il che ha convinto le persone a diversificare i loro cripto-asset”.

Yurtaev avverte che il semplice investire su un fondo indicizzato o su un ETF non protegge l’investitore da tutti i rischi associati alla nuova tecnologia. Il semplice investire su un fondo indicizzato non necessariamente filtra la volatilità generale del cripto-mercato stesso. L’approccio più sicuro consiste nell’assicurarsi che il portafoglio sia diffuso su un’ampia gamma di mercati ed asset.

Ultimi commenti

riusci a prenderli a 0,08,di nuovo grazie
S.Tanzil mio dovere ringraziarti di aver recuperato il 70% dei miei risparmi da ex operaio,(liquidazione) x aver investito su suo consiglio su HAIVE BLOCHCHAIN 1918 grazie saluti
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