Le azioni statunitensi hanno chiuso le contrattazioni in territorio positivo lunedì, poiché i guadagni nei titoli tecnologici hanno spinto al rialzo il Nasdaq.
L'indice tecnologico è salito di 162,31 punti, a 13377,54, recuperando un po' di terreno dopo il calo della scorsa settimana. L'S&P 500 ha guadagnato 27,49, a 3940,59. Il Dow Jones Industrial ha aggiunto 103,23, chiudendo a 32731,20.
Gli investitori hanno continuato a concentrare la loro attenzione sui mercati obbligazionari dopo il calo del prezzo del debito pubblico degli Stati Uniti la scorsa settimana. I buoni del Tesoro decennali hanno recuperato un po' di terreno lunedì, facendo scendere i rendimenti all'1,682%, dall'1,729% di venerdì.
I rendimenti sono aumentati per sette settimane consecutive, intaccando segmenti del mercato azionario che avevano beneficiato di diversi anni di bassi tassi di interesse. I titoli tecnologici, in particolare, hanno risentito dell'aumento dei costi di indebitamento del governo a più lungo termine.
Molti investitori si aspettano che i rendimenti delle obbligazioni continueranno a salire mentre l'economia prende velocità, ponendo una sfida ai titoli tecnologici che hanno portato il mercato più ampio al rialzo nel 2020.
Ciò non significa che gli investitori dovrebbero abbandonare i titoli tecnologici. Le azioni di giganti come Apple (NASDAQ:AAPL), Microsoft (NASDAQ:MSFT) e Facebook (NASDAQ:FB) si sono dimostrate resistenti in alcuni giorni in cui i rendimenti del Tesoro sono aumentati vertiginosamente. Tuttavia, i gestori di fondi dovrebbero essere cauti sul mercato con valutazioni elevate, come le azioni delle auto elettriche.
Scott Martin, chief investment officer di Kingsview Wealth Management, ha affermato di aver aggiunto titoli energetici e finanziari abbattuti negli ultimi mesi, riducendo selettivamente le partecipazioni dell'azienda in azioni tecnologiche.
"Abbiamo ridotto alcuni dei nomi tecnologici più interessanti", ha detto. Gli investitori tengono d'occhio la Federal Reserve per vedere se affronterà l'aumento dei rendimenti obbligazionari, ma la banca centrale degli Stati Uniti ha finora indicato di non essere preoccupata.
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