Quella di ieri è stata un’altra giornata difficile per le borse globali; sul finire di seduta, soprattutto le piazze europee e Wall Street hanno tentato un rally di recupero, ma sono solo riuscite a contenere le perdite, perché la storia arcinota dei timori sulle prospettive di crescita in Cina, del rallentamento dell’economia globale e dei prezzi del petrolio bassi ha continuato a pesare sugli umori degli investitori.
In Giappone, il Nikkei ha ceduto il 2,31%, il più ampio indice Topix è scivolato del 3,02%. A Singapore, l’STI ha perso il 2,14%, i titoli australiani e neozelandesi hanno ceduto rispettivamente l’1,17% e lo 0,85%. I mercati cinesi sono ancora chiusi per le festività del Nuovo Anno Lunare.
Sul mercato dei cambi, il dollaro australiano ieri è riuscito a consolidare i guadagni e al momento testa la resistenza successiva, pari a 0,71 USD. L’AUD/USD ha guadagnato lo 0,21% a Sydney. Lo yen giapponese ha guadagnato soprattutto contro il dollaro, in un contesto di rinnovata avversione al rischio. L’USD/JPY ha infranto il forte supporto a 115,57 (minimo 16 dicembre 2014) e ora si sta consolidando leggermente sotto questo livello, intorno a 114,90. Il rendimento dei decennali giapponesi è entrato brevemente in territorio negativo, raggiungendo il -0,08%, per poi stabilizzarsi sopra lo zero.
Il calendario economico di questa settimana non presenta molti appuntamenti e gli operatori si concentreranno sull’audizione odierna di Janet Yellen al Congresso USA. Per ora il mercato non sconta un rialzo del tasso nel 2016. Tuttavia, il mercato è noto per le sue vedute poco lungimiranti, e ha la cattiva abitudine di reagire in modo esagerato a eventi circoscritti nel tempo.
Nel suo intervento, Janet Yellen probabilmente enfatizzerà il costante miglioramento del mercato del lavoro e, nello specifico, il forte recupero della crescita delle retribuzioni. L’EUR/USD si è stabilizzato durante la seduta asiatica e ora passa di mano sopra la soglia a 1,1250, intorno a 1,1280.
Viste le premesse, riteniamo che il rischio rimarrà inclinato al rialzo per il biglietto verde, perché la presidente della Fed sottolineerà i pochi aspetti positivi dell’economia USA (mercato del lavoro e leggero miglioramento dell’inflazione delle retribuzioni), e non la fiacca che caratterizza il resto dell’economia.
Stamattina le valute dei mercati emergenti sono in diffuso rialzo, perché è diminuita la forte avversione al rischio di ieri. Il rand sudafricano (ZAR) ha guadagnato lo 0,85% contro l’USD, la coppia USD/ZAR è sceso di nuovo sotto la soglia a 16,0, intorno a 15,9350. Anche il rublo russo ha tratto vantaggio da questa tregua, apprezzandosi dello 0,65% contro il biglietto verde, sviluppo che ha consentito all’USD/RUB di indebolirsi a 79,10.
Anche le coppie asiatiche hanno sfruttato questa situazione, il won sudcoreano ha guadagnato lo 0,74%, il dollaro di Taiwan un più contenuto 0,60%, la rupia indiana addirittura l’1,05%.
Oggi gli operatori monitoreranno l’audizione di Janet Yellen al Congresso, le richieste di mutui MBA e la dichiarazione sul budget negli USA; la produzione industriale e manifatturiera in Francia e Regno Unito; l’IPC in Danimarca e Norvegia; la produzione industriale in Italia.