In controtendenza rispetto ai mercati finanziari, che nel mese di luglio hanno segnato un corposo rimbalzo, andando a coprire le perdite di un disastroso giugno, per la prima volta da inizio anno l’indice dei vini da investimento Liv-Ex 100 segna una performance negativa. Si tratta solo di una leggera correzione, pari al -0,3%, che porta il rendimento YTD al +4,8%, ancora nettamente positivo rispetto agli indici azionari, ed è la prima performance mensile negativa da giugno 2020.
In una situazione macroeconomia ancora estremamente incerta, il vino da investimento si è per ora rivelato un porto sicuro in questo 2022, dato che anche storicamente tende a fornire buoni risultati in momento di elevata incertezza e forte inflazione. Il mese di agosto, come per tutti i mercati sarà un mese poco mosso e senza grossi spunti, sia al rialzo che al ribasso, mentre i crescenti timori di recessioni che si stanno diffondendo i tutti i paesi, potranno mettere alla prova il mercato con l’arrivo dell’autunno.
I vini Grand Cru del Comte Georges de Vogüé sono stati tra i migliori a luglio, con Bonnes Mares 2018 e Musigny Vieilles Vignes 2018 ai primi posti. Anche Dom Pérignon 2008 era in cima alla lista, con un aumento di valore del 17,3% da inizio anno, in particolare sui grandi formati. Le magnum di Dom Pérignon 2008 ottengono in media un premio del 18% rispetto alle bottiglie standard, mentre le jeroboams ottengono un premio del 145%.
Nel secondo trimestre, l’andamento dei vini da investimento ha battuto la maggior parte delle asset class, con l’eccezione del petrolio, che ha toccato i suoi massimi di periodo a 130$ e l’indice Hang Seng, che ha visto un parziale recupero del mercato cinese con la fine dei lockdown dovuti al Covid.
Per quanto riguarda invece il mercato italiano, un breve focus sui Supertuscan che hanno tutti sovraperformato l’indice Italy100 (Sassicaia, Tignanello, Ornellaia, Solaia e Masseto). In particolare Tignanello, il best performer, ha registrato un incremento medio annuo del 17,4% negli ultimi tre anni, con Sassicaia che lo segue a ruota al +16,10% annuo. L’annata più venduta di Sassicaia è stata la 2018, mentre per Tignanello la 2019. Nonostante Ornellaia sia quello che è salito meno negli ultimi tre anni con un rendimento del 13,3% annuo, è il Supertuscan con la performance maggiore da inizio anno (+23,6%).
La forza dei Supertuscan è dovuta al potere del loro marchio e all’iconicità che la Toscana si è ritagliata nel panorama enologico mondiale, oltre alla loro economicità. Il prezzo medio per cassa (12x75) di uno di questi Supertuscan è pari a £2.686 (Tignanello il più economico a £1.113 e Masseto il più costoso a £6.270). Al contrario, i vini della zona del Barolo inseriti nel Liv-Ex Italy100 hanno un prezzo medio di $5.344, con il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno che costa in media £10.464.