Gli investitori dei Treasury USA si trovano tra l’incudine della minaccia russa in Ucraina ed il martello dell’impennata dell’inflazione
L’indice sui prezzi al consumo a gennaio ha registrato un rialzo del 7,5% sull’anno giovedì, spingendo brevemente sopra il 2% i rendimenti dei Treasury decennali. I rendimenti sono scesi nuovamente venerdì, quando gli USA hanno avvisato che la Russia avrebbe potuto invadere la nazione vicina già questa settimana.
Ieri, il rendimento decennale è salito di nuovo, avvicinandosi al 2%, quando il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha invitato il Presidente Vladimir Putin a cercare di mantenere un approccio diplomatico per placare quelli che Putin definisce timori per la sicurezza. Al momento della scrittura, il rendimento del riferimento è nuovamente tornato sopra il 2%.
Intanto, i commenti interventisti di venerdì e di ieri da parte del Presidente della Federal Reserve di St. Louis James Bullard hanno contribuito a far salire i rendimenti dei Treasury a 2 anni all’1,6%, il triplo rispetto al livello di appena lo 0,5% di tre mesi fa. Questi bond a breve termine sono considerati più sensibili ai cambiamenti del tasso dei fondi federali overnight della Fed.
Tutto ciò ha comportato il tanto temuto appiattimento della curva del rendimento, temuto perché spesso segnala un rallentamento dell’economia e persino una recessione, quando i Treasury a breve scadenza cominciano a rendere più di quelli a lunga scadenza, in quella che si definisce un’inversione.
I policymaker della Fed stanno cercando di ridimensionare le aspettative di un incremento di mezzo punto dei tassi dei fondi Fed a marzo, nonostante i commenti interventisti di Bullard. La lettura sull’inflazione di febbraio, che arriverà prima del vertice del Federal Open Market Committee, potrebbe influenzare la decisione della banca, anche se molti economisti si aspettano che l’inflazione su base annua resti alta in ogni caso.
Gli investitori dei bond leggeranno con attenzione i verbali del vertice di gennaio della Fed, che saranno pubblicati domani, per indizi sulla riduzione del portafoglio di bond della Fed. Alcuni analisti suggeriscono che la Fed potrebbe scongiurare un’inversione dei rendimenti dei bond vendendo i bond a scadenza più lunga, abbassando il prezzo e spingendo il rendimento.
Gli obiettivi conflittuali per gli investitori dei bond (vendere per gli aumenti dei tassi, comprare gli asset rifugio tra le tensioni geopolitiche) potrebbero in realtà rendere più facile alla Fed manovrare un atterraggio morbido per l’economia statunitense, dice qualcuno. Il braccio di ferro comporta scambi volatili, ma una motivazione potrebbe sconfiggere l’altra, con gli investitori che cambiano le loro priorità.
Molti non riescono a scacciare il fastidioso sospetto che la Fed abbia perso il treno sull’inflazione e che avrebbe dovuto agire prima. Allo stesso tempo, non vogliono che i policymaker ingigantiscano questo errore con una reazione esagerata ora, con misure che potrebbero sabotare l’economia. E anche questo contribuisce alla volatilità del mercato dei bond.
In Europa, il selloff dei bond governativi si è ridotto nella prospettiva di una guerra alle porte della NATO. I rendimenti dei bond sovrani decennali, di riferimento, sono scesi di quasi 10 punti base in alcune occasioni.
Il rendimento dei bond decennali tedeschi, ad esempio, è sceso allo 0,21% ad un certo punto ieri, dopo aver superato lo 0,30% venerdì. Tuttavia, i rendimenti hanno ripreso a salire nel corso della giornata.
I policymaker della Banca Centrale Europea inoltre ritengono che l’inflazione in Europa sia diversa rispetto agli USA e che non richieda lo stesso intervento di politica monetaria. Le tensioni in Ucraina hanno reso molto più facile agli investitori accettare questa idea.