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Rendimenti dei Treasury giù e tonfo dei titoli azionari tra Ucraina ed Omicron

Pubblicato 25.01.2022, 11:48
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Una tempesta perfetta formata dall’imminente aumento dei tassi di interesse, dall’inflazione che non si riduce, dall’impennata dei contagi per la variante Omicron del COVID-19 e dalla crescente probabilità che la Russia invada l’Ucraina ha sconvolto gli investitori, spingendoli a vendere gli asset legati al rischio e passare ai Treasury USA.

I mercati azionari sono crollati in territorio di correzione prima di una tarda ripresa ieri e la NATO ha preparato le truppe a difendere il confine orientale dell’Ucraina da un’invasione russa che, secondo fonti dell’intelligence, è sempre più probabile. Stati Uniti e Regno Unito hanno iniziato ad evacuare i membri dell’ambasciata da Kiev, la capitale ucraina, invitando i loro cittadini a lasciare il paese. Inoltre, Washington ha messo in allerta 8.500 truppe.

US 10-year Weekly Chart

I rendimenti dei bond decennali di riferimento hanno continuato a scendere ieri, raggiungendo l’1,71% prima di risalire all’1,77% verso la chiusura. La scorsa settimana superavano l’1,89%. I rendimenti si muovono in modo inverso rispetto ai prezzi, quindi il calo indica che gli investitori hanno scelto la sicurezza dei bond governativi.

Mentre i rendimenti dei decennali scendono, quelli dei bond con scadenza più breve, a duecinque anni, sono saliti di circa un quarto di punto percentuale in previsione degli aumenti dei tassi della Fed quest’anno per contrastare l’inflazione.

Gli analisti la scorsa settimana hanno accusato l’aumento dei rendimenti del selloff del mercato azionario. Il rendimento dei Treasury sembra segnalare una continua inflazione e tassi di interesse più alti, mentre la Federal Reserve è in ritardo nel ridurre l’inflazione. Ma l’attività di ieri sembra più motivata dall’allontanamento dagli asset di rischio.

Le tensioni geopolitiche scatenano la corsa ai bond rifugio

Le tensioni geopolitiche hanno alimentato il sentimento di urgenza sui mercati finanziari, con l’incerta risposta statunitense che comincia a sembrare arrendevolezza e i timori che, nonostante tutti i discorsi, Washington ripiegherà se la Mosca dovesse invadere l’Ucraina.

Anche la Cina sta sfoderando le armi: ha inviato il più grande contingente di aerei militari finora quest’anno verso Taiwan. Il ministro della difesa della repubblica insulare ha reso noto che 39 aerei sono entrati nella loro zona di difesa aerea. Taiwan ha fatto decollare i suoi aerei per monitorare l’incursione ed ha attivato i sistemi di difesa missilistici.

In Europa, i rendimenti dei bond governativi sono scesi per le tensioni in Ucraina. I legislatori italiani hanno cominciato le votazioni per il Presidente con una complicata procedura che richiede una maggioranza dei due terzi prima del quarto round. È probabile che vinca il Primo Ministro Mario Draghi, ma non prima di giovedì, e l’Italia è sempre brava a riservare sorprese.

Intanto, il Federal Open Market Committee si prepara ad un vertice importantissimo, in quanto dovrebbe annunciare il primo aumento dei tassi dal dicembre 2018 per marzo, accelerando la riduzione degli acquisti di bond.

La commissione potrebbe inoltre indicare quando comincerà a ridurre il portafoglio di bond tagliando i reinvestimenti dei bond in scadenza.

L’indice composito dei direttori acquisti di IHS Markit, un indicatore dell’attività economica pubblicato ieri, ha segnato il minimo di 18 mesi a gennaio, scendendo da 57,0 a 50,8 a dicembre, segnalando un’espansione marginale con l’economia che potrebbe andare in impasse. IHS Markit attribuisce il rallentamento ai ritardi di approvvigionamento ed alla carenza di dipendenti, soprattutto per via della malattia e delle restrizioni per il COVID.

Ritardi nelle nomine al consiglio della Fed

Il numero dei membri del consiglio di governatori è sceso da sette a quattro, mentre le tardive nomine si fanno strada attraverso il processo di conferma al Senato e due delle 12 banche regionali cercano nuovi presidenti.

Il FOMC è strutturato per garantire una permanente maggioranza ai sette membri del consiglio con sede a Washington rispetto ai cinque membri votanti delle banche regionali. Ha poca importanza visto il consenso che regna nella commissione, ma al momento l’equilibrio è cambiato e ci sono cinque presidenti regionali a votare insieme a quattro membri della commissione.

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tante, troppo incertezze in giro per il mondo, per tornare sull'equity, io aspetterei che vi siano schiarite e sopratutto prezzi più bassi
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