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Rendimenti in calo in vista dei verbali della Fed

Pubblicato 07.07.2021, 09:24
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Il rilascio dei verbali del vertice FOMC è l’evento più importante della settimana. La Federal Reserve è diventata meno cauta il mese scorso, quando ha iniziato a parlare di riduzione degli acquisti di asset, ma da allora, i dati deludenti USA hanno fatto interrogare gli investitori sulla tempistica della riduzione e sulla decisione di un aumento dei tassi. Nonostante i dati di venerdì abbiano mostrato la crescita occupazionale maggiore degli ultimi 10 mesi, la retribuzione oraria media ed il tasso di disoccupazione hanno deluso le attese. Oggi, l’Institute of Supply Management ha riportato un rallentamento nella crescita del settore dei servizi, con l’indice non-manifatturiero sceso da 64 a 60,1. Non si tratta solo di una lettura inferiore alle attese, ma la peggiore degli ultimi quattro mesi.

Tuttavia, le perdite del dollaro USA sono state limitate allo yen in quanto il biglietto verde è salito contro l’euro ed altre principali valute. Con il Dow Jones Industrial Average in calo di 200 punti, la rinnovata avversione al rischio ha fatto spostare gli investitori dalle valute più rischiose. Tuttavia, il calo del 5% nel rendimento dei Treasury a 10 anni render difficile un rilazo del dollaro anche se l’azionario dovesse continuare a scendere. Tra dati USA più deboli ed il desiderio della Fed di mitigare le scommesse rialziste, il verbali della Fed potrebbero sembrare meno cauti e bilanciati della dichiarazione del FOMC e delle proiezioni della Fed. Il sell-off dei rendimenti dei Treasury indica che gli investitori si stanno posizionando verso una minore cautela. Con il cambio USD/JPY al massimo di 14 mesi dopo l’occupazione non agricola, i verbali meno cauti del FOMC potrebbero portare il cambio USD/JPY a 110 e rinnovare il rally del biglietto verde contro le altre valute.

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Sul sell-off dell’euro hanno influito i dati deboli della zona euro. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate più del previsto, il sondaggio dello ZEW tedesco è crollato da 79,8 a 63,3, il minimo dall’inizio dell’anno. Gli economisti avevano previsto un calo più modesto a 75,2. L’indice ZEW della zona euro ha registrato un forte calo da 81,3 a 61,2, mentre gli ordinativi tedeschi alle fabbriche si sono rivelati negativi. Si tratta del secondo mese consecutivo in cui le aspettative economiche tedesche dello ZEW sono scese, ma, invece di esprimere preoccupazione sul calo, il Presidente dello ZEW Achim Wamach ha dichiarato:

“Lo sviluppo economico continua a normalizzarsi. L’indicatore della situazione per la Germania ha chiaramente superato il calo legato al coronavirus. Sebbene l’indicatore ZEW del sentimento economico sia sceso nuovamente in maniera significativa, la lettura resta ad un livello molto alto”.

La peggiore performance è stata registrata dal dollaro canadese, che è stato colpito dal calo dei prezzi del petrolio. Il greggio è salito al massimo di sei anni per poi chiudere la giornata in calo di oltre due punti percentuali. Questa inversione è stata innescata dall’annuncio dell’OPEC sulla cancellazione del prossimo vertice, a causa del mancato accordo tra le parti sulle variazioni alla produzione. L’interruzione della discussione ha sconvolto il mercato dal petrolio e senza l’annuncio di una nuova data per riprendere i dialoghi, potremmo assistere ad un’ulteriore correzione. Per il CAD saranno importanti i dati. L’indice IVEY PMI verrà rilasciato mercoledì, mentre per venerdì sono attesi i dati sul mercato del lavoro. L’aumento delle vaccinazioni ha permesso al paese di eliminare molte restrizioni. Dopo due mesi di sottotono per la crescita occupazionale, gli economisti e gli investitori attendono dati forti per giugno.

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Le perdite del dollaro neozelandese contro il biglietto verde sono state limitate invece dalle voci su un possibile aumento dei tassi di interesse. Diverse banche neozelandesi prevedono un inasprimento dalla RBNZ quest’anno. L’underperformance del dollaro australiano riflette il gap tra RBA e RBNZ. Sebbene la Reserve Bank of Australia abbia annunciato che non estenderà il target a tre anni da aprile 2024 a novembre 2024 ed una riduzione degli acquisti di bond dopo la fine del programma di QE a settembre, la banca ha chiarito che i tassi di interesse resteranno invariati finché l’inflazione resterà nel range tra il 2 e il 3% e l’aumento degli stipendi non sarà vicino al 3%: obiettivi difficili da raggiungere prima del 2024.

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