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Petrolio: i tagli alla produzione potrebbero non bastare a far dimenticare i timori economici

Pubblicato 27.04.2023, 17:58
  • I tagli alla produzione volontari dell’OPEC+ non sono riusciti a placare i timori economici, con i prezzi scesi dopo un iniziale rialzo
  • La debole domanda petrolifera cinese nel Q1 2023 fa temere per la domanda globale e la debolezza economica
  • I tagli alla produzione potrebbero non essere sufficienti a combattere la percezione di un calo della domanda, e i trader dovrebbero stare attenti alle azioni governative in India e Cina
  • Ci sono volute solo tre settimane perché il mercato petrolifero digerisse i tagli alla produzione a sorpresa volontari dell’OPEC+. Dopo che l’OPEC+ il 2 aprile ha annunciato che, a partire da maggio, le nazioni produttrici taglieranno un totale di 1,16 milioni di bpd, il Brent è schizzato del 6% ad 85 dollari al barile e il WTI è salito ad 80 dollari al barile. Ora, appena tre settimane dopo, i prezzi sono tornati a scendere ai livelli di fine marzo. Il Brent era scambiato sotto gli 80 dollari al barile ieri.

    Le preoccupazioni economiche superano i timori per le scorte

    Alla fine del 2022, le banche e i loro istituti di previsione stimavano tutti che avremmo assistito al ritorno di prezzi del petrolio a tre cifre nel 2023. La preoccupazione allora era che la domanda avrebbe superato le scorte. Molti credevano che la riapertura della Cina avrebbe prodotto una fortissima ripresa della domanda e che le sanzioni e i price cap implementati da USA ed UE sulle esportazioni petrolifere russe via mare avrebbero colpito le scorte globali. Tuttavia, per quanto riguarda la Cina, abbiamo visto la domanda dei consumatori tornare stabile, ma gli indicatori sulla domanda industriale sono misti.

    In effetti, in base alle informazioni sulle raffinerie cinesi, sulle importazioni petrolifere e sulle esportazioni di prodotti petroliferi, sembra che la domanda petrolifera nazionale in Cina nel primo trimestre sia stata debole. Si sono consumati meno prodotti petroliferi nonostante la forte attività delle raffinerie, quindi più prodotti sono finiti nelle scorte.

    La Cina potrebbe stare facendo scorta per il resto dell’anno, magari in previsione di prezzi più alti, o potrebbe semplicemente stare registrando una domanda più debole del previsto. La Cina potrebbe inoltre incoraggiare la domanda industriale con stimoli, ma la debolezza economica globale potrebbe significare problemi per il settore manifatturiero cinese che il governo Comunista non può risolvere internamente.

    Ogni volta che vengono pubblicati dati economici preoccupanti da Stati Uniti o UE, i prezzi del petrolio reagiscono e si dirigono verso il basso. La scorsa settimana sono stati i dati sulla disoccupazione leggermente più alti negli Stati Uniti e l’inatteso aumento delle scorte di benzina USA.

    Questa settimana, sono stati invece i dati sul sondaggio manifatturiero in Texas della Fed di Dallas, che hanno rivelato poca crescita nel settore manifatturiero e un indice di produzione vicino allo zero. Questi dati non necessariamente fanno presagire un rallentamento economico, ma il mercato è così nervoso che ogni dato viene accolto con un movimento esagerato dei prezzi del petrolio.

    L’OPEC+ aveva ragione, ma i tagli alla produzione sono sufficienti?

    Persino il governo Biden deve ammettere, a questo punto, che l’OPEC aveva ragione quando ha tagliato la produzione ad ottobre, e che aveva ragione anche ad aprile. L’OPEC afferma che sta cercando di impedire un tonfo dei prezzi del petrolio come quello del 2008 che aveva richiesto un intervento di emergenza. Altri dicono invece che l’OPEC sta cercando di alzare i prezzi del petrolio perché i governi delle nazioni produttrici hanno bisogno di più denaro.

    A prescindere dai reali motivi, è chiaro che il gruppo può ancora influire sui prezzi alterando le scorte. Tuttavia, questo potrebbe non bastare per combattere la percezione di un calo della domanda. La sorpresa di aprile dell’OPEC ha avuto un forte impatto sul prezzo proprio per l’elemento sorpresa. E questo elemento è ormai sparito, col mercato che ora si aspetterà dei tagli OPEC anche se il gruppo dice che la produzione resterà stabile.

    Andando verso l’estate, quando la domanda petrolifera è solitamente più alta, e i tagli dell’OPEC cominceranno ad avere un impatto sulle scorte globali, capiremo meglio se l’intervento dell’OPEC basti o meno ad evitare un calo dei prezzi dovuto alla debolezza della domanda, o se invece saranno necessari altri interventi su scorte e domanda per impedire ai prezzi di scendere ancora.

    Un futuro volatile

    Questo lascia presagire un futuro immediato volatile per i prezzi del petrolio. Il mercato del petrolio è pronto a reagire a tutti gli indicatori economici. L’OPEC+ si è dimostrata pronta ad intervenire per far salire i prezzi con tagli alla produzione, anche se, col tempo, la sua azione sarà meno potente.

    I trader dovrebbero tenere d’occhio economie come India e Cina, i cui governi potrebbero intervenire per aumentare la domanda nazionale di petrolio, soprattutto se i prezzi saranno relativamente bassi e se dovesse essere disponibile il petrolio russo, ancora più economico.

    ***

    Nota: L’autrice non possiede nessuno degli asset menzionati nell’articolo.

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Ultimi commenti

se continua così ilWTI tornerà a 65 $ al barile in poche settimane e cioè alla quotazione che aveva prima dell' annuncio dei tagli.La verità vera è che nessuno taglia nulla,meno di tutti la Russia. Mentono sapendo di mentire.
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