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Renault sorprende con margini molto più alti del previsto

Pubblicato 29.07.2022, 14:07
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Forte rialzo del titolo alla Borsa di Parigi dopo che il Ceo Luca de Meo ha annunciato che quest’anno l’utile operativo supererà il 5% dei ricavi. Gli analisti si aspettavano il 2,9%. Assorbita la maxi-perdita causata dall’uscita dalla Russia

Quotazione in rialzo del 4,4% a 28,55 euro.
Luca de Meo, il Ceo di Renault (EPA:RENA), ha sorpreso analisti e investitori annunciando venerdì 29 luglio una revisione al rialzo degli obiettivi di redditività del gruppo. Il margine operativo, ha detto il manager italiano che dal luglio 2020 guida il gruppo francese, supererà quest’anno il 5%, quando l’obiettivo precedentemente annunciato era il 3%.
Nel 2021, anno in cui Renault ha chiuso il bilancio con un utile di 888 milioni di euro, il margine operativo (Ebit/ricavi) era stato  del 3,6%. Fino ad oggi il consensus degli analisti stimava per il 2022 un margine operativo  del 2,9%.
Alla Borsa di Parigi il titolo reagisce con un rialzo del 4,4% a 28,55 euro.

Successo dei nuovi modelli e pricing migliore.

Che cosa è successo per fare migliorare così bruscamente gli obiettivi? I nuovi modelli e un pricing migliore hanno fatto salire la redditività, è la spiegazione ufficiale di Renault. De Meo ha detto che i margini in miglioramento mostrano che il piano di riorganizzazione e rilancio da lui avviato nel 2020, incentrato sulla redditività più che sull’aumento delle vendite, sta dando i suoi frutti. “Dopo due anni di sacrifici e di dura dieta, adesso siamo pronti  per un nuovo capitolo nella storia di Renault”, ha detto il manager venerdì durante la presentazione dei risultati del primo semestre, chiuso con una perdita di 1,36 miliardi di euro, dovuta alla svalutazione straordinarie delle attività in Russia.
 
Chiuso il capitolo Russia.

Renault era il principale produttore di auto in Russia, suo secondo mercato dove realizzava il 30% delle vendite di gruppo. In seguito all’invasione dell’Ucraina, Renault ha deciso di cedere alla russa  Avtovaz per una cifra simbolica le sue attività, valutate 2,2 miliardi di euro. Anche in seguito a questa decisione i ricavi del primo semestre si sono attestati a 21,12 miliardi di euro, in calo dai 23,3 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso.

“I risultati annunciati sono migliori delle attese, ma a Renault c’è ancora molto da fare”, è il commento di Tom Narayan, analista di RBC Capital.
 
Al pari delle altre grandi Case automobilistiche, i conti di Renault hanno beneficiato di un calo del numero di auto vendute e del rialzo dei prezzi di listino. Nel primo semestre i veicoli venduti sono scesi del 30% a 1 milione di vetture a causa dell’uscita dalla Russia e della mancanza di chip e altri componenti. Renault prevede che in tutto il 2022  la carenza di semiconduttori si tradurrà nella mancata produzione di 300.000 vetture.

Attesa per i dettagli del piano di spin-off delle auto elettriche.

I PRODUTTORI DI AUTO IN BORSA


Dall’inizio dell’anno l’azione Renault è scesa del 9%. Lo scorso 7 marzo il titolo ha segnato un minimo a 20,46 euro e da allora ha recuperato il 39%. La media dei target price degli analisti è 35,8 euro, un obiettivo di prezzo che implica una previsione di rialzo dalla quotazione attuale del 31%.
Molto del movimento futuro del titolo dipenderà dall’annunciato piano di spin-off per separare le attività di mobilità elettrica dalla produzione di veicoli tradizionali con motori endotermici. De Meo ha detto che fornirà i dettagli in autunno.

Per quanto migliorato nel primo semestre al 4,7%, il margine operativo di Renault resta nettamente inferiore a quello dei suoi principali concorrenti, Volkswagen (ETR:VOWG) e Stellantis (BIT:STLA), che hanno realizzato margini quasi doppi.
 
Da notare che nel primo semestre Renault ha rimborsato una tranche da 1 miliardo di euro di un prestito speciale garantito dallo Stato francese per fare fronte alla crisi da pandemia. Una seconda tranche, sempre da 1 miliardo,  verrà rimborsato nel secondo semestre. 

Gli analisti si aspettano per l’intero 2022 un fatturato di 45,1 miliardi di euro, in calo dai 46,2 miliardi dell’anno scorso. Come risultato finale è prevista una perdita di 760 milioni.

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