Donald Trump è intervenuto alla conferenza Bitcoin 2024 a Nashville questo weekend, entrando nella storia come il primo ex presidente degli Stati Uniti a partecipare alla conferenza e ad appoggiare pienamente il Bitcoin. Io e il mio team abbiamo avuto il piacere di unirci a circa 8.000 altri appassionati di Bitcoin per ascoltare il discorso di Trump, che credo sarà ricordato come uno spartiacque nella storia dell’asset digitale.
Dopo gli ETF Bitcoin, il mondo sta gradualmente andando verso l’adozione di massa della valuta digitale. Importanti compagnie tech, da MicroStrategy Incorporated (NASDAQ:MSTR) a Tesla (NASDAQ:TSLA), ce li hanno in bilancio. In due Paesi, finora, è usato come valuta in corso legale.
E ora un ex presidente degli Stati Uniti lo appoggia pienamente.
Il prezzo del Bitcoin potrebbe “andare alle stelle”, ha detto il presidente Trump e, se così dovesse essere, lui vuole che “l’America sia la nazione apripista”.
Il bottino da 200 milioni di dollari di Harris
Il ritiro del presidente Joe Biden e il suo appoggio alla vice presidente Kamala Harris hanno avuto ripercussioni nell’establishment politico e, sebbene l’ex presidente Donald Trump resti il favorito, il vento è sicuramente cambiato a favore di Harris.
Harris ha reso noto di aver raccolto ben 200 milioni di dollari nella prima settimana della sua campagna, il che, se vero, sarebbe un record. Gli utenti sulla piattaforma di scommesse Polymarket ora credono che la vice presidente abbia il 38% di probabilità di vincere a novembre, in salita da appena l’1% del mese prima.
Impennata del PIL in linea con la rotazione del mercato
Questo sconvolgimento politico arriva in un momento in cui l’economia statunitense lancia segnali misti. Da una parte, la crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel secondo trimestre ha segnato un impressionante 2,8%, battendo le aspettative e più che raddoppiando rispetto al primo trimestre.
L’S&P 500 è salito di circa il 14% quest’anno, malgrado i recenti cali, con gli investitori che passano dai titoli tech di successo a compagnie più piccole e sottovalutate. Questo cambiamento sembra in parte dovuto alle aspettative di tassi di interesse più bassi da parte della Federal Reserve.
Ad ogni modo, questi segnali positivi solitamente promettono bene per il partito in carica, dando un vantaggio a Harris.
Perché gli americani si sentono più poveri in un’economia in crescita
Un recente sondaggio di Affirm rivela che tre americani su cinque credono che siamo in recessione, sebbene non ci sia una recessione ufficiale.
Le insolvenze dei pagamenti con carte di credito stanno inoltre aumentando a un tasso preoccupante ora che i risparmi dell’era della pandemia si sono prosciugati. La percentuale dei titolari di carte di credito che sono in ritardo con i pagamenti di oltre 30 giorni è al massimo di 12 anni, mentre la percentuale di quelli in ritardo di 60 giorni o più ha segnato un nuovo massimo di circa il 2,6%.
La battaglia per la tecnologia e il Bitcoin
Di recente, abbiamo parlato di J.D. Vance, ex venture capitalist e compagno di Trump nella corsa elettorale. Dicevo che Vance probabilmente farà da ponte alla campagna di Trump con i finanziatori della Silicon Valley.
Ma anche Harris, 59 anni, ha conoscenze simili. È stata procuratore generale della California dal 2011 al 2017 e poi senatrice dal 2017 al 2021. Di conseguenza, ha conoscenze storiche nella Silicon Valley. Il New York Times riporta che, nelle campagne del passato, la vice presidente ha fatto affidamento all’élite tech della Silicon Valley per le donazioni. Un recente titolo della CNN, in effetti, afferma “Kamala Harris vuole essere la prima presidente della Silicon Valley in America”.
Sebbene Harris non si sia espressa né a favore e né contro le valute digitali in passato, il suo team avrebbe contattato esperti delle cripto come Mark Cuban. La Blockchain Association ha dichiarato che Harris rappresenta una “nuova opportunità” per fare breccia nel partito Democratico.
Trump a Nashville
Trump, intanto, si è trasformato nel candidato pro-Bitcoin, dopo che dei dirigenti del mining di Bitcoin gli hanno offerto “la pillola arancione” a Mar-a-Lago il mese scorso. Subito dopo l’incontro, l’ex presidente ha postato sulla sua piattaforma social Truth Social che desidera che “tutti i restanti Bitcoin siano fatti negli USA”.
Trump ha ribadito lo stesso forte messaggio parlando a un pubblico entusiasta alla conferenza Bitcoin. Se gli USA non adotteranno la tecnologia Bitcoin, avverte Trump, “lo farà la Cina…e non possiamo lasciare che la Cina abbia il predominio”.
Tra i piani specifici che Trump ha delineato per rendere gli Stati Uniti “la superpotenza dei Bitcoin mondiale” ci sono l’elaborazione di regolamentazioni chiare, la difesa del diritto all’auto-custodia e il drastico aumento della produzione di energia elettrica. “Creeremo talmente tanta elettricità che direte: ‘Per favore, Presidente, basta. Non vogliamo altra elettricità’”, ha detto scherzando. Ha anche affermato che licenzierà il presidente della SEC Gary Gensler “il primo giorno”.
Il caposaldo del piano di Trump è che il governo USA possiederà il 100% degli asset digitali che ha acquisito o che acquisirà in futuro in una “riserva strategica di Bitcoin”. Il governo attualmente possiede circa 210.000 Bitcoin, valutati oltre 14 miliardi di dollari, attraverso attività di polizia.
Questo distinguerebbe gli Stati Uniti da altri Paesi, molti dei quali hanno in vigore politiche per la vendita di beni confiscati durante le indagini penali, compresi i Bitcoin. La Germania, ad esempio, di recente ha completato lo smaltimento di 50.000 Bitcoin, una decisione di cui secondo me un giorno si pentirà.