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Primo trimestre 2017 all'insegna del caos...valutario

Pubblicato 02.04.2017, 14:15
Aggiornato 04.10.2023, 19:20

Gentili lettori di Investing.com,

Il primo trimestre del 2017 si è chiuso con diffusi rialzi dei principali listini azionari mondiali tanto da risultare il miglior primo trimestre per il comparto azionario dal 2012; con l'insediamento di Trump ed il contestuale avvio di una profonda revisione dei trattati commerciali con i principali partner in un'ottica protezionistica, si è determinato un vero e proprio caos in ambito valutario, che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe sfociare in una corsa alla svalutazione "competitiva" della valuta domestica dei Paesi la cui ricchezza è maggiormente dipendente dalle esportazioni.

Ma partiamo analizzando brevemente lo status quo delle principali economie mondiali alla fine del primo trimestre dell'anno.

- Stati Uniti : sullo slancio dell'ottimismo derivante dalle riforme promesse da Donald Trump inclini a spronare la crescita economica, il mercato azionario ha raggiunto nuovi massimi storici prima di subire, recentemente, un brusco stop quando il congresso, a maggioranza repubblicana, ha votato contro la riforma sanitaria dando adito a ritenere che anche altri punti cardine della sua agenda potrebbero essere quantomeno rallentati dall'impasse politico.
La Federal Reserve ha rialzato i tassi d'interesse (ora all'1%) mantenendo, tuttavia, un approccio cauto circa ulteriori incrementi dei tassi d'interesse nel corso del 2017 (il consensus è di ulteriori due rialzi dello 0,25% entro fine anno).

- Europa : scongiurato il primo rischio "disgregatore" dell'UE rappresentato dalle elezioni olandesi, il timore di un sopravvento populista nelle prossime cruciali elezioni (Le Pen in Francia e AFD in Germania) è parso notevolmente attenuarsi. In un contesto, come quello attuale, di sostenuta ripresa economica e di rinnovato ottimismo circa una gestione del divorzio con la Gran Bretagna graduale e conciliatorio, da inizio Marzo i listini azionari del Vecchio Continente hanno conseguito ottime performance.
La Banca Centrale Europea, soprattutto alla luce del nuovo ritracciamento delle pressioni inflazionistiche (indice dei prezzi (CPI) su base annua a Marzo pari al +1,5% inferiore alle aspettative di +1,7%) dopo il brusco incremento di Febbraio, ha reiterato la ferma volontà di mantenere politiche monetarie accomodanti per un esteso periodo di tempo (Quantitative Easing sino a fine 2017 e tassi a zero sino a 2018 inoltrato).

- Gran Bretagna : avviato l'iter di separazione dall'UE, il premier Theresa May ha in qualche modo attenuato il linguaggio aggressivo di inizio 2017, ponendo di fatto le basi per negoziazioni fatte di reciproche concessioni.

- Cina : la fase di ripresa economica sta proseguendo (seppur nel mese di Marzo l'attività nei settori primario e terziario abbia palesato un rallentamento del tasso di crescita) ed i rischi di crack finanziario, apparsi concreti nell'estate del 2015 ed a inizio 2016, in questo momento non destano particolare preoccupazione.
Ultimamente, tuttavia, il Governo è oggetto di un nuovo attacco frontale da parte di Trump; dei 500 miliardi di disavanzo commerciale americano del 2016 (cioè la differenza tra esportazioni ed importazioni) ben 300 miliardi sono determinati da un eccesso di importazioni di beni cinesi rispetto alle esportazioni americane. Nel corso della prossima settimana si terrà un incontro tra i capi di stato; difficile si trovi un accordo ma quantomeno è auspicabile un confronto costruttivo.

- Giappone : il mercato azionario da inizio anno è risultato tra i peggiori listini (NIKKEI 225 -1,07% YTD) prevalentemente a causa del rafforzamento consistente dello yen (JPN) rispetto alle principali controparti (USD ed EUR) notoriamente deleterio per un'economia incentrata sulle esportazioni; si sta comunque gradualmente allontanando lo spettro della deflazione (l'indice dei prezzi al consumo è stabilmente in territorio positivo su base annua) ed il tasso di disoccupazione permane su livelli di piena occupazione (2,8%).

- Paesi Emergenti: eccezion fatta per la Turchia ed il Sud Africa, alle prese con tensioni politiche domestiche, (in particolare quest'ultima dopo il tracollo della valuta (ZAR) potrebbe subire anche il taglio del rating del proprio debito pubblico), si stanno mostrando resistenti agli shock esterni attirando ingenti capitali dall'estero (Russia in primis).


