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Pausa di riflessione per i mercati?

Pubblicato 06.02.2023, 08:04
Aggiornato 12.01.2022, 13:50

L'elemosina incoraggia l'assuefazione invece che l'autostima e la capacità di cavarsela da soli” (Muhammad Yunus)

C’è bisogno di riprendere fiato. Dopo un rally iniziato nel mese di dicembre scorso che ha portato, ad esempio Piazza Affari, a recuperare tutto il terreno perduto nel corso del 2022, i mercati potrebbero avere la necessità di una “salutare” pausa di riflessione. Se così non fosse, basterebbe probabilmente un dato apparentemente inferiore alle aspettative, per portare a una brusca correzione. I cigni neri del 2022 non sono infatti svaniti, semplicemente gli investitori si aspettano che non siano più una minaccia per l’economia: ovvero aumento dell’inflazione e crisi economica che avrebbero dovuto portare, nel 2023 alla tanto temuta stagflazione. Così pare non sarà, come dimostrato anche dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) che ha rivisto al rialzo le stime di crescita dell’economia mondiale e portato quelle per l’Italia, dal territorio negativo a +0,6%. Occorre però che queste stime trovino conferma nei dati di consuntivo per cui molta attenzione questa settimana ai discorsi di Christine Lagarde (oggi) e Jerome Powell domani, che forniranno ulteriori indicazioni sulle attese di politica monetaria dopo i provvedimenti presi la scorsa settimana. Mercoledì è invece atteso un summit dei leader dell’Unione Europea.

Troppo capitale non fa bene al bilancio

Il convegno annuale di Assiom Forex è il primo appuntamento dell’anno nel quale gli opinion leader del mondo della finanza italiana si incontrano e si confrontano sul futuro. Il messaggio arrivato dal convegno è il seguente: cresce l’ottimismo ma è troppo presto per parlare di un’inversione di tendenza. Protagonisti dell’evento sono stati i banchieri a cui sono state rivolte diverse domande circa lo stato di salute dei bilanci e le prospettive di medio termine. I titoli bancari sono il secondo miglior settore in Europa per performance da inizio anno grazie all’esposizione, in senso positivo, all’aumento dei tassi di interesse che ha impattato molto positivamente sui risultati di bilancio che nel 2022 hanno fatto segnare livelli record. Ma non manca qualche nuvola all’orizzonte: la richiesta da parte della Bce di una maggiore patrimonializzazione e l’aumento della tassazione come sta già avvenendo in Spagna. Sul primo punto è intervenuto l’amministratore delegato del Banco Bmp Giuseppe Castagna auspicando che sia finita la richiesta di mettere da parte capitale. "Speriamo – ha detto Castagna – che prima se ne accorgano che il capitale è addirittura in eccesso. Chi ci dà soldi per fare l'impresa prima o poi il costo ce lo chiede. Anche il regolatore ne deve tenere conto".

Meno male che c’è L’Europa

L’Italia è stato nel 2022 il principale beneficiario della Bei, ovvero la Banca Europea degli Investimenti, con oltre €10 miliardi di euro di prestiti che attiveranno investimenti per oltre €34 miliardi, il 55% a sostegno dell’azione climatica e della transizione ecologica. Nel 2022 la Bei ha finanziario €72 miliardi in tutta Europa. Da notare che oltre €3 miliardi sono stato canalizzati verso le Pmi attraverso il Fei, che è la filiale della Bei specializzata in questo comparto industriale, e il sistema bancario tradizionale. In un contesto economico di incertezza l’Europa non ha fatto mancare il proprio supporto al nostro Paese che è stato però in grado di intercettare le risorse accelerando i processi di trasformazione che sono necessari per dare una prospettiva di sviluppo e crescita. Tra i progetti finanziati quelli effettuati da Terna (BIT:TRN) (il Tirrenian Link) che permetteranno di collegare la rete elettrica continentale nazionale alla Sardegna e la Sicilia, facendo anche da ponte verso l’Africa e la Francia. Non va dimenticato neanche il finanziamento a Leonardo e Danieli, che hanno ottenuto finanza in cambio di impegni sul fronte della sostenibilità e l’innovazione tecnologica. La Bei fa inoltre parte della strategia europea per affrontare la competizione degli Usa con l’inflaction reduction act (IRA).

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Ma che pizza. I mercati hanno fatto meno uno e mezzo, non meno 10. E già siamo alla pausa riflessiva secondi voi.
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