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Rally dell’Hang Seng, membri del FOMC divisi

Pubblicato 09.04.2015, 12:24
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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Forex News and Events

L’Hang Seng ha compiuto un forte rally per il secondo giorno consecutivo, grazie alla domanda generata dagli acquisti effettuati attraverso il programma di collegamento delle borse di Shanghai e Hong Kong. Hong Kong ha fatto registrare i volumi di contrattazioni più elevati dall’avvio del programma. I forti flussi stanno spingendo il dollaro di Hong Kong (HKD) verso il massimo superiore della fascia di contrattazioni. Ciò nonostante, i massicci deflussi hanno un prezzo, perché probabilmente gli investitori hanno venduto a Shanghai (in calo dell’1%) per finanziare gli acquisti sull’Hang Seng. In termini più generali, sospettiamo che l’azionario asiatico supererà gli indici europei e americani in scia alle previsioni di nuovi stimoli dalla BoJ e anche perché si ritiene che la locomotiva regionale, la Cina, continuerà a muoversi in modo proattivo per sostenere la debole crescita attraverso stimoli fiscali e monetari. L’USD/JPY ha consolidato i recenti guadagni intorno a 120,30. L’USD/JPY deve superare la resistenza a 120,50 per estendere l’attuale trend rialzista verso i massimi a 122,05. La quotazione ufficiale dell’USD/CNY è stata fissata a 6,1338, 10 pip in meno rispetto a ieri. Altrove, il greggio Brent è crollato di più del 4,5%, perché i dati hanno mostrato un aumento delle scorte. La volatilità del petrolio continua a salire. La flessione si è fatta sentire soprattutto sull’USD/CAD, la coppia è salita a 1,2574. L’obiettivo di breve termine per l’USD/CAD è 1,2785.

Fed divisa

La Federal Reserve americana continua a seminare incertezza sul mercato, come dimostrano le fiammate di volatilità a scoppio ritardato. I mercati, in genere, hanno bisogno di un po’ di tempo per assorbire e prezzare le informazioni. Prima della pubblicazione dei verbali della riunione del FOMC del 17-18 marzo, il presidente della Fed di New York Dudley aveva detto che “la nostra intenzione (riguardo alla tempistica sul primo rialzo del tasso) tende a essere conservativa. Credo che ci siano validi motivi per essere favorevoli a un ritardo”. Dichiarazioni rivolte a un mercato che stava già mettendo in conto un rinvio del primo intervento e sufficientemente accomodanti da dare avvio a discussioni su un mancato rialzo nel 2015. I rendimenti dei decennali USA sono leggermente inferiori ai minimi di aprile, si attestano all’1,89% dopo le vendite notturne sui titoli di stato USA. La riunione del FOMC continua a confondere le idee. La Fed dovrebbe essere pronta ad alzare il tasso a giugno, ma la banca dipende interamente dai dati. Questo pensiero flessibile è stato sostenuto, prevedibilmente, dai verbali, in cui si legge che “molti partecipanti ritengono che i dati economici e le previsioni giustifichino un avvio della normalizzazione alla riunione di giugno. Tuttavia, altri prevedono che gli effetti del calo dei prezzi dell’energia e l’apprezzamento del dollaro continueranno a pesare sull’inflazione nel breve termine, e quindi le condizioni probabilmente non sarebbero adeguate per dare avvio al rialzo del tasso fino agli ultimi mesi dell’anno, qualche partecipante ritiene che le prospettive economiche non richiederanno un rialzo fino al 2016”. Pare che la Fed ora sia divisa, quindi qualsiasi dato USA verrà monitorato in modo esagerato alla ricerca di qualche elemento insignificante, circostanza che farà aumentare la volatilità di breve termine. È interessante notare che dai verbali emerge che i falchi preferirebbero un rialzo a giugno, se i dati lo permetteranno (supponiamo che gli ultimi dati sul mercato occupazionali, più deboli, abbiano spento parzialmente gli entusiasmi su questo punto). I verbali non hanno fornito nuovi particolari sulla valutazione della forza dell’USD da parte dei membri. Il biglietto verde è stato menzionato solo come un fattore, insieme al calo del petrolio, che peserà, in termini macroeconomici più ampi, sull’inflazione.

