La coppia USD/JPY scambia sui livelli più elevate da tre settimane in vista della tanto attesa riunione della BoJ di giovedì, sull’onda delle crescenti voci su potenziali nuovi stimoli dalla banca centrale.
Lo yen è ancora molto più forte nei confronti del biglietto verde rispetto all’inizio dell’anno, quando la coppia oscillava intorno a 118/120.
I fondamentali economici sono ancora preoccupanti. In primo luogo, la battaglia della BoJ contro la deflazione sembra infinita e l’introduzione inaspettata di tassi d’interesse negativi a gennaio non è riuscita a generare inflazione. In secondo luogo, in uno scenario caratterizzato dall’incertezza globale, lo yen attrae investitori grazie al suo status di rifugio sicuro e, in terzo luogo, anche i recenti dati interni sono fonte di preoccupazione, soprattutto se si considera che ad aprile il PMI è sceso di nuovo, a 48,0 punti rispetto ai 49,1 del mese precedente e che l’indice sull’attività del settore terziario ha ceduto lo 0,1 % rispetto a febbraio. Domani sarà pubblicato l’importante dato composito sull’attività industriale (All Industry Activity Index); per febbraio è previsto un calo dell’1,4%.
Riteniamo, quindi, che la BoJ continuerà a compiere ulteriori passi verso un ulteriore allentamento della sua politica e dovrebbe abbassare di nuovo i tassi (al momento pari al -0,1%), visto che il paese non attraversa una fase positiva. I legislatori continuano a ribadire che l’inflazione dovrebbe essere raggiunta il più presto possibile. Il governatore Kuroda, come il presidente della BCE Dario Draghi, sta facendo “tutto il necessario”. Rimaniamo tuttavia ribassisti sull’USD/JPY, perché crediamo che i catalizzatori principali della coppia siano le prospettive globali e il deterioramento dell’economia USA.