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Rendimento dei decennali: l’inclinazione al ribasso resta nonostante dati IPC

Pubblicato 14.03.2024, 09:08
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Il rendimento dei decennali resta ben al di sopra della stima di “fair value”, basata sulla media di tre modelli gestiti da CapitalSpectator.com.

Il premio di mercato continua a suggerire che il potenziale di rialzo del tasso di riferimento è limitato, ma allo stesso tempo la storia recente suggerisce che un declino relativamente rapido verso il fair value è ancora molto probabile, probabilmente a causa di fattori comportamentali e di altro tipo.

I dati di ieri sull’inflazione dei prezzi al consumo negli Stati Uniti per il mese di febbraio hanno inferto un altro colpo alle aspettative di una discesa del rendimento a 10 anni. L’IPC ha registrato risultati contrastanti e gli operatori hanno venduto obbligazioni, facendo salire il tasso di riferimento al 4,16%, un massimo di una settimana per il 12 marzo.

US 10-Year Treasury Yield-Daily Chart

Malgrado ciò, il rendimento a 10 anni continua a muoversi in una fascia di oscillazione rispetto agli ultimi quattro mesi e ben al di sotto del precedente picco del 5%. Da un punto di vista tecnico, il recente calo della media mobile a 50 giorni del tasso decennale al di sotto della sua controparte a 200 giorni implica che prevale ancora una tendenza al ribasso.

La stima media rivista del fair value per il rendimento a 10 anni è oggi del 3,09% per febbraio (linea rossa nel grafico sottostante), praticamente invariata rispetto al mese precedente.10-Year Yield vs Avg. of 3 Fair Value Estimates

L’esame della differenza tra il fair value medio e il tasso di mercato continua a riflettere un premio sostanziale a favore della stima generale. Il differenziale attuale è di 112 punti base. Si tratta di un premio di mercato consistente, sebbene sia diminuito rispetto al picco ciclico di 159 punti base dell’ottobre 2023.

10-Year Yield less Avg. Fair Value Estimate

La storia dimostra che un premio di mercato ai livelli attuali è raro ma non inedito. Sarebbe sorprendente se l’attuale premio di mercato persistesse e rimbalzasse.

Cosa spingerebbe un trend del genere?

L’inflazione, che rimarrà più elevata a lungo, è un fattore che rientra nella breve lista dei fattori.

Un dato ragionevole tratto dal rapporto IPC di ieri suggerisce che la disinflazione continua, anche se lentamente. Concentrandosi sull’IPC core, che è probabilmente una misura più affidabile del trend rispetto all’IPC principale, indica che la pressione inflazionistica si è attenuata al 3,8% per il tasso annuale fino a febbraio, il più basso in quasi tre anni.

Nel frattempo, le previsioni riviste di CapitalSpectator.com per il trend a un anno del CPI core (basate su una serie di modelli econometrici) anticipano un’altra flessione dell’inflazione per marzo.

Core CPI 1-Year % Changes

Il premio di mercato per il tasso a 10 anni, insomma, appare ancora un po’ eccessivo. Si può sostenere che il premio di mercato rifletta l’incertezza sul percorso dell’inflazione a breve termine.

Ma a meno che non si verifichi un’esplosione di reflazione nei prossimi mesi, cosa che sembra improbabile, il principale risultato dell’analisi di cui sopra indica ancora un rendimento a 10 anni relativamente piatto o più basso, favorito da una disinflazione lenta ma in corso.

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