Rassegna giornaliera sul mercato forex, 21 gennaio 2021
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
I mercati sono spinti dall’ottimismo, oramai questo è palese. La pandemia di COVID-19 ha colpito ogni angolo del mondo, ma invece che preoccuparsi dell’impatto sulle economie locali, gli investitori e le banche centrali pensano alla ripresa. Lo abbiamo visto nella seconda metà del 2020 e lo vediamo in questo inizio 2021. L’andamento record di ieri dell’S&P 500 ci indica che per gli investitori il bicchiere è mezzo pieno. E questa settimana, è chiaro che anche le banche centrali faranno lo stesso.
Questa mattina, la Banca Centrale Europea ha lasciato la politica monetaria invariata ed ha dichiarato che se le “condizioni di finanziamento favorevoli saranno mantenute... il (PEPP) non sarà utilizzato totalmente”.
Il Governatore della Banca del Canada Tiff Macklem condivide una visione simile. Questa mattina ha dichiarato: “se l’economia rispetterà o supererà le nostre aspettative, non sarà necessario tutto questo stimolo nel tempo”. Queste dichiarazioni meno caute hanno aiutato l’euro a rimbalzare dalle perdite di ieri ed hanno fatto toccare al cambio USD/CAD un nuovo minimo di 2 anni e mezzo. Oltre alle dichiarazioni sul PEPP, non è stato rivelato niente di sensazionale nella dichiarazione della BCE o nei commenti della Presidente Christine Lagarde, la quale ha evitato di criticare direttamente la valuta, dicendo solo che l’apprezzamento del Forex è un peso per l’inflazione.
La Banca del Giappone ha lasciato la politica monetaria invariata, ma ha rivisto al ribasso le previsioni economiche. Ha ridotto le previsioni sul PIL 2020, ma alzato quello sul PIL 2021, motivando il rialzo con la previsione secondo cui, nonostante l’incertezza, l’economia continuerà a salire.
I dati PMI attesi da Nuova Zelanda, Australia, zona euro, Regno Unito e USA dovrebbero essere migliori, data la ripresa in corso. AUD e NZD sono saliti giovedì dopo i dati sull’occupazione australiana. Nonostante la crescita occupazionale sia scesa a 50.000 da 90.000, questo aumento è in linea con le aspettative ed è accompagnato dal miglioramento della disoccupazione e del tasso di partecipazione. Oggi la Nuove Zelanda rilascerà i dati manifatturieri PMI ed i prezzi al consumo, e l’Australia rilascerà il report PMI preliminare di gennaio. Tra la bella stagione in corso e i contagi contenuti, si prevedono miglioramenti in entrambi i paesi.
I lockdown in Europa porteranno dei dati PMI deboli per la zona euro e per il Regno Unito? Ma, soprattutto, questo interesserà poi ai trader del Forex?
Il rally dell’euro e della sterlina ci dice che gli investitori hanno già messo in conto dei dati deboli. Hanno già trascurato dati deboli nell’ultimo anno e potrebbero farlo di nuovo, mentre i banchieri delle banche centrali guardano alla ripresa del secondo semestre. I dati della zona euro non sono stati così terribili, visto il miglioramento degli ultimi dati sulla produzione industriale ed i dati dello ZEW. Mentre i dati PMI potrebbero avere un impatto sui mercati, un eventuale impatto sull’euro e sulla sterlina sarà di breve durata.
Lo stesso potrebbe valere per l’indice Markit PMI e le vendite di case esistenti. Per venerdì si attendono i dati canadesi sulle vendite al dettaglio. Tra dati più deboli sulle vendite all’ingrosso e calo di posti di lavoro, si prevede una spesa debole per i consumatori. Nonostante l’ottimismo della BoC, se dovesse esserci qualche sorpresa al ribasso, potremmo assistere ad uno short-covering aggressivo.