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Outlook inflazione: non abbiate fretta

Pubblicato 12.09.2022, 13:01

Facciamo tutti un bel respiro. Non è ancora il momento di cantare vittoria.

Questa settimana, avremo l’ultima lettura del report sull’indice IPC. A giudicare dai commenti sui mercati e dai prezzi, ecco cosa tutti si aspettano che vedremo:

  • Un altro calo su base mensile (mom) del dato IPC
  • Un altro ritorno alla normalità del dato IPC core
  • Un altro aumento da 75 punti base (bp) della Fed, ma poi la banca potrebbe sollevare almeno un po’ il piede dall’acceleratore perché l’inflazione è chiaramente diretta in basso.

Lo ripeto: potrebbe non essere ancora il momento di cantare vittoria. Il report sull’indice IPC del mese scorso ha visto un drastico calo dell’inflazione core che ha entusiasmato qualcuno. L’indice IPC core è risultato pari a +0,3% m/m, con il mercato che si aspettava 0,5%. Le attese questo mese sono di un altro 0,3% per l’indice core. In tutto questo mese, e anche negli ultimi, le aspettative dei mercati sull’inflazione a breve termine sono diventate incredibilmente ottimiste.

Ad inizio giugno, gli swap sull’inflazione a un anno mettevano in conto un’inflazione core di circa il 6,6%. Al momento, considerano un’inflazione core di appena i 2,4%, come mostra il grafico. Essenzialmente, mettendo in conto l’inflazione, il mercato dice che la Fed dovrebbe aver finito dal momento che l’indice PCE core sarà vicino all’obiettivo nei prossimi 12 mesi.

Core Inflation

Fonte: Enduring Investments, Cleveland Fed

Ma aspettate un attimo! La linea arancione nel grafico è l’attuale indicatore Inflation Nowcast per l’IPC core della Fed di Cleveland, che si trova allo 0,48% per questo mese (che si tradurrebbe in un 5,76% su base annua).

Ora, non è proprio giusto annualizzare il dato nowcast di un mese, ma vale la pena notare che si tratta di un livello drasticamente superiore alle stime degli analisti. Inoltre, la sorpresa dello 0,3% del mese scorso per l’IPC core è stata dovuta perlopiù a fattori straordinari. Le categorie più resistenti, dove si trova tutto lo slancio dell’inflazione, non sono rallentate di molto. L’IPC mediano ha dato +0,53% m/m. (Potete trovare il dettaglio, che avevo twittato in tempo reale il mese scorso, sintetizzato qui).

Ci sono alcuni prevedibili strascichi sull’indice IPC core questo mese. I prezzi delle auto usate sono scesi un po’, e probabilmente peseranno poco. Ma il mese scorso si è registrato un forte colpo da complementi d’arredo, elettrodomestici, mobili, biancheria e servizi internet. Si è trattato di rari ribassi, che probabilmente non si ripeteranno. Non sto dicendo che non potremo avere un altro dato dello 0,3% (anche se penso sia difficile) ma che, con categorie grosse e lente a muoversi, come gli affitti, ancora surriscaldate, è molto improbabile che l’inflazione da qui ad un anno torni all’obiettivo. E penso che non ci si avvicinerà nemmeno.

Facciamo un passo indietro …

Immaginiamo di credere alle aspettative del mercato. E immaginiamo che la lettura sull’indice IPC di questa settimana effettivamente risulti pari a -0,1% per il dato generale e a +0,3% per il dato core. Se credessimo a queste previsioni, allora davvero la Fed dovrebbe aver quasi finito, preparandosi a prendersi una pausa almeno per i prossimi vertici fino al 2023. Dopotutto, le stime dei mercati dicono che le aspettative sono pienamente contenute, che i numeri sono in calo e che ci sono abbastanza rischi accessori associati ai continui aumenti aggressivi dei tassi che sarebbe prudente fermarli. Questo se crediamo alle aspettative dei mercati.

Ma c'è la questione del rischio. Non sono sicuro del perché stia succedendo al momento, ma potrebbe non aver nulla a che fare con le aspettative dei prezzi. Ad esempio, sospetto che il problema che il settore energetico sta avendo con i finanziamenti di copertura potrebbe essere un motivo del drastico calo delle posizioni sui future energetici (grafico) ed è probabilmente parte della causa del calo dei prezzi degli energetici anche sui mercati dei future.

Open Interest Crude Oil Contracts

Fonte: Bloomberg

I fattori di base restano gli stessi: il livello di prezzo deve mettersi in pari con la precedente crescita della massa monetaria, ed è ancora ben lontano. Gli investitori di bond e azionario non sembrano ancora pronti a cantare vittoria come suggeriscono i livelli sui mercati dell’inflazione ma, se dovessimo vedere un forte rally sulla scia del report IPC, penso che sia probabilmente meglio considerarla un’opportunità per ridurre ulteriormente il rischio.

Nota: La mia società e/o i fondi e i conti che gestiamo hanno posizioni su bond indicizzati sull’inflazione e varie materie prime e future finanziari, nonché ETF, che potrebbero essere citati nei miei articoli.

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