Le elezioni USA hanno generato forte incertezza.
Nelle ultime due settimane i prezzi dell’Oro sono scesi da 1.305 USD a circa 1.225 USD all’oncia, anche l’Argento ha subito forti perdite.
I mercati hanno compiuto un rally nel momento in cui hanno capito che Trump sostiene con convinzione un’ulteriore deregolamentazione.
I rifugi sicuri sono così rimasti indietro. Inoltre, ora c’è grande fiducia in un rialzo del tasso della Fed a dicembre, i mercati attualmente scontano una probabilità del 94%.
La Fed ora è il tema principale perché sappiamo che il presidente designato Trump ha criticato molto la banca centrale statunitense, incolpandola di sostenere le bolle degli asset.
La sua politica si orienterà verso una maggiore inflazione, ragion per cui non c’è da preoccuparsi per un rialzo dell’oro e dell’argento nel breve termine.
Anche se, in teoria, un rialzo del tasso della Fed dovrebbe far scendere le materie prime, continuiamo a credere che la banca centrale USA manterrà una certa inflazione per eliminare il massiccio debito del paese.
Sul fronte delle valute, quelle legate alle materie prime stanno ritracciando ed è lecito aspettarsi un calo dell’AUD/USD e un rialzo dell’USD/CAD nel breve termine.
Le due coppie rimangono per il momento in una fase rialzista di medio termine, anche per queste valute, presto, il nuovo catalizzatore sarà l’inflazione.