La crescita resta destinata a indebolirsi nel primo trimestre, in base alla previsione media sul PIL di una serie di stime compilate da CapitalSpectator.com.
Sebbene il rischio di recessione sia ancora basso, la crescita sembra destinata ad un calo per il secondo trimestre di fila.
La crescita del Q1 attualmente dovrebbe salire del 2,4% (tasso annuale destagionalizzato), secondo la stima media attuale.
La previsione contrasta con la forte crescita del 3,3% del Q4, un netto calo rispetto al +4,9% del Q3, secondo i dati pubblicati dal Bureau of Economic Analysis.
Sebbene la crescita del Q1 sembri ancora avviata verso un indebolimento, la minaccia della contrazione economica resta bassa per l’immediato futuro, in base a numerosi indicatori.
Tanto per cominciare, notiamo che la previsione attuale per il primo trimestre segna un rialzo rispetto alla precedente stima mediana.
Ulteriori motivi per aspettarsi che la crescita persisterà comprendono l’indice ADS della Philly Fed, che mostra che l’attività economica statunitense è cresciuta poco sotto la media fino al 9 febbraio.
Intanto, l’indice economico settimanale della Fed di Dallas fino al 9 febbraio continua a mostrare un incremento dell’attività economica rispetto alla primavera scorsa, quando molti economisti si aspettavano erroneamente una recessione vicina.
In entrambi i casi, gli ultimi dati indicano un basso rischio di recessione.
Il report sulle vendite al dettaglio di gennaio più debole del previsto ha scatenato nuovi avvertimenti da parte di alcuni analisti secondo cui le prospettive per gli USA stanno peggiorando.
Ma, a detta di alcuni, non si può ancora decretare che l’espansione economica abbia fatto il suo corso.
“È un report debole, ma non un cambiamento fondamentale delle spese dei consumatori”, afferma Robert Frick, corporate economist di Navy Federal Credit Union.
“Dicembre è stato alto a causa delle spese per le feste, e gennaio ha visto dei cali in queste categorie, oltre al clima gelido e alla destagionalizzazione sfavorevole.
Le spese dei consumatori probabilmente non saranno straordinarie quest’anno ma, con gli aumenti degli stipendi reali e l’aumento dell’occupazione dovrebbe esserci abbastanza da contribuire all’espansione dell’economia”.
Opinione simile anche da parte di Wells Fargo (NYSE:WFC):
“Anche se ci aspettiamo che le spese si modereranno quest’anno, il rallentamento di gennaio potrebbe sopravvalutare il calo a breve termine dei consumi”, scrivono gli economisti.
“Le famiglie hanno beneficiato da una spinta delle entrate reali nell’ultimo anno, con l’inflazione che sta rallentando più della crescita degli stipendi.
Mentre i fattori unici dell’eccesso di liquidità e del facile accesso al credito a basso costo appartengono al passato nella storia dei consumi, un mercato del lavoro ancora solido dovrebbe portare quest’anno solo a una graduale moderazione, piuttosto che a un crollo della spesa”.
Intanto, la recente stima sul rischio di recessione pubblicata dallo US Business Cycle Risk Report (pubblicazione sorella di CapitalSpectator.com) resta basso, in base ai dati fino al 9 febbraio.
Quando l’indice composito sulla probabilità di recessione (CRPI), che comprende i segnali di vari riferimenti del ciclo economico, salirà sostanzialmente dai livelli attuali, indicherà un rischio elevato che si sta formando una contrazione per come definita dal NBRE.
Per ora, tuttavia, il potenziale di un grave rallentamento dell’attività economica appare basso.