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PMI e tensioni geopolitiche frenano i rialzi

Pubblicato 02.08.2022, 10:00
Aggiornato 12.03.2024, 12:10

Prima seduta della settimana e del nuovo mese in ribasso sui principali listini azionari, dopo i decisi rialzi della scorsa settimana - S&P 500 + 4,26%, Nasdaq 100 +4,45% mentre in Europa Milano +5,63% - e con il mese di luglio che ha visto il miglior guadagno mensile per lo S&P 500 dal novembre 2020.

A far rallentare il rally le preoccupazioni sulla crescita economica, dopo le pubblicazioni degli ISM manifatturieri – soprattutto per quelli europei che scendono sotto lo spartiacque dei 50 – il tonfo del petrolio e le tensioni cino-americane, con la possibile visita dello Speaker della Camera Nancy Pelosi a Taiwan. Tutto questo in un contesto di pubblicazioni delle trimestrali che, negli Stati Uniti, registra una crescita degli utili del 7,7% a/a (escluso il settore energetico -2,6%).

PMI manifatturieri che evidenziano un deciso calo dell’economia europea. In Europa il dato si è contratto a 49,8 da 52,1 in giugno, indicando la crescita più lenta dell'attività di fabbrica dal giugno 2020. Inoltre, le aspettative del settore sono peggiorate a tal punto che un numero maggiore di aziende prevede di ridurre la produzione piuttosto che aumentarla nel prossimo anno, una situazione che non si vedeva dai primi giorni della pandemia. Valori europei che perfino scendono al di sotto di quelli della Russia. Crisi energetica, con i prezzi del gas europeo che faticano a stabilizzarsi, scambiando sui €200 /MWh (+384% a/a), e con nuove tensioni sui Balcani (Serbia / Kosovo) che rischiano di aprire un nuovo fronte tra NATO e Russia (sempre nel cuore dell’Europa).

PMI manifatturieri in Europa

Negli Stati Uniti il rischio di recessioni continua a crescere sui mercati, assistendo tuttavia il rally azionario. La recente caduta dei rendimenti dei Treasury americani a 10 anni di fine luglio ha contribuito al rialzo dell’indice azionario, riducendo le pressioni sul comparto tecnologico (maggiormente sensibile ai tassi americani).

Relazioni tra il rendimento del decennale USA (US10Y) e il settore tech statunitense

Decennale che offre ora un rendimento del 2,55% ben lontano dai massimi di quasi il 3,5% del 14 giugno e con una curva dei rendimenti che vede il differenziale tra il decennale e l’omologo a due anni in territorio negativo dal 5 giugno ad oggi e con lo spread con quello a 3 mesi a solo lo 0.04% (in calo del 98% dai massimi del 9 maggio). Situazione a cui si accompagna una revisione al ribasso della crescita del Pil statunitense per il terzo trimestre calcolato dalla Fed di Atlanta, il quale passa dal 2,1% iniziale ad un 1,3% odierno.

Previsioni PIL USA terzo Trimestre - FED di Atlanta


APPUNTAMENTI ODIERNI: Pochi gli spunti sul fronte macro.  Seduta che ha registrato la terza consecutiva decisione di rialzo dei tassi di 50 pb in Australia all'1,85%. L’attenzione resta tuttavia sulla stagione delle trimestrali e sul possibile arrivo della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, a Taiwan.

Tra i principali nomi attesi oggi abbiamo: AMD, S&P Global, Caterpillar, PayPal (NASDAQ:PYPL), Starbuck, Gilead, Airbnb, Marriott, Uber (NYSE:UBER), EA  e Occidental Petroleum.

Trimestrali USA


In Europa, in particolare, l’attenzione sarà rivolta su BP (LON:BP), Koninklijke DSM, Assicurazioni Generali (BIT:GASI), Symrise, Siemens Gamesa Renewable, Bouygues (EPA:BOUY), Fresenius Medical Care (ETR:FMEG), The Sage e FinecoBank (BIT:FBK).

Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst
 
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