La settimana dal 3 al 7 Aprile, come consuetudine di ogni inizio mese, sarà caratterizzata dalla divulgazione di dati macroeconomici di notevole rilevanza; ad oggi solo la Cina ha divulgato gli indicatori PMI ufficiali (51,8 vs attese di 51,6 per il settore manifatturiero e 55,6 in crescita da 54,5 di Febbraio per il settore terziario con il solo indicatore Caixin PMI manifatturiero,raprresentativo delle società domestiche di piccole/medie dimensioni in lieve calo rispetto le attese (51,2 vs 51,6).

Proseguendo con ordine, per ciò che attiene il mese di Marzo, l'attenzione sarà riposta sui seguenti dati:
lunedi 3 Aprile : PMI manifatturiero dell'Eurozona (attese di 56,2), della Gran Bretagna (attese di 54,6) e l'analogo ISM americano (attese di 57)
mercoledi 5 Aprile : PMI del settore terziario in Eurozona (attese di 56,5), della Gran Bretagna (attese di 53,5) e l'analogo ISM del settore dei servizi americano (attese di 57)
- venerdì 7 Aprile : creazione di nuovi posti di lavoro negli USA (le attese sono di un incremento di 180.000 unità) e tasso di disoccupazione (previsto stabile al 4,7%).

IL MERCATO AZIONARIO

La settimana appena conclusa, ha visto proseguire sul comparto il trend di over performance dei listini azionari europei rispetto a quelli americani ed asiatici, grazie al progressivo affievolirsi delle minacce alla tenuta dell'Unione Europea.

Da segnalare nel corso del mese di Marzo, la brillante performance dell'indice spagnolo (IBEX 35 +12,5%) e di quello italiano (FTSE MIB +8,5%). Più nervosi i listini americani, in lieve arretramento nelle ultime quattro settimane seppur ampiamente positivi da inizio anno e, soprattutto, quelli giapponesi, più sensibili alle dinamiche valutarie (lo YEN si è apprezzato nel primo trimestre circa del 5% sul USD e del 3,5% sull'EUR) ed alle tensioni geopolitiche alimentate dalla Corea del Nord.

In ambito settoriale, la ripresa delle quotazioni del petrolio, ha favorito il settore OIL & GAS mentre, il caos politico esploso in Sud Africa a seguito dell'improvviso allontanamento del ministro delle finanze, ha penalizzato le società operanti nel settore minerario estrattivo con significativa presenza nell'area (BHP Billiton e Rio Tinto (LON:LON:RIO) su tutte).

Settimana sull'altalena per il settore finanziario seppur, in specie quello americano, abbia subito maggiormente il contraccolpo della sconfitta politica di Trump sulla riforma sanitaria.

VALUTE E COMMODITIES


Fermento sul fronte valutario; dopo il significativo indebolimento dell'USD nelle prime tre settimane del mese, il timido ritorno della fiducia sulla capacità di Trump di superare l'impasse politico su temi, come la riforma fiscale e l'incremento della spesa pubblica, più in sintonia con il credo politico repubblicano, ne hanno favorito la ripresa.

Da segnalare come il decremento dell'inflazione in Eurozona (ed in particolare in Germania) insieme all'enfasi posta in interventi pubblici di alcuni membri del comitato direttivo della BCE circa l'intenzione di non modificare la politica monetaria attualmente in atto, abbia posto un freno al rapido apprezzamento dell'EUR delle ultime settimane.

Degno di menzione è, anche, l'apprezzamento dello YEN (JPN), valuta rifugio in periodi di incertezza, e della sterlina britannica (GBP) che ha beneficiato, nonostante l'avvio formale della procedura di BREXIT, di un diffuso ottimismo circa l'avvio di negoziazioni con Bruxelles in termini conciliatori; inoltre, l'inflazione in Gran Bretagna, a differenza che nella maggior parte dei Paesi sviluppati, nel mese di Marzo è aumentata più delle attese alimentando, pertanto, le aspettative che la Banca d'Inghilterra possa invertire la rotta di riduzione del costo del denaro intrapresa post-referendum e procedere, nel prossimo futuro, ad un rialzo dei tassi d'interesse.

Per quanto attiene le materie prime, l'ultima settimana si è caratterizzata per il non trascurabile rimbalzo delle quotazioni del greggio, dovuto in primis a speculazioni circa l'estensione del taglio della produzione dell'OPEC per ulteriori sei mesi dopo Giugno, ma anche dalla divulgazione di dati circa le scorte americane nel mese di Febbraio, in marcata riduzione.
In ripresa anche il prezzo del rame (+1,26% nella settimana), dopo il brusco sell-off della settimana precedente.

IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO


In una settimana come quella appena trascorsa, in cui è emerso che nel mese di Marzo le pressioni inflazionistiche nelle principali economie sviluppate si siano ridotte considerevolmente rispetto al mese di Febbraio, interrompendo il trend di crescita in atto da fine 2016, non ci si poteva attendere che una sensibile riduzione dei rendimenti obbligazionari.

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