Continuiamo a prevedere che il primo rialzo del tasso avverrà a settembre, perché riteniamo che l’attuale fase di debolezza emersa dai dati USA subirà un’inversione nei mesi estivi. Prevediamo tuttavia anche un incremento della volatilità sul forex. L’analisi dei dati inizia oggi con le cifre sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, che, nella settimana conclusasi il 28 marzo, dovrebbero essere salite a 283 mila unità. Questo rapporto riguarda, però, la settimana che include la festività del Venerdì Santo, che solitamente genera un elevato livello di distorsione. Le rimanenze dei grossisti dovrebbero rimanere invariate allo 0,2%. Nel breve termine, l’andamento dell’USD sarà instabile ma misurato. Salvo che la Grecia non rimborsi il debito da 459 milioni di euro al FMI, le attuali venditi di EUR/USD a 1,0740 appaiono eccessive.

The Risk Today

Luc Luyet

EURUSD L’EUR/USD si indebolisce all’interno della fascia orizzontale definita dal supporto a 1,0713 e dalla resistenza chiave a 1,1043. Una resistenza oraria giace ora a 1,0888. Un altro supporto può essere ubicato a1,0613. In una prospettiva di lungo termine, il triangolo simmetrico favorisce un’ulteriore debolezza verso la parità. Di conseguenza, un eventuale rafforzamento sarà prevedibilmente passeggero. Resistenze robuste si attestano a 1,1114 (minimo 05/03/2015) e a 1,1534 (massimo 03/02/2015). Supporti chiave si trovano a 1,0504 (minimo 21/03/2003) e a 1,0000 (supporto psicologico).

GBPUSD La coppia GBP/USD continua a operare defilata. Una resistenza chiave si trova a 1,4994, mentre il supporto si trova a 1,4753. Un altro supporto si trova a 1,4635. In un’ottica di lungo termine, la violazione del robusto supporto a 1,4814 spiana la strada a un ulteriore indebolimento a medio termine verso il forte supporto a 1,4231 (minimo 20/05/2010). Un altro supporto robusto si attesta a 1,3503 (minimo 23/01/2009). Una resistenza chiave si trova a 1,5552 (massimo 26/02/2015).

USDJPY L’USD/JPY ha segnato potenzialmente un minimo massimo a 118,72 rispetto al minimo del 26 marzo e ha infranto la resistenza implicata dalla linea di tendenza discendente. Tuttavia, è necessaria una violazione della resistenza a 120,37 per segnalare un persistente interesse di acquisto. Supporti orari possono essere trovati a 119,64 (minimo 07/04/2015) e a 118,72. Propendiamo per un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 115,57 (minimo 16/12/2014). Si prevede una graduale ascesa verso la resistenza fondamentale a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave si trova a 118,18 (minimo 16/02/2015), mentre una resistenza chiave giace a 121,85 (vedasi anche il canale discendente di lungo termine).

USDCHF L’USD/CHF ha testato con successo l'area chiave di supporto tra 0,9491 e 0,9450 e ora sfida la resistenza implicata dalla linea di tendenza discendente (attorno a 0,9693). Una rottura della resistenza a 0,9757 potrebbe convalidare una formazione doublebottom, spianando la strada a un ulteriore forza. Un supporto oraria si attesta a 0,9598 (minimo 08/04/2015). In un’ottica di lungo termine, è ripreso il momentum rialzista dell’USD/CHF in seguito alla rimozione del cambio minimo per l’EUR/CHF. È auspicabile un test della robusta resistenza a 1,0240. Un supporto chiave si trova a 0,9450 (minimo 26/02/2015, si veda anche la media mobile a 200 giorni).

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