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Apprezzamento dello yen e RBNZ: cosa dobbiamo aspettarci

Pubblicato 08.08.2018, 22:26
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

In questi giorni l’andamento del mercato forex sembra diretto da ciò che succede in Asia.

Martedì sera lo yen giapponese è schizzato contro le principali valute ed ha mantenuto l’andamento positivo durante le sedute di scambi di Londra e New York.

Gli investitori acquistano yen in quanto la Banca del Giappone potrebbe essere più propensa ad inasprire la politica monetaria rispetto di quanto ci si aspetti.

I verbali dell’ultimo vertice della BoJ, che sono stati rilasciati martedì sera, mostrano che uno dei membri avrebbe dichiarato che è necessario un range più ambio per il rendimento a lungo termine, un’affermazione rialzista che ha causato l’impennata di mercoledì.

Ora, ci chiediamo se le opinioni di un policy maker possano avere un impatto duraturo sul cambio USD/JPY; la risposta è da ricercare nei rendimento e nello yuan. Il rendimento dei JGB a 10 anni è sceso mercoledì, ma la curva di rendimento sta aumentando la pendenza, riportando la domanda in Giappone.

Se il rendimento dei tassi a breve o lungo termine dovesse continuare a salire, anche lo yen dovrebbe farlo, ma se la curva dovesse indebolirsi, lo yen potrebbe ricominciare a scendere.

Nonostante lo yen non abbia risentito del crollo dello yuan registrato martedì, è importante tenere d’occhio la valuta e i mercati cinesi, in quanto delle variazioni importanti avranno un impatto diretto sul cambio USD/JPY.

Nel breve termine il cambio sta leggermente scendendo, ma c’è un forte supporto tra 110,60 e 110,80.

Giovedì finalmente vedremo dei dati USA importanti, tra cui i prezzi alla produzione. Il dollaro più forte ed il calo dei prezzi del petrolio potrebbero aver influito sulla crescita dell’IPP, e se così fosse, il cambio USD/JPY potrebbe testare il livello di supporto.

Concentriamoci ora sull’annuncio di politica monetaria della Reserve Bank of New Zealand.

Nonostante il dollaro neozelandese sia salito sensibilmente prima della decisione sul tasso, in una visione più ampia, il cambio NZD/USD è vicino al minimo di 2 anni ed il cambio AUD/NZD è vicino al massimo di 7 mesi.

Crediamo che la RBNZ lasci aperta la possibilità di ulteriori allentamenti.

Durante il vertice di giugno la banca ha lasciato i tassi invariati, dicendosi pronta a gestire una variazione dei tassi in entrambe le direzioni.

Anche il linguaggio utilizzato nella dichiarazone suggerisce la possibilità di un intervento sui tassi. Il fatto che il cambio NZD/USD sia crollato al minimo di 2 anni dopo l’annuncio riflette la paura che la prossima mossa possa essere un taglio dei tassi.

Purtroppo, l’economia neozelandese da allora è peggiorata. Le spese tramite carta sono aumentate ma la fiducia di consumatori e imprese è in calo.

La crescita del settore dei servizi e di quello manifatturiero è significativamente diminuita, mentre il surplus commerciale è andato in deficit.

L’inflazione è aumentata ma i prezzi dei latticini sono in calo.

L’unico aspetto positivo è la debolezza del dollaro neozelandese.

Questo rende i prodotti caseari neozelandesi più attraenti sul mercato globale e più accessibili agli importatori cinesi che combattono con l’indebolimento dello yuan.

Detto ciò, l’andamento di prezzi dei prodotti caseari e i problemi della Cina danno pochi motivi per cui essere ottimisti.

Avendo cambiato registro nell’ultima dichiarazione, la RBNZ vuole che i mercati credano che sia possibile tornare ad un allentamento.

NZD Data Points

Sia il dollaro australiano che quello neozelandese non hanno risentito dei dati cinesi misti sulla bilancia commerciale.

Nonostante il surplus commerciale del paese sia sceso, le importazioni e le esportazioni hanno registrato forti aumenti.

Si discute molto di ulteriori dazi, ma al momento il dollaro australiano sta gestendo tranquillamente il rischio.

Le dichiarazioni del Governatore della RBA Lowe sono state ottimiste.

Sebbene abbia dichiarato che un’escalation della guerra commerciale possa danneggiare l’economia globale, a suo avviso, l’economia continuerà a mantenere l’andamento attuale.

Lowe è fiducioso verso un ritorno dell’inflazione al 2,5%, e crede che il prossimo movimento dei tassi sarà al rialzo. Considerato ciò, ha chiarito che non ci sono attualmente le condizioni per una variazione della politica e ciò significa che la RBA manterrà la sua posizione neutrale per adesso.

Per quanto riguarda il cambio USD/CAD, il livello di 1,31 è stato superato.

I dati canadesi sono stati deludenti, con le concessioni edilizie in calo del 2,3%; nonostante non si tratti del dato economico canadese più importante, ha funto da catalizzatore che ha fatto salire il cambio USD/CAD al massimo di 1,3120.

Tuttavia c’è molta resistenza a 1,31 e viste le aspettative dei mercati verso un aumento dei tassi di interesse quest’anno da parte della Banca del Canada, l’impennata ha velocemente coinvolto i venditori.

Se i prezzi del petrolio continueranno a scendere, sarà difficile salire per il dollaro canadese.

Il petrolio è crollato del 4% intraday al minimo di 7 settimane, dopo un calo inferiore al previsto delle scorte di greggio.

Inoltre, la Cina ha minacciato di applicare dazi del 25% sulle importazioni dagli USA di prodotti petroliferi tra il diesel.

Sale così ulteriormente la pressione sul settore energetico USA, dopo i dazi sul greggio USA e sulle importazioni di gas naturale liquefatto.

L’euro ha chiuso la giornata invariato, mentre la sterlina è scesa contro il dollaro per il settimo giorno consecutivo di scambi.

Questo andamento divergente, ha portato il cambio EUR/GBP al massimo da ottobre 2017.

Non ci sono state delle notizie che hanno influito specificatamente sulla sterlina, ma non c’è dubbio che i timori per la Brexit stiano aumentando.

Come affermato dal nostro collega Boris Schlossberg, il cambio “è scambiato sullo slancio in quanto la mancanza di notizie ha portato gli short a testare il minimo del supporto a lungo termine, ma il trading sulla coppia è fortemente suscettibile agli aggiornamenti delle notizie; qualsiasi accenno ad un accordo potrebbe portare velocemente il cambio sopra il livello di 1,3000, con una serie di short covernig pazzesche”. Non essendo previsti dati britannici per giovedì, l’andamento della valuta sarà dettato dal momento.